Negli USA è stata approvata lo scorso novembre la vendita di cibo sintetico, cioè la diffusione sul mercato di prodotti creati in laboratorio con cellule staminali che vengono coltivate all’interno di appositi bioreattori. La Food and Drug Administration (FDA) ha dato l’ok alla commercializzazione di bocconcini di pollo coltivati dalla Upside Foods, un’azienda californiana fondata nel 2014 dal cardiologo Uma Valeti e dal professore universitario Nicholas Genovese con il nome di Memphis Meat.

Questo via libera nell’Oltreoceano ha destato non poca preoccupazione tra Coldiretti e Filiera Italia: la novità statunitense potrebbe aprire la strada ai cibi sintetici nell’Unione europea. Infatti, spunta l’ipotesi, a partire da gennaio 2023, di una possibile presentazione delle prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono la Commissione Ue e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Che cos’è il cibo sintetico

I fake food sono cibi, spesso a base vegetale, che emulano quelli tradizionali. La fake meat è probabilmente la più famosa tra i cibi sintetici, prodotta con sostituti vegetali in grado di replicare gusto e consistenza della vera carne.

Vi è poi la clean meat, la cui produzione avviene in laboratorio grazie alla clonazione delle cellule staminali estratte dagli animali che sono poi riprodotte in vitro. Oltre alla carne esiste il pesce sintetico. La carenza e il rischio di estinzione di molte specie ittiche hanno spinto alla loro versione da laboratorio che  risponda alle richieste del mercato.

Analogamente come per la carne, esiste anche il pesce sintetico vegetale. Come ad esempio il salmone che viene prodotto da estratti di alghe e da proteine vegetali per poi venire stampato in 3D.

Vi sono inoltre le uova sintetiche ottenute da latte di soia in polvere e altri ingredienti agglomeranti oppure da una base di fagioli mungo. Infine esiste anche il miele sintetico che si ottiene attraverso l’estrusione, quel procedimento che elimina immediatamente tutto il polline presente e porta il prodotto ad altissime temperature, forzando le sostanze naturali.

Fake food: la reazione italiana all’ok degli Usa

Dopo l’approvazione della vendita di cibo sintetico negli Stati Uniti, è subito scattata la reazione negativa da parte di Coldiretti, principale organizzazione nazionale degli imprenditori agricoli, che ha raccolto oltre 250mila firme per dire no al cibo sintetico nel nostro Paese.

Anche l’Esecutivo si è dichiarato contrario e pronto a ostacolare in ogni sede questo tipo di produzioni.

In particolare, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida afferma che “finché saremo al governo sulle tavole degli italiani non arriveranno cibi creati in laboratorio“.

E specifica: “Ritengo che il cibo sintetico rappresenti un mezzo pericoloso per distruggere ogni legame del cibo con la produzione agricola, con i diversi territori, cancellando ogni distinzione culturale, spesso millenaria, nell’alimentazione umana e proponendo un’unica dieta omologata, con gravissime ricadute sociali sui piccoli agricoltori”.

Anche il 75% degli italiani si è mostrato contrario a questa potenziale novità, infatti secondo gli ultimi dati forniti da Crea, la maggior parte dei consumatori non sarebbe disposta a portare sulle proprie tavole la cosiddetta “carne di Frankestein”. Il cibo sintetico non è ben visto come alternativa a quello tradizionale. Per questo motivo, Coldiretti e Filiera Italia sono i fautori della grande mobilitazione per dire no al cibo prodotto in laboratorio.

 

Cibo sintetico: dopo l'ok alla vendita negli USA, come reagirà l'Italia?

Esempio di miele sintetico, quasi identico al tradizionale

Il cibo sintetico potrebbe diventare il cibo del futuro?

Il tema dei cibi sintetici e della carne creata in laboratorio crea opinioni contrastanti. I promotori sostengono che la carne sintetica sia una risposta all’aumento di quantità di carne che sarà necessaria in futuro. L’aumento della popolazione porterà sempre di più a una scarsità di risorse ma la fake meat, secondo i sostenitori, potrebbe rappresentare una svolta nella riduzione dei gas serra prodotti dagli allevamenti intensivi.

Attualmente le emissioni di gas serra del settore agricolo corrispondono al 7%. I contrari, invece, ritengono che la strada da seguire sia l‘investimento in allevamenti sostenibili adottando interventi studiati per raggiungere gli scopi di riduzione come la sostituzione dei  foraggi utilizzati per alimentare il bestiame con concentrati a ridotta base proteica.

Sempre in una prospettiva di sostenibilità ambientale e di impiego consapevole delle risorse, si lavora all’introduzione nel settore alimentare delle farine di insetti.

Si calcola che nel 2023 l’industria mondiale degli insetti raggiungerà un valore di circa un miliardo di dollari. Però la produzione di cibi sintetici non riguarda solo le proteine: lo studio sul processo di fermentazione dei lieviti potrebbe portare sulle tavole del futuro i latticini e l’albume d’uovo sintetici.

Condividi su:
Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici