La pubblicazione del rapporto 2022 sulla situazione del welfare aziendale rileva un incremento significativo tra le Piccole e Medie Imprese Italiane. Sono in costante aumento le aziende italiane che attivano azioni di supporto ai dipendenti, con un impatto positivo sul benessere dei lavoratori e sul fatturato aziendale. 121 le aziende premiate: hanno raggiunto il massimo livello di rating (erano 22 nel 2017).

Welfare aziendale: cosa si intende?

È l’insieme di iniziative, beni e servizi che l’azienda può mettere a disposizione dei propri dipendenti, per aumentare il loro benessere e favorire la conciliazione tra vita privata e professionale. Si tratta principalmente di benefit e prestazioni, non monetarie, erogate a favore dei dipendenti. Hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei lavoratori e dei loro familiari. Le prime misure vengono adottate in Italia a fine Ottocento. Anche grazie alle innovazioni dei pionieri italiani Olivetti e Luxottica, l’inquadramento normativo della Legge di Stabilità del 2016 ha dato il via a una diffusione sempre più capillare sul territorio nazionale.

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Welfare: l’indice PMI

Per il settimo anno, una ricerca scientifica ampia e approfondita redige un rapporto che fotografa la situazione nel nostro Paese. Si valuta il livello di welfare aziendale proposto da ogni singola impresa analizzata. Quanto emerso dal campione delle oltre 6mila attività analizzate viene tradotto in un punteggio individuale: il Welfare Index PMI. L’iniziativa è promossa da Generali Italia, e sostenuta dalle maggiori Confederazioni italiane (Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio). Si propone di diffondere e valorizzare la cultura di welfare aziendale nelle PMI. Ne permette inoltre la misurazione dell’impatto sociale sui lavoratori e loro famiglie, sul territorio, fornitori e clienti.

L’oggetto dell’analisi: indici e indicatori

L’Indice Welfare Index PMI è dunque una misura del livello di welfare aziendale raggiunto dalle imprese. Viene calcolato in base a 156 variabili, secondo tre indici. L’indice di iniziativa misura l’ampiezza e l’intensità delle iniziative adottate dalle imprese. L’indice di capacità gestionale calcola la capacità di intraprendere iniziative proprie, aldilà dell’applicazione dei contratti nazionali. Infine, l’indice di impatto sociale misura il risultato delle iniziative e il livello di benessere sociale di chi beneficia degli interventi. Si prendono in considerazione, per esempio, un’analisi della quota di donne in posizioni di responsabilità e di lavoratori giovani.

Edizione 2022: i dati in crescita

Il campione delle aziende sottoposte a valutazione è cresciuto nel corso delle sette edizioni del Welfare PMI Index. Si è passati dalle 2140 del 2016 alle oltre 6mila attuali. Tra queste, il 24,7% sono imprese con un livello di welfare aziendale elevato (più del doppio rispetto al 2016). Sviluppare attività di welfare aziendale ha un impatto rilevante anche sulla condizione femminile. Il rapporto esamina la presenza di donne in posizioni di responsabilità. La quota di donne con ruoli di responsabilità è del 29,6% nelle imprese con livello di welfare iniziale, e sale al 38,7% nelle imprese con livello di welfare molto alto.

Benefici sul fatturato

I benefici si registrano anche in termini di fatturato e di resilienza. Il fatturato per addetto aumenta col crescere del livello di welfare, così come gli indici di redditività, in particolare il rapporto tra utile e fatturato. Le imprese con livello di welfare elevato hanno evidenziato migliori capacità di tenuta nell’anno di crisi (2020/2019) e maggiore velocità di ripresa l’anno successivo (2021/2020).

Welfare aziendale: ipotesi di sviluppo

Obiettivo dell’indagine è promuovere la cultura del welfare aziendale. In questo senso il rapporto delinea potenzialità e linee di sviluppo per il prossimo futuro. Tra le azioni suggerite, da implementare o diffondere, si sottolinea il rilancio della previdenza complementare. La collaborazione tra sanità pubblica e aziende private potrebbe aiutare a diffondere servizi sanitari di prossimità (medicina preventiva, campagne vaccinali). Le aziende potrebbero promuovere modelli di organizzazione flessibile del lavoro e iniziative di formazione professionale aperte anche agli studenti e ai giovani in cerca di lavoro. Il mondo dell’impresa potrebbe supportare le famiglie per sostenere l’intero ciclo di istruzione dei figli. Anche sul piano dell’inclusione, le iniziative di welfare potrebbero andare a beneficio dell’inclusione sociale dei soggetti deboli e dell’integrazione degli immigrati.

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Davide Scorza

Davide Scorza

Davide Scorza, educatore in servizi dedicati ai giovani e allo sviluppo di comunità. Curioso delle potenzialità di applicazione dei media in ambito sociale. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista.

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