L’educazione sessuale e affettiva nelle scuole italiane non è obbligatoria ed è offerta solo in maniera frammentaria e sporadica.  Nonostante l’UNESCO abbia dichiarato che questo sia un diritto fondamentale “per sviluppare relazioni sociali e sessuali basate sul rispetto”, nel nostro Paese le resistenze a questo tipo di formazione sono ancora moltissime.

Per provare a fare fronte a questo problema, un anno fa è nata la petizione “Saperlo Prima”. Un’iniziativa dal basso che mira a introdurre l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole della regione del Lazio. Con l’obiettivo dichiarato di provare poi ad estenderla a tutto il territorio nazionale. Nel dettaglio, la petizione propone una formazione obbligatoria e approfondita per il corpo studente delle superiori, mentre per la scuola primaria dei corsi di educazione all’affettività e al consenso.  La petizione chiede anche l’istituzione di una giornata dedicata a questo tema e anche quella di uno spazio principalmente online dove studenti, famiglie e professori possano trovare supporto da parte di esperti della materia.

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La petizione change.org ha già raggiunto le 35.000 mila firme (a conferma della popolarità del tema tra la popolazione). I promotori, ovvero Isabella Borreli, Flavia Restivo e Andrea Giorgini, stanno organizzando il primo festival in Italia sulla sessuo-affettività. Questo evento avrà luogo a Roma il 17, 18 e 19 febbraio.

L’obiettivo del primo festival sull’educazione sessuale nelle scuole

Dai canali social dei promotori si evince subito quale sia il loro intento nell’organizzare una tre giorni molto intensa attorno al tema dell’educazione sessuale nelle scuole. L’idea centrale è quella di concepire l’evento come “un punto di partenza per ricordare come abbiamo iniziato, con chi stiamo viaggiando e dove vogliamo arrivare.

Secondo Flavia Restivo, fare educazione sessuale a scuola è importante perché questo tipo di formazione “agisce nell’ottica del benessere individuale e collettivo, della prevenzione dei comportamenti a rischio e di quelli presenti

L’accento è posto soprattutto su come nonostante questo tipo di educazione vada modellata rispetto all’età delle persone a cui si rivolge, prima si inizia e più consistenti potrebbero essere i cambiamenti che si riscontrano nella società. In una recente intervista Isabella Borrelli spiega molto bene questo e ci ricorda di quanto sia importante sviluppare una società in cui i rapporti gravitino intorno al concetto di consenso: “all’interno della scuola primaria troverei assai bello se si parlasse del concetto di intimità e di consenso. Già da lì noi instilliamo il seme della non consensualità nei rapporti tra corpi, cioè che esiste un’area di intimità in cui noi decidiamo ingenuamente di far accedere qualcuno o qualcuna e penso che molte delle problematiche che ci troviamo ad affrontare, derivino direttamente dalla mancanza di educazione al consenso.

Il programma del festival

Il festival avrà luogo a Largo Venue a Roma durante tre giornate/serate in cui si susseguiranno presentazioni, workshop e momenti di dialogo. Si parte venerdì un po’ prima delle 18:00 con i saluti introduttivi e la tematizzazione dello strumento della fiaba come momento educativo all’affettività. Qui verrà presentato il libro Nino il T Rex a cura di Cristina Prenestina. L’opera parla del bullismo e della necessità di capire il malessere che si cela dietro a chi assume questi comportamenti. L’argomento della prima serata saranno i corpi. Ci sarà anche la possibilità di scatenarsi grazie ad uno spettacolo musicale.

Nella seconda giornata si organizzeranno dei tavoli di lavoro dove ci sarà l’occasione di parlare di contraccezione, sessualità e mascolinità. Nella terza giornata il focus sarà sul lavoro che c’è ancora da fare, anche in chiave politica, per liberare l’intimità e la sessualità dagli stereotipi di genere che ancora permeano la nostra società.

Leggi anche:

La lotta per introdurre l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole italiane

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Camilla Valerio

Camilla Valerio

Mi piace scrivere di diritti, sport, attualità e questioni di genere. Collaboro con il Corriere del Mezzogiorno e scrivo per BuoneNotizie.it grazie al progetto formativo realizzato dall'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo.

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