I presagi negativi sugli effetti del lockdown sui giovani si sgretolano grazie alla pubblicazione dei dati HBSC 2022 che mostrano un test positivo sulla salute mentale dei nostri giovani. La paura di effetti nefasti ha condizionato ideologicamente le scelte governative che hanno portato ad attivare più servizi a sostegno della salute mentale. Valutiamo i dati.

I dati nazionali di HBSC 2022

La rilevazione 2022 del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia (Health Behaviour in School-aged Children) viene condotta ogni quattro anni. Il test del 2022 permette un confronto con i ragazzi del 2017/2018. Ha coinvolto un campione rappresentativo in tutte le regioni di 11, 13 e 15 anni e, per la prima volta, di 17 anni per un totale di oltre 89.000. Ed è la prima indagine che ci mostra i dati post-pandemia sulla salute mentale in generale dei giovani.

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Come riassunto nel comunicato dell’ISS, “nel complesso, gli adolescenti italiani si sentono supportati da amici e compagni di classe, si fidano degli insegnanti ma sono spesso stressati dagli impegni scolastici. Un adolescente su due ha dichiarato un impatto positivo della pandemia sui propri rapporti familiari e due su cinque sul rendimento scolastico. Pur dichiarando, sempre due adolescenti su cinque, che la propria salute mentale e la propria vita in generale ne abbiano risentito negativamente”.

Inutile nasconderci dietro un dito, la salute mentale di tutti noi è stata minata negli ultimi anni. Sono stati tanti i presagi negativi sugli effetti che sarebbero nati negli adolescenti. Ma, grazie a questi dati, possiamo dire che il risultato è meno grave di quello che i massimi esperti del settore annunciavano.

La sorveglianza degli stili di vita dei nostri ragazzi e ragazze è, oggi, particolarmente preziosa – afferma Silvio Brusaferro, Presidente dell’ISS – perché ci aiuta ad intercettare fenomeni nuovi, come il cyberbullismo legato all’uso dei social media, dai quali dipendono in modo significativo la loro salute e la loro qualità di vita“.

Alcuni segnali positivi dal test sulla salute mentale

L’effetto positivo più grande, che il questionario ha sollevato, è il rapporto dei giovani con le loro famiglie e sul rendimento scolastico.  Il 54% degli adolescenti dichiara un impatto positivo della pandemia sui rapporti familiari e il 42% sul rendimento scolastico.

In particolare, l’effetto positivo sulle relazioni familiari decresce con l’età, dal 67% degli undicenni al 45% dei diciassettenni, e tra gli undici e i quindici anni è prevalentemente maschile, mentre nei più grandi non si osservano differenze di genere. Anche sull’impatto positivo del rendimento scolastico si registra lo stesso andamento per età, dal 50% dei più giovani al 37% dei diciassettenni, senza sostanziali differenze di genere.

Nel complesso, i dati evidenziati, dimostrano una decrescita più alta con l’età nei diciassettenni e i più giovani, al contrario, dimostrano nel complesso una percezione discreta della propria qualità di vita.

Il test sulla salute mentale dei nostri ragazzi dimostra che la pandemia non ha peggiorato il loro stato, anche grazie ai vari servizi che si sono attivati, sia a livello locale che nazionale.

Ogni Istituto Scolastico ha potuto attivare sostegni mirati agli adolescenti, grazie al finanziamento da parte del Governo. I Comuni si sono fatti carico di attivare servizi territoriali mirati, senza dimenticare il bonus psicologo che ha riscontrato il maggior successo. Infine, il saldo rapporto con le famiglie ha permesso di tenere alta la sorveglianza sullo stato di salute dei giovani. In molti casi il problema è il sottofinanziamento, soprattutto nei paesi del Sud, verso politiche sociali e verso il mantenimento dei servizi. Vedi il caso del bonus psicologo che non ha ricevuto nessun rifinanziamento dal Governo attuale.

Le indagini come la HBSC sono però di grande importanza per farci osservare eventuali cambiamenti e permettere di far emergere differenze legate ai vari contesti di vita italiani.

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Carlotta Vercesi

Carlotta Vercesi

Parlo della nostra società e di come essa comunica. Il mio obiettivo è di scardinare la narrazione catastrofista e di raccontare le buone idee senza dimenticare i piani politici, sociali, economici. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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