I dati ISTAT sulla natalità in Italia relativi al calo demografico nel 2022 sottolineano la necessità di un cambiamento immediato per poter risollevare il nostro Paese. Per la prima volta dopo l’unità d’Italia, il tasso di natalità è sceso al di sotto di 400mila unità. I giovani fino ai 14 anni di età nel 2017 sono diminuiti di quasi 100mila unità solo rispetto all’anno precedente.

Le concause della natalità in calo in Italia e l’inizio della ripresa

La natalità in Italia è in continua diminuzione. Nel 2008 si è verificato l’ultimo innalzamento delle nascite e dal 2020 al 2022 ogni anno si è raggiunto il più basso tasso di natalità. Per converso, il tasso di mortalità resta ancora su livelli elevati e dal 2007 supera la natalità, anche per gli effetti dell’incremento dell’eccessivo caldo registrato nei mesi estivi.

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I motivi per cui la natalità è in calo sono imputabili a una serie di concause. Si denota subito un innalzamento dell’età media dei giovani, soprattutto uomini, intorno ai 30 nel nostro Paese, che intendono lasciare la casa dei genitori. Nel resto dell’Europa, invece, vengono incoraggiati ad abbandonare il nido familiare molto prima, soprattutto nei paesi nord europei, dove i giovani diventano davvero indipendenti già a 20 anni.

Quindi negli ultimi decenni in Italia mettere su famiglia si sta dimostrando un obiettivo secondario o, perlomeno, un obiettivo raggiungibile con l’acquisizione della stabilità. Naturalmente, costruire una famiglia deve essere una scelta consapevole e non una costrizione, essendo assolutamente legittima la scelta di non avere figli. Questo pone l’età media alla nascita del primo figlio sempre più in là nel tempo, con una conseguente diminuzione del numero medio dei figli per famiglia e, quindi, a un ulteriore diminuzione della natalità in Italia. Purtroppo, la tendenza ad avere figli in età più adulta spesso porta ad un abbandono, di fatto, dell’idea di diventare genitori.

Inoltre, coniugare il tempo casa-lavoro per entrambi i genitori può comportare difficoltà economiche e relazionali con i figli. Ancora oggi, molte donne si vedono costrette a dover scegliere tra lavoro e famiglia, anche a causa del divario di genere o gender gap, una realtà che nel mondo del lavoro fa ancora sentire il suo peso. Nondimeno incidono gravemente stipendi non sempre adeguati e la frequente precarietà del lavoro.

Tutelare i genitori per avere una realizzazione professionale e personale

L’utilizzo migliore e più intenso dello smart working potrebbe essere un’ottima modalità per organizzare il lavoro, almeno in alcuni contesti operativi. Con la dovuta pianificazione da parte del datore di lavoro e con senso di responsabilità del lavoratore si possono raggiungere ottimi risultati. Consentirebbe ai genitori l’opportunità di gestione del proprio tempo e una conseguente maggiore sicurezza nell’eventuale decisione di avere figli.

Peraltro, sembra interessante la proposta del “Family Audit”, strumento manageriale a disposizione delle organizzazioni pubbliche e private che promuove un cambiamento culturale e organizzativo. Permette di attuare nuove politiche aziendali a favore del personale per certificare l’impegno e stimolare l’interesse verso i bisogni e le esigenze e, più in generale, il benessere dei loro dipendenti e delle loro famiglie.

Altra risorsa essenziale per l’incremento della natalità in Italia è certamente il potenziamento delle strutture educative destinate alla fascia di età pre-scolare. Il PNRR finanzia un “Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia”. Lo scopo è quello di incrementare l’offerta sul territorio nazionale per migliorarne il servizio e la qualità. Da un canto, si tratta di assicurare ai genitori un posto sicuro con personale formato cui affidare i figli durante le ore lavorative, di promuovere l’uguaglianza di genere e incrementare a cascata il tasso di natalità. Dall’altro, si creano nuovi posti di lavoro con una ricaduta positiva in termini di maggiore stabilità e sicurezza economica. In effetti, si tratta di un incentivo alla natalità.

Ancora, i centri e campi estivi in Italia sono un settore in espansione. La loro promozione sarebbe ideale. I bambini e i ragazzi riscoprono l’avvicinamento con la natura e lo sviluppo di abilità come la pazienza e l’attenzione verso l’ambiente e il prossimo.

Le misure di governo

Non da ultimo, si sente la necessità di un aumento delle misure di sostegno per le famiglie, come l’Assegno unico e universale o il Bonus sociale bollette per incentivare la natalità in Italia. Si sente l’opportunità di un uso sempre più consistente del congedo parentale, fruito da madri e padri, come consente il recente decreto legislativo 105/22, che può favorire un incremento della natalità essendo assicurati i diritti di cura in modo più ampio. Strumento questo davvero interessante peraltro per ridurre il divario uomo-donna promuovendo uguaglianza e una ricerca delle possibili soluzioni.

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Chiara Andriani

Chiara Andriani

Chiara Andriani. Mi sono diplomata al Liceo Linguistico, avendo sempre avuto un interesse e un orecchio attento per le lingue. Fin dall'infanzia ho mostrato un particolare coinvolgimento ed entusiasmo verso l'universo letterario e cinematografico e una passione per la musica. L'attrattiva verso la scrittura mi ha spinto a cercare un modo per renderla parte integrante della mia vita di tutti i giorni, portandomi alla scoperta anche del giornalismo e di BuoneNotizie.it. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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