Il rapporto del Ministero dell’Università e della Ricerca di giugno 2023 indica un incremento del 2% delle preiscrizioni universitarie. Il dato è provvisorio in quanto le iscrizioni definitive si effettueranno in autunno. Se il dato dovesse essere confermato, questo sarebbe un fenomeno positivo per il nostro Paese in quanto, un anno fa, a giugno 2022,  il Rapporto AlmaLaurea segnalava un calo in tutto il Paese del 3% delle immatricolazioni all’università. Il citato rapporto del 2022 rileva altresì che il 28% dei giovani meridionali consegue la laurea triennale in atenei del Centro e del Nord e che la maggioranza degli studenti italiani per conseguire la laurea magistrale emigra dai piccoli atenei verso le grandi università metropolitane.

Le cause del calo delle immatricolazioni nel 2022

Il crollo del 3% delle immatricolazione nel 2022 allarma tutti gli atenei. Nella classifica CENSIS delle università italiane risultano 9.400 iscrizioni in meno rispetto all’anno precedente. Il calo è superiore per i ragazzi (3,2%) rispetto alle ragazze (2,6%). Il dato preoccupante mette infatti a rischio-chiusura i piccoli atenei con diecimila studenti, che registrano un -10% di immatricolazioni. Il calo è superiore nelle università non statali, dovuto alle rette più alte, ma anche le telematiche registrano un calo del -20%.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

La causa principale del calo delle immatricolazioni è da attribuire alla crisi economica, in particolare alle inadeguate disponibilità economiche delle famiglie rispetto ai costi da sostenere. Basti pensare al fenomeno della mobilitazione pacifica delle tende con gli studenti accampati in protesta fuori dalle università. La classifica CENSIS evidenzia, infatti, come le strutture disponibili e i servizi erogati dalle università condizionino l’accesso alla formazione universitaria. Altro motivo è il calo demografico che si ripercuote in ambito educativo. Infine, si evidenzia un diffuso disagio giovanile verso il futuro.

La doppia migrazione degli studenti, quelli meridionali verso le università del centro-nord per conseguire la laurea triennale e quella degli studenti di tutta Italia verso le grandi università per la laurea magistrale, sono due facce della stessa medaglia. Le grandi università con importanti tradizioni favoriscono nella ricerca del lavoro. La prospettiva con un titolo rilasciato da un’illustre università risulta superiore anche ai fini della carriera e dello stipendio, mettendo al riparo dal fenomeno della “fuga di cervelli”.

Gli studenti non emigrano e salgono le iscrizioni nel 2023

Nelle pre-iscrizioni universitarie di quest’anno si registra un aumento del 2%. Per contenere le spese, gli studenti non emigrano e ciò ha portato a un rialzo delle immatricolazioni negli atenei del Centro-Sud e nelle piccole università, a scapito dei grandi atenei che registrano un’ulteriore flessione nelle immatricolazioni. Per fare un esempio, l’università di Bologna fino all’anno passato aveva il 45,5% del totale degli iscritti che provenivano dalle altre regioni, quasi il doppio rispetto alla media nazionale. Oggi  è uno degli atenei che registra il maggior calo degli iscritti.

Le sfide che oggi hanno davanti le università italiane sono due. La prima è motivare i giovani a conseguire la laurea triennale, in quanto, come dimostrano le statistiche, un laureato ha una maggiore possibilità di trovare impiego. In Italia il 40% dei diciannovenni si immatricola all’università, una percentuale inferiore rispetto agli altri Paesi europei. In Francia il 50% dei ragazzi è laureato. Nel nostro Paese solo il 28,5% dei giovani tra i 25 e i 35 anni possiede un titolo universitario. L’altra sfida, già in atto, è continuare ad arrestare la fuoriuscita degli studenti dopo la triennale dai piccoli atenei. Oggi, infatti, il 50 per cento delle lauree magistrali avviene nelle città metropolitane.

A tal fine in Italia sono stati finanziati corsi  che assicurino sbocchi professionali. Le conoscenze scientifiche-tecnologiche oggi sono le più richieste dal mondo del lavoro e gli atenei si adeguano al mercato. Le discipline STEM – Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica rappresentano il 30% delle nuove immatricolazioni e gli atenei amplificano il settore, come  l’università di Cagliari che ha istituito corsi di laurea  in Transizione Energetica e Digitale e lauree informatiche in Cloud and Security e Applied Artificial Intelligence. Se in autunno verrà confermato l’aumento delle immatricolazioni si sarà recuperato quasi tutto il calo del 2022, confermando il rinnovato interesse per gli studi universitari.

Condividi su:
Lucia Massi

Lucia Massi

Avvocata, assistente universitaria in U.S.A., interprete del tribunale di Roma e promotrice di cultura italiana presso la F.A.O. Le lauree conseguite in Italia e all’estero, incluso un Ph.D. presso la Columbia University di New York, attengono alle discipline giuridiche e letterarie. Laureata in giornalismo, collabora con BuoneNotizie.it.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici