L’impegno per le vaccinazioni in Africa continua e si rafforza, anche dopo la fine dell’emergenza COVID-19. L’Organizzazione mondiale della Salute, OMS ha ripreso in mano il Quadro di azione per la consegna dei vaccini contro la malaria a 12 paesi africani; in tutto saranno 18 milioni di dosi di RTS,S/AS01 per il periodo 2023-2025.

Non solo, l’OMS si è fatta portavoce di una partnership internazionale con i Centri di Controllo sanitario africano per migliorare più in generale la gestione sanitaria del Continente e le emergenze epidemiche presenti e venture, proprio in risposta al calo registrato nel 2022 delle vaccinazioni anche a causa dei ritardi imposti dall’epidemia da Covid-19.

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Le emergenze sanitarie in Africa richiedono una risposta

Secondo l’UNICEF la malaria rimane una delle malattie più mortali dell’Africa: causa la morte di quasi mezzo milione di bambini ogni anno di età inferiore ai 5 anni ed il Continente ha raccolto il 95% dei casi di malaria globali e il 96% dei decessi nel 2021. Un dato che non si è dunque fermato durante la pandemia Covid, quando invece gli sforzi per l’immunizzazione da Sars COV2 sono stati più incisivi, anche in forza di un interesse specifico della comunità internazionale.

In un Report OMS sullo stato delle vaccinazioni nel mondo aggiornato al 2022, a fronte di un crollo mondiale di tutte vaccinazioni a seguito della Pandemia da Sars-CoV-2, l’Africa risultava in ritardo nella ripresa, con una popolazione in aumento e con la necessità di incrementare i servizi di vaccinazione di routine per mantenere i livelli di copertura.

La copertura del vaccino DTP3 (contro difterite, tetano e pertosse), ad esempio, non è cresciuta nei Paesi a basso reddito, conferma anche l’Organizzazione internazionale per i vaccini GAVI, che registra la necessità di aiutare i sistemi sanitari più vulnerabili a ricostruirsi.
Mentre la copertura di vaccino contro l’HPV ha raggiunto il 67% nei Paesi ad alto reddito e il 55% nei Paesi a basso e medio reddito. OMS indica che 21,9 milioni di bambini hanno saltato la vaccinazione di routine contro il morbillo (2,7 milioni in più rispetto al 2019), mentre 13,3 milioni non hanno ricevuto la seconda dose soprattutto nelle comunità sotto-vaccinate più esposte al rischio di epidemie.

Epidemie: le risposte sanitarie africane

La principale risposta alla prevenzione delle epidemie arriva dai programmi internazionali impegnati nella diffusione di vaccini salvavita. Un caso è il vaccino RTS,S/AS01 contro la malaria, somministrato a più di 1,7 milioni di bambini in Ghana, Kenya e Malawi dal 2019 attraverso il Malaria Vaccine Implementation Program (MVIP), coordinato dall’OMS e finanziato da Gavi, Vaccine Alliance, Global Fund to Fight AIDS, Tuberculosis and Malaria e Unitaid, enti che da anni provvedono alla copertura vaccinale nelle aree più povere del mondo.

Questo primo impegno ha portato però ad un passo avanti ulteriore, per rendere più sistemica e “africana” la risposta sanitaria a questa e a tutte le emergenze epidemiche esistenti, presenti e future.

Africa in prima linea per la sorveglianza integrata delle malattie epidemiche

In questo solco, nel luglio scorso l’OMS ha segnalato l’inizio di una partnership per la sicurezza sanitaria in Africa: la “Health Security Partnership” è un partenariato internazionale che vede coinvolto OMS con il Robert Koch Institute (RKI) e soprattutto i Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie (Africa CDC) scopertisi essenziali durante l’epidemia Covid-19 nonostante le iniziali difficoltà nel diffondere i vaccini.

Obiettivo: rafforzare la sorveglianza delle malattie e l’intelligence sulle epidemie in Africa; non solo di malaria, dunque, si parla ma di capacità di approntare una sicurezza sanitaria in Africa più generale e specializzata nei settori della biosicurezza, della sorveglianza integrata delle malattie, della sorveglianza genomica e dell’intelligence epidemica.

Essenziale e centrale il rafforzamento delle leadership africane in campo sanitario: la prima fase del partenariato si realizzerà in sei Stati membri dell’Unione africana, tra cui Gambia, Mali, Marocco, Namibia, Tunisia e Sudafrica e successivamente verrà estesa ad altri paesi.

Health Security Partnership: una risposta sempre più africana alla sicurezza sanitaria

La Health Security Partnership africana arriva, in realtà, a 10 anni dal un netto miglioramento, registrato dallo stesso OMS, nel campo della prevenzione dal rischio epidemico: l’Africa ha accresciuto il suo impegno nella gestione dei focolai anche con semplici interventi di sanità pubblica e durante la Pandemia da SARS-Cov-2 ha valorizzato il ruolo dei laboratori di sanità pubblica nella vaccinazione Covid.-19 e nella sorveglianza sanitaria delle popolazioni oltre che nella raccolta, gestione, comunicazione e diffusione dei dati per le politiche di emergenza sanitaria dell’intero Continente.

Ora, la Health Security Partnership fornirà anche una piattaforma per la condivisione di esperienze e buone pratiche, ” che sarà essenziale per il successo del progetto”, conferma il dott. Yenew Kebede, responsabile delle reti di laboratorio di Africa CDC, per il quale l’accordo internazionale costituisce “una pietra miliare significativa verso il rafforzamento delle capacità di sorveglianza e di intelligence epidemica in Africa”.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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