It-alert è un sistema di allarme pubblico nazionale attualmente ancora in fase di sperimentazione. In questi giorni infatti sono ripartiti i test in varie regioni italiane. Come sottolinea Paola Pagliara, direttrice delle attività tecnico scientifiche per la previsione e prevenzione dei rischi presso il dipartimento di protezione civile, “IT-alert nasce da un’esigenza reale, condivisa con i Paesi europei, di comunicare a tutti i cittadini, in tempi inferiori a quelli dei canali istituzionali classici, una grave emergenza o catastrofe imminente o in corso”.

Quando sarà ufficialmente attivo, il servizio nazionale della protezione civile invierà direttamente messaggi di allerta ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica. Il messaggio sarà ricevuto da chiunque si trovi nella zona interessata dall’emergenza o dall’evento calamitoso che abbia un cellulare. È sufficiente quindi avere una sim attiva, essere agganciati ad una linea telefonica ed avere campo, una vera svolta per la sicurezza pubblica in Italia.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Un sistema di allarme nazionale condiviso in molti Paesi

Il servizio ITalert, dove per l’appunto IT è la sigla del Paese di origine, in questo caso l’Italia, è conforme allo standard internazionale. In questo modo si può garantire la completa interoperabilità con altri sistemi, nazionali ed internazionali, di divulgazione di allerte, allarmi di emergenza e avvisi pubblici.

 Amber, per esempio, è un sistema di allarme nazionale degli Stati Uniti in caso di sospetto rapimento di minore. Il suo scopo è avvisare più persone possibili, inviando foto e video del bambino. Il cittadino si guarderà intorno e potrà essere così di aiuto nel ritrovamento. Tutti questi sistemi di sarebbero inutili se alla base non ci fosse una forte e consapevole percezione del rischio.

Logo ufficiale di It alert del Dipartimento nazionale di Protezione civile

L’importanza della conoscenza del rischio

Il servizio IT-alert viene quindi “generato e poi diffuso tramite un sistema di comunicazione unidirezionale”, come specifica Umberto Rosini, responsabile dei servizi dei sistemi informatici e di comunicazione del dipartimento. L’utente finale riceverà un “messaggio di testo prioritario, accompagnato da un suono ben riconoscibile e differente dalla suoneria”. Ma come ci si deve comportare una volta ricevuto il messaggio? Secondo gli ultimi dati raccolti nei test effettuati in Emilia-Romagna e in Sardegna risulta che la maggiore preoccupazione che le persone hanno è proprio il non sapere come comportarsi. Informarsi sui rischi presenti sul territorio in cui si vive, si lavora o si viaggia, conoscere i piani di protezione civile e quindi le misure di autoprotezione è fondamentale.

Attualmente i maggiori pericoli presenti sul nostro territorio e approfonditi dal dipartimento della protezione civile sono: rischio sismico, meteo-idro, vulcanico, maremoto, sanitario, ambientale, nucleare, industriale e incendio boschivo. Quando il sistema IT-alert sarà operativo verrà impiegato per diffondere varie tipologie come maremoto, collasso grande diga, attività di alcuni vulcani, incidenti nucleari, rilevanti e precipitazioni intense. Ogni rischio ha una specificità e caratteristica ben definita. Conoscerli, anche grazie ai test di IT-alert, dà sicuramente maggiore consapevolezza e fornisce utili strumenti al cittadino per affrontarli nel modo più sicuro. Molte sono le campagne della protezione civile che promuovono questa cultura, come la nazionaleIo non rischio” e molte sono le associazioni di volontariato impiegate nella loro divulgazione.

Immagine presa dalla presidenza del consiglio e INGV dove indica le date dei prossimi test di It alert

Le buone pratiche di protezione civile e una cittadinanza attiva alla base del sistema IT-alert

Nelle giornate dedicate alla formazione dei volontari di protezione civile si può notare come l’aspetto privacy è un tema molto sentito e desta alcune preoccupazioni. Come però specifica Rosini, “per IT-alert non viene mai chiesto di fornire al dipartimento il proprio numero di cellulare. Questo perché non si conosce l’identità di chi è contattato. I dispositivi presenti nella zona colpita sono agganciati alle celle telefoniche. Queste poi inviano in maniera cieca il messaggio che la protezione civile sta comunicando”. Una volta terminato il test il dipartimento consiglia di compilare un questionario presente sul sito per fornire informazioni utili al sistema. La campagna di comunicazione nazionale e la regionale hanno proprio come obiettivo la divulgazione e l’informazione del rischio. Un cittadino consapevole può fare la differenza.

Nelle aree dove sono presenti dei vulcani, come i Campi Flegrei o Stromboli, dove il sistema di allertamento e il piano di evacuazione sono collaudati, avere uno strumento che avvisa in tempi brevi la presenza di un emergenza è essenziale. Informare e “formare” la popolazione sui sistemi di allerta, come IT-alert, rende il cittadino più consapevole e pronto ad attivarsi in totale sicurezza. Partecipare a questi test, aiuta il dipartimento a migliorare e integrare un sistema che in tempo di catastrofe è un aiuto prezioso.

Conoscere le buona pratiche di protezione civile partecipando alle campagne nazionali evita la divulgazione di notizie false. Una solida cultura del sociale rende il cittadino parte integrante del sistema. Senza una partecipazione attiva questi test non sarebbero utili. La fase di sperimentazione di comunicazione in atto serve quindi a familiarizzare con lo strumento e terminerà a febbraio 2024.

Condividi su:
Mizar Fava

Mizar Fava

Master in sceneggiatura e critica cinematografica. Appassionata di arte, cinema, fotografia, viaggi e sport estremi. Da più di 15 anni seguo il sistema nazionale di protezione civile in tutte le sue iniziative. Mio padre, per farmi addormentare da piccola, mi raccontava sotto forma di favola le guerre mitologiche greche. Narrare storie è la mia passione fin da bambina. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici