La Giornata Mondiale della Terra è da poco trascorsa, ma quello che non passa è l’impegno sempre più costante nel proteggere il pianeta dai rischi ambientali rappresentati dal cambiamento climatico. La situazione è critica e in costante peggioramento e il nostro pianeta necessita di una vera rivoluzione green. Questa sarà più realizzabile ed efficace solo se potremo contare sulla partecipazione da protagoniste delle donne in giro per il mondo.

Donne e sostenibilità ambientale

Secondo uno studio della London School of Economics le donne sono quelle che stanno pagando maggiormente il costo del cambiamento climatico. Esse costituiscono l’80% degli sfollati dei disastri ambientali in giro per il mondo. Inoltre risultano molto più spesso degli uomini tra le vittime delle calamità naturali. Forse anche per questo la rivoluzione green sembra davvero dover esser capitanata da attiviste.

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La prima che senza dubbio viene in mente è l’attivista svedese Greta Thunberg che dal 2018 ha dato il via al primo sciopero scolastico per il clima nel 2018 (Skolstrejk för klimatet).

In realtà già negli anni ’70 ci furono le prime proteste ecologiche capitanate da donne. Una di queste fu Vandana Shiva che rese celebre in tutto il mondo i tree huggers, ovvero coloro che abbracciano gli alberi. Il movimento femminile nacque per proteggere le foreste sui fianchi dell’Himalaya che costituiscono, ieri come oggi, fonte di vita per le popolazioni indigene.

Shiva nel 2003 venne definita dal Time “un’eroina ambientalista” e ha collaborato anche con Papa Francesco al laboratorio The Economy of Francesco. Vandana è stata anche vicepresidente di Slow Food. Oggi la sua battaglia per portare avanti la rivoluzione green può contare su molte altre alleate. Dalla brasiliana Txai Suruì che si batte contro la deforestazione amazzonica, all’ugandese Vanessa Nakate che è l’attivista di riferimento per l’intera Africa, passando per Disha Ravi che è anche finita in carcere a causa di un tweet ambientalista.

La situazione è critica e in costante peggioramento e il nostro pianeta necessita di una vera rivoluzione green. Questa è realizzabile solo con la partecipazione da protagoniste delle donne in giro per il mondo

Esempio di manifestazione di attivista ambientale.

La rivoluzione green nella moda

Uno dei settori che più sta cambiando sul fronte sostenibile ed ecologico è quello fashion. Tra i brand della moda green, uno dei più apprezzati è Bav Tailor, dal nome della sua fondatrice. Il marchio è nato nel 2013 con l’intento di rispettare il corpo, l’ambiente e le persone: un business sostenibile a 360 gradi. Altro focus dell’azienda è la garanzia del marchio di autenticità del 100% Made in Italy.

Interessante vedere i materiali che vengono utilizzati per le varie collezioni dell’azienda, come ad esempio pelli di pesce, funghi, ortica, cotone ricavato dalle rose, polvere di marmo e sughero. Questi solo alcuni, ai quali possiamo aggiungere il Tencel Lyocell, una pelle che si ricava dai cactus o un’altra fibra di tessuto estratta dagli eucalipti.

L’anno sabbatico per una rivoluzione green

La spinta a cambiare atteggiamento per salvare il mondo non si ferma a chi ha un business, ma influenza tutti. È il caso di una professoressa di italiano di Cagliari che ha preso un anno sabbatico dal lavoro per dedicarsi alla raccolta di rifiuti. Carola Ludovica Farci, accompagnata dalla sua labrador Polly, ha deciso di ripulire fiumi, spiagge e mari d’Europa a bordo della sua auto. A ogni tappa del suo viaggio ‘armata’ di guanti, retine, pinza acchiapparifiuti e buste si mette all’opera. Per pulire il mondo e sensibilizzare, oltre che a “dare l’esempio ai miei studenti”.

Piccole o grandi, sono comunque tutti esempi di una rivoluzione green che ormai sembra in atto, magari a piccoli passi, ma ovunque nel mondo.

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Riccardo Pallotta

Riccardo Pallotta

Laureato in comunicazione e marketing con una tesi sul brand journalism. Attore e speaker radiofonico in Italia e all'estero. Social media manager. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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