Un tema fondamentale dell’Agenda 2030 e dello stesso PNRR è la crescita della sostenibilità, in particolare quella ambientale. E la tendenza dell’Italia sembra positiva: il report EY, società che fornisce servizi di consulenza direzionale, dal titolo “Seize the change” mette in luce una crescente attenzione verso questo tema. La trasformazione sostenibile ha diverse spiegazioni: nel privato, la crisi del mercato di prodotti tradizionali e le richieste dei clienti stanno influenzando le strategie di numerose aziende. Nel pubblico invece ha un ruolo centrale il PNRR, che prevede un’intera sezione di investimenti dedicata alla transizione ecologica.

La sostenibilità nel privato

Attualmente le strategie di sostenibilità più diffuse nel mercato privato italiano sono sei: l’esclusione di soggetti in base a valori, stipula di convenzioni internazionali, posizionamento in classifiche basate su criteri ambientali e sociali, investimenti tematici, engagement e impact investing.

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Ogni azienda si muove in maniera diversa, a seconda della grandezza e del settore. Loacker, azienda dolciaria, investe sulla produzione interna, di qualità e a basso impatto ambientale degli ingredienti (investimento tematico sul km 0). 3B Spa, azienda di arredamento, ha siglato un accordo con BMW per la fornitura di mezzi ibridi per il trasporto di materiali (convenzione internazionale). Il report “Seize the Change“, su un campione di 200 aziende, rivela come il 69% di queste abbia sviluppato un piano di sostenibilità e nel 44% dei casi anche obbiettivi quantitativi. Allo stesso tempo il 32% di esse non ha in alcun modo ridimensionato i propri progetti. Uno degli obiettivi più diffusi è la cosiddetta carbon neutrality, ovvero l’eliminazione completa delle emissioni (o in alternativa, bilanciarle con azioni complementari come gli investimenti nella pulizia dell’ambiente).

I passi avanti nel settore pubblico

Come già detto, il cuore della transizione ecologica pubblica è il PNRR. La portata degli investimenti previsti è notevole, poiché tocca numerosi settori. In primis quello delle infrastrutture: colonnine di ricarica per le auto elettriche, impianti di energia rinnovabile e fibra ottica. Per ognuno di essi si stanno chiudendo i primi bandi: i prossimo passi saranno l’approvazione definitiva dei progetti e l’inizio dei lavori.

L’investimento pubblico tocca i cittadini in maniera diretta: il 30 giugno è stato ufficializzato l’avvio del progetto Reti di Facilitazione Digitale. Si tratta di luoghi specifici che favoriscono l’utilizzo del digitale da parte dei cittadini quando interagiscono con la PA (pubblica amministrazione), in particolare quelli meno esperti. Ad aiutarli ci saranno lavoratori specializzati, la cui formazione è responsabilità del Dipartimento per la trasformazione digitale. Il passaggio al digitale permetterà un notevole risparmio di carta e trasporti, e renderà più efficiente l’intera macchina.

Il PNRR sta in generale progredendo secondo le scadenze prestabilite, avendo raggiunti i 45 obbiettivi previsti per i primi sei mesi del 2022. Tra questi ci sono gli investimenti per l’asse ricerca-impresa, tre riforme (su sei) della scuola e la riforma del catasto. Per questo il Ministero dell’Economia ha inviato all’Unione Europea la richiesta di pagamento della seconda rata dei fondi. L’importo sarà pari a 21 miliardi tra sovvenzioni e prestiti.

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Riccardo Ruzzafante

Riccardo Ruzzafante

Riccardo Ruzzafante, ho studiato Scienze Storiche all'Università di Torino. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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