Secondo l’ultimo studio condotto dal World Economic Forum, i servizi ecosistemici ad alto funzionamento rappresentano il 55% del Pil mondiale. Si stima che il  75% della superficie terrestre sia in un significativo stato di degrado ambientale, per cui gran parte delle istituzioni mondiali si stanno coalizzando per il raggiungimento di quello che è un’obiettivo globale: arrestare e invertire la perdita di natura entro il 203o. Vediamo come.

Cosa sono i servizi ecosistemici

I servizi ecosistemici sono quella serie di servizi che i sistemi naturali generano a favore dell’uomo: secondo la definizione proposta dal Millennium Ecosystem Assessment, sono i «molteplici benefici forniti dagli ecosistemi al genere umano». E’ possibile raggruppare i servizi ecosistemici  in 3 categorie principali:

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici
  • Sistemi di regolazione di gas atmosferici, clima, acque, erosione, prevenzione del dissesto idrogeologico, regolazione dell’impollinazione, habitat per la biodiversità
  • Sistemi di approvvigionamento di cibo, materie prime, acqua dolce, variabilità biologica
  • Sistemi culturali, quali valori estetici, ricreativi, educativi, spirituali, artistici, identitari

Alla base dei servizi ecosistemici ci sono i sistemi di supporto alla vita ovvero tutti quei servizi che contribuiscono alla conservazione della diversità biologica e genetica e dei processi evolutivi (il ciclo dei nutrienti, la formazione del suolo e le produzioni primarie). L’importanza dei servizi ecosistemici è quindi molto alta in quanto essi, direttamente o indirettamente, influenzano e sostengono la vita e il benessere umano in termini di salute, accesso alle risorse primarie, sostentamento, etc. Il Millennium Ecosystem Assessment ha calcolato che la perdita di servizi ecosistemici contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali diminuisce il livello di salute, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e intacca l’eredità culturale.

Investire sulla transizione ecologica fa bene al pianeta e all’economia

Se i dati sullo stato di salute del nostro pianeta spaventano dal punto di vista ambientale, tuttavia spaventa molto di più l’impatto che potrebbe avere tutto questo sull’economia generale e sui portafogli di investimento. L’esaurimento del cosiddetto “capitale naturale” (l’insieme di risorse quali acqua, foreste, aria pulita, biodiversità) pone le aziende in forte crisi: costi più elevati dovuti alla scarsità delle risorse, azione normativa e pressione esercitata dalle comunità e dalla società in generale.

Non investire sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici ad alto funzionamento potrebbe causare la drastica riduzione delle risorse naturali generando impatti sull’economia generale: dall’inflazione al Pil, dall’interruzioni del commercio ai disordini sociali. Il Dasgupta Review, rassegna globale e indipendente sull’economia della biodiversità guidata dal professor Sir Partha Dasgupta, nel 2021 ha sostenuto che l’intera economia è “incorporata” nella natura.

«Le istituzioni finanziarie – leggiamo – dovranno affrontare dei rischi. Studi condotti dalle banche centrali olandese e francese stimano che tra il 36% e il 42% dei portafogli delle loro istituzioni finanziarie è costituito da attività che dipendono fortemente dalla natura. Analogamente, uno studio della Banca Mondiale sulle banche brasiliane ha rilevato che il 20% dei portafogli di credito è altamente dipendente dalla natura».

La certezza è che sempre meno aziende saranno interessate a investire in attività dannose preferendo investimenti in attività legate ai servizi ecosistemici. Dopo anni di crescita sfrenata,  è un passo importante raggiungere la consapevolezza che i vecchi sistemi economici non posso più funzionare.

Condividi su:
Vittorio Palmieri

Vittorio Palmieri

Napoletano. Emigrato nell'entroterra irpino-sannita, in controtendenza con l'emorragia dei paesi interni verso la vita metropolitana. Ignoto poeta "prestato alla burocrazia". Nell’entroterra segue percorsi sociali con enti del terzo settore. Ha collaborato ad un progetto di agricoltura sociale con le Associazioni Irpine “Ecopotea Aps” e “Al Centro dei Ragazzi Odv”. Nell’ultimo anno fonda Introterra Aps, nata con lo scopo di rivalutare e riscoprire l'entroterra campano, e con la quale rileva un progetto giornalistico editoriale decennale "bMagazine.it" e fonda l'etichetta "Introterra Edizioni" Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per Buonenotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici