L’illuminazione pubblica rappresentata uno dei maggiori sprechi di energia nelle nostre città: ovunque abbiamo impianti che sommano l’enorme spreco di energia ad altrettanto inquinamento, spesso accompagnato da difficoltà nella gestione. Con l’aumento dei costi dell’energia o spendi molti soldi oppure riduci l’illuminazione pubblica, ma esiste una terza soluzione investire nell’energia solare, che è gratis.

Quanto costa l’illuminazione pubblica in Italia?

Tra il 2010 e il 2019 il consumo di energia per l’illuminazione pubblica, secondo l’analisi dell’Osservatorio conti pubblici italiani, è stato relativamente stabile intorno ai 6.000 GWh, mentre è crollato a 5.146 GWh nel 2020, probabilmente a causa della crisi pandemica.

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Per comprendere meglio il dato, illuminare le nostre città oggi ci costa 30,5 euro pro capite, complessivamente 1,8 miliardi di euro l’anno. Una spesa media molto più elevata rispetto  ad altri paesi europei come l’Austria (24,6), Francia (22,7) e Germania (4,8 euro).

Illuminazione pubblica

Consumo pro-capite per l’illuminazione pubblica in Europa

I maggiori costi pro capite per l’illuminazione pubblica si spiegano con la scelta degli impianti e con l’elevato numero di punti luce adoperati. Infatti un impianto di illuminazione più ampio, con maggiori lampioni rispetto al necessario, comporta una maggiore spesa per la realizzazione, il montaggio, la manutenzione ed il consumo energetico.

L’Italia si converte alle luci Led, una soluzione reale?

Una soluzione per ridurre il consumo di illuminazione pubblica adottata da circa il 60 per cento dei comuni italiani negli ultimi anni è stata quella di sostituire i lampioni con luce al sodio con lampadine a Light Emitting Diodes (LED). Anche se le luci Led sono considerate la miglior soluzione energetica poiché sono in grado di convertire più del 50% di energia elettrica in energia luminosa (lumen), non hanno comunque contribuito notevolmente al ridurre i consumi. Secondo l’Osservatorio dei conti pubblici italiani, due sono le principali cause per cui l’impiego di questa nuova tecnologia non è riuscita a ridurre i costo dell’illuminazione pubblica:

  • il maggior potenziale dell’illuminazione a LED è la sua capacità di essere adattiva. In pratica dispongono di una funzione “intelligente” che – se regolate adeguatamente – sono in grado di ridurre i consumi a secondo del tempo e delle condizioni di traffico. La diffusione di questa tecnologia è ancora limitata in Italia. L’esempio virtuoso più recente è il comune di Pero (MI), il cui impianto con 2000 punti luce di cui 1442 regolati in modo adattivo, avrebbe conseguito un risparmio del 73 per cento.
  • il minor costo dei LED ha incentivato l’installazione di nuovi punti luce, così da azzerare il risparmio che si sarebbe potuto ottenere. Inoltre anche l’uso di luci fredde da 4000k piuttosto di quelle calde a 3000k, con una potenza analoga ma un eco-sostenibilità maggiore, hanno inciso sui consumi.

L’Italia sta andando verso la giusta direzione anche se altri Paesi europei si dimostrano essere maggiormente avanti circa l’illuminazione pubblica e la lotta agli sprechi energetici. Intanto per far fronte alla crisi energetica

La Francia investe sul solare: un risparmio «tra i 600.000 e i 750.000 euro all’anno»

La Francia, per risolvere il problema, ha deciso di investire massicciamente sull’illuminazione pubblica iniziando un processo di conversione, nella zona di Agen che porterà alla rottamazione di 7 mila lampioni obsoleti con altrettanti ad energia solare. Un investimento che abbatterà

Il polo urbano di Agen, che conta circa 19mila punti luce, investirà 11 milioni di euro per sostituire con quelli ad energia solare. «Agen è il primo polo urbano a passare così massicciamente al fotovoltaico», spiega Jean Dionis du Séjour, presidente della comunità che riunisce più di 100.000 abitanti in 44 comuni. «L’investimento è pesante, ma la redditività è rapida. Speriamo di risparmiare tra i 600.000 ei 750.000 euro all’anno».  La migliore soluzione per risparmiare sui costi dell’illuminazione pubblica è investire sul solare.

Un lampione solare costa dal 20 al 30% in più rispetto a un lampione alimentato dall’energia elettrica «ma non ci sono costi aggiuntivi, nessun addebito energetico, nessun cavo, nessuna rete – spiega Laurent Lubrano, amministratore delegato di Fonroche Lighting, azienda che effettuerà i lavori di conversione – Il ritorno sull’investimento è immediato, non c’è manutenzione per 10 anni»

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Vittorio Palmieri

Vittorio Palmieri

Napoletano. Emigrato nell'entroterra irpino-sannita, in controtendenza con l'emorragia dei paesi interni verso la vita metropolitana. Ignoto poeta "prestato alla burocrazia". Nell’entroterra segue percorsi sociali con enti del terzo settore. Ha collaborato ad un progetto di agricoltura sociale con le Associazioni Irpine “Ecopotea Aps” e “Al Centro dei Ragazzi Odv”. Nell’ultimo anno fonda Introterra Aps, nata con lo scopo di rivalutare e riscoprire l'entroterra campano, e con la quale rileva un progetto giornalistico editoriale decennale "bMagazine.it" e fonda l'etichetta "Introterra Edizioni" Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per Buonenotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista

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