L’agroforestazione (agroforestry in inglese) è un mezzo pratico e a basso costo che contribuisce a un’economia verde promuovendo una gestione forestale sostenibile e a lungo termine. I ricercatori ambientali hanno suggerito che l’adozione di questa pratica potrebbe ridurre il rischio di incendi e proteggere in maniera più efficace gli ecosistemi.

Cos’è l’agroforestazione

L’agroforestazione o agroselvicoltura è la pratica di coltivare nello stesso territorio alberi e/o arbusti perenni, insieme a seminativi e/o pascoli.

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I sistemi agroforestali, che rappresentavano la normalità fino alla metà del secolo scorso, negli ultimi decenni, nei Paesi ad agricoltura intensiva come quelli europei, sono stati drasticamente ridotti a causa della diffusione della monocoltura e della meccanizzazione agricola. Tuttavia ne rimangono ancora prevalentemente nei Paesi mediterranei, soprattutto nei territori più poveri e meno sfruttati.

Esistono diversi tipi di sistemi agroforestali:

  • sistema silvoarabile: una combinazione di alberi (da legno o da frutto) e piante erbacee colturali
  • sistema silvopastorale: l’associazione di coltura di boschi e pascoli per animali da allevamento
  • sistema integrato agrosilvopastorale: la piantumazione di alberi in zone dedicate all’allevamento e alla coltivazione di piante erbacee colturali

I vantaggi dell’agroforestazione

Una vasta raccolta di studi conferma che l’agroforestazione può apportare vantaggi al comparto agricolo in termini di sostenibilità di sviluppo. In particolare, lo studio “Agroforestry Benefits and Challenges for Adoption in Europe and Beyond“, pubblicato su Multidisciplinary Digital Publishing Institute, evidenzia che “L’agroforestazione può migliorare la produttività agronomica, il sequestro del carbonio, il ciclo dei nutrienti, la biodiversità del suolo, la ritenzione idrica e l’impollinazione. Inoltre può ridurre l’erosione del suolo e l’incidenza degli incendi boschivi e fornire benefici ricreativi e culturali“.

Inoltre, secondo la FAO, l’agroforestazione potrebbe essere parte della soluzione per affrontare i principali problemi ambientali, economici e sociali, tra i quali soddisfare la domanda di cibo entro il 2050, anno in cui è previsto che la popolazione mondiale sia aumentata di 2 miliardi di persone rispetto ad oggi. Infatti essa include sistemi di gestione delle risorse naturali, più rispettosi del naturale funzionamento degli ecosistemi, che diversificano e sostengono la produzione al fine di aumentare i benefici sociali, economici e ambientali per gli utilizzatori del suolo a tutti i livelli.

Gli svantaggi dell’agroforestazione

Tuttavia esistono diverse limitazioni nell’adozione dell’agroforestazione. In primis, vi sono quelle logistiche connesse al passaggio delle macchine agricole, in quanto ostacolano la nascita di sistemi integrati e l’inserimento di alberi.

Un altro fattore preoccupante è la reddittività delle colture. Infatti, a parità di territorio occupato, l’agricoltura intensiva è molto più produttiva dell’agroforestazione.

Ultimo problema, ma non meno importante, è la competizione per le risorse. Le colture erbacee che si sviluppano nei pressi di un albero vengono ombreggiate e di conseguenza viene loro sottratta la fonte energetica; mentre le radici sono in competizione nella ricerca dell’acqua. Questo limite potrebbe essere risolto attraverso un’adeguata progettazione della disposizione delle alberature.

I sistemi agroforestali contro gli incendi boschivi

Numerosi studi scientifici confermano che negli ultimi anni la frequenza degli incendi è in aumento in molte parti del mondo. In particolare, i rapporti annuali sugli incendi boschivi in Europa, redatti dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dalla Commissione europea nell’ambito del programma Copernicus, indicano che dal 2000 al 2017 il fuoco ha distrutto 8,5 milioni di ettari di boschi causando la morte di oltre 600 persone e moltissimi danni economici.

Per combattere tale incremento, un team di ricercatori ha avviato alcune ricerche al fine di indagare se l’agroforestazione possa essere uno strumento di gestione per ridurre gli incendi nei Paesi del Mediterraneo europeo. I risultati dello studio, pubblicato su Springer Link, ha evidenziato che il 12% dei territori ricoperti da sistemi di agroforestazione erano colpiti da appena il 6% degli incendi globali, mentre le brughiere, che occupano il 16% della superficie della Terra, subivano il 41% degli incendi.

Inoltre, Paul Burgess, segretario del Farm Woodland Forum del Regno Unito ed esperto in ecologia e gestione delle colture, ha rilasciato un’intervista a Climate News Network, nella quale ha affermato che “Rispetto alle aree arbustive non gestite, l’agroforestazione può fornire tre vantaggi. In primo luogo, incoraggia l’occupazione locale e la gestione sul campo, il che può consentire risposte iniziali più rapide. Quindi, nella maggior parte dei sistemi agroforestali, viene gestito il sottobosco, la vegetazione tra la chioma della foresta e il pavimento, e questo riduce le riserve di carburante. Terzo, in molti sistemi agroforestali ci sono interruzioni tra gli alberi, che possono anche aiutare a limitare la propagazione dell’incendio“.

Dunque i risultati dello studio indicano che un ritorno dell’agroforestazione può rivelarsi un metodo efficace non solo contro gli incendi boschivi ma anche a favore dell’agricoltura sostenibile.

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Giulia De Giacinto

Giulia De Giacinto

Giulia De Giacinto. Appassionata di Motorsport, in particolare di Formula 1; mi piace raccontare le sue connessioni con la sostenibilità e storie di grande ispirazione. Attualmente scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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