Raggiunto l’accordo provvisorio tra Parlamento Ue e Commissione per ridurre le emissioni delle navi del 2% entro il 2030 attraverso l’impiego dei cosiddetti e-fuel, i carburanti sintetici che, secondo l’intesa raggiunta, dovrebbero sostituire gli odierni combustibili, maggiormente inquinanti.

Attualmente il provvedimento riguarda le navi di grandi dimensioni, ma entro il 2028 la Commissione dovrà rivedere le regole e valutare la possibilità di estendere l’obbligo anche alle navi più piccole. La decisione dell’utilizzo di combustibili più puliti nel settore marittimo rappresenta un importante contributo per la salvaguardia ambientale e pone le basi per il raggiungimento della neutralità climatica.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

FuelEu Maritime: che cosa prevede l’accordo

Lo scorso 23 marzo, è stato siglato l’accordo europeo per la riduzione di CO2 prodotta dai mezzi navali. Il provvedimento introduce uno standard sui biocarburanti e stabilisce tutte le tappe intermedie di diminuzione delle emissioni di gas serra. Entro il 2025 si dovrà arrivare a una riduzione del 2% e del 6% a partire dal 203o. Mentre a partire dal 2045, si dovrà arrivare a una riduzione del 62% con l’obiettivo di raggiungere l’80% entro il 2050.

L’obbligo riguarderà le navi con stazza lorda superiore a 5000 tonnellate, responsabili di circa il 90% delle emissioni di CO2 e di tutta l’energia utilizzata nei porti dell’Ue e per il 50% dell’energia utilizzata nei viaggi in cui il porto di partenza o di arrivo è al di fuori dell’Ue.

L’accordo resta provvisorio poiché la Commissione europea, entro il 2028, dovrà revisionare le regole con la possibilità di estendere l’obbligo anche alle navi più piccole e di aumentare la quota di energia utilizzata dalle navi provenienti da Paesi terzi. Tra le novità, anche l’obbligo, per le navi porta container o passeggeri ormeggiati in banchina nei principali porti Ue dal 2030, di utilizzare l’alimentazione a terra, per tutte le esigenze di elettricità. A partire dal 2035, questo obbligo dovrebbe applicarsi anche a tutti gli altri porti dell’Ue con alimentazione a terra. L’introduzione di questa misura ha lo scopo di ridurre l’inquinamento climatico.

Previste però alcune esenzioni: niente obbligo in caso di permanenza in porto inferiore alle due ore, di utilizzo di tecnologie a emissioni zero o di scalo in porto dovuto a condizioni improvvise o di emergenza.

Che cosa sono gli e-fuel

La produzione degli e-fuel avviene dalla combinazione chimica di idrogeno e anidride carbonica. L’idrogeno è ottenuto per elettrolisi dall’acqua e per farlo serve molta energia elettrica e molta acqua. Affinché i carburanti sintetici siano davvero a zero emissioni di CO2 occorre che questa elettricità venga da fonti di energia rinnovabili. Le emissioni zero degli e-fuel sono la sintesi della loro produzione che avviene prelevando anidride carbonica dall’atmosfera. In seguito, durante l’utilizzo nei motori a combustione interna viene emessa la stessa quantità di CO2 legata alla creazione del carburante sintetico.

La strada principale verso la decarbonizzazione del settore marittimo è individuata nella sostituzione dei carburanti fossili tradizionali con i carburanti sostenibili, non solo per i vincoli posti dalle attuali tecnologie di utilizzo finale impiegate nelle navi, ma anche per i vincoli infrastrutturali, in particolare riguardo all’introduzione di elettricità e idrogeno verdi. E’ importante che il percorso di decarbonizzazione sia sostenuto da un impegno serio a livello mondiale: il passaggio a carburanti più puliti è la principale delle soluzioni possibili per rispettare le scadenze fissate dai governi in modo compatibile con le infrastrutture e le tecnologie di utilizzo finale esistenti.

FuelEu Maritime: ok dal Parlamento per tagliare le emissioni delle navi dal 2025

Una nave passeggeri durante la navigazione

E-fuel: le decisioni future del Parlamento europeo

In attesa delle modifiche all’accordo che avverranno nel 2028, il relatore del Parlamento europeo Jörgen Warborn sostiene che questo accordo descriva il processo di decarbonizzazione marittima più ambizioso al mondo e che nessun’altra potenza mondiale ha individuato un quadro così dettagliato per fronteggiare le emissioni marittime. Con altrettanta soddisfazione per l’inizio di un percorso verso la riduzione delle emissioni di CO2, si è espresso Andreas Carlson, ministro svedese delle Infrastrutture e dell’edilizia abitativa. Carlson ha affermato che “il provvedimento garantirà condizioni di parità e assicurerà che i fornitori di carburante, le navi e gli operatori marittimi abbiano tempo sufficiente per adattarsi alle nuove condizioni, in modo che il settore marittimo possa realizzare gli obiettivi climatici”.

L’obiettivo principale dell’iniziativa FuelEu Maritime, inserito nel progetto “Fit for 55”, è aumentare la domanda e l’uso costante di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio e ridurre le emissioni di gas a effetto serra generate dal settore marittimo, assicurando il buon funzionamento del traffico marittimo fondamentale per l’economia non solo europea, ma anche globale.

Condividi su:
Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici