L’impiego di pesticidi a livello globale è quasi raddoppiato dal 1990 e l’Italia è il secondo maggiore mercato nell’Ue. Pesticidi che rappresentano “una economia di veleni legalizzati”. L’allarme arriva dal Wwf in occasione della Giornata mondiale della salute che si è svolta il 7 aprile. I diserbanti naturali e il diserbo selettivo sono gli strumenti che l’agricoltura biologica sta mettendo in pratica per ridurre l’uso dei pesticidi nei campi.

Cosa sono i diserbanti naturali e il diserbo selettivo

I diserbanti naturali sono quei prodotti utilizzati per il diserbo dei campi che non hanno un impatto sull’ambiente pari a zero o molto vicino. Solitamente i prodotti per il diserbo naturale e biologico sono a base di prodotti naturali ed escludono completamente quei principi chimici presenti nei diserbanti “tradizionali”. I più diffusi sono quelli a base di aceto, bentonite, bicarbonato di sodio, oli vegetali alimentari, propoli e sapone di Marsiglia. Il diserbo selettivo fa uso di quei diserbanti detti sistemici, cioè che agiscono solo su un determinato tipo di piante senza intaccare il resto. Questo tipo di diserbo permettere di eliminare solo quelle piante che concorrono con la coltivazione preservando la biodiversità all’interno del campo coltivato. Se il diserbo selettivo è fatto con prodotti biologici permette una netta riduzione dell’impatto causato dai pesticidi.

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I pesticidi in agricoltura: i dati, i rischi ambientali e per la salute

Oggi nel mondo, per il diserbo dei campi, si utilizzano 4 milioni di tonnellate di pesticidi, il cui mercato globale ha raggiunto un valore di 84,5 miliardi di dollari nel 2019, con un tasso di crescita annuo di oltre il 4% dal 2015. Nel 2020 in Italia sono stati venduti 125 milioni di kg di sostanze chimiche per l’agricoltura, 5,2 kg/ettaro. Nel 2021 la superficie agricola coltivata senza pesticidi in Italia era ancora solo il 17,4%. Questo il quadro che emerge dall’“Atlante dei pesticidi”, report realizzato dal WWF, in collaborazione con la Coalizione Cambiamo Agricoltura. I diserbanti chimici, molto più diffusi dei diserbanti naturali, sono un danno per la salute umana l’ONU, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, stima che oltre 385 milioni di casi di avvelenamento da pesticidi e 258.000 decessi ogni anno in tutto il mondo.

Il diserbo chimico, spiega il Dottor Giuseppe Ciarcia, attivista dell’Associazione Ecopotea, è un «metodo che non è né tradizionale né innovativo, è solo uno sfregio alla natura senza senso. Queste sostanze tossiche infatti si accumulano nelle falde acquifere, finiscono nei cibi, provocano tumore, uccidono le api compromettendo i cicli di impollinazione e la biodiversità». Anche in dosi minimali, possono risultare estremamente nocive per la salute umana e rappresentare quindi un vero e proprio problema di salute pubblica. Incentivare, quindi, pratiche agricole biologiche che facciano uso di diserbanti naturali e del diserbo selettivo sono – secondo il WWF, «è l’unica soluzione per proteggere la salute».

Verso un’agricoltura naturale: coltivare con diserbo selettivo è possibile?

Il diserbo selettivo è tra le pratiche più antiche messe in atto in agricoltura, tale pratica veniva fatta a mano (o a colpi di zappa). Reintrodurre sulla filiera agricola questa pratica manuale è la sfida dell’Associazione Ecopotea che la ripropone, come momento ludico e di aggregazione, nel suo progetto di comunità come il loro “diserbante naturale” nei campi di grano. In pratica, per ridurre al minimo l’utilizzo di sistemi meccanici e invasivi, hanno scelto di recuperare la  “scellecatura“, termine gergale dell’alta irpinia che indica appunto il diserbo manuale delle infestanti.

Verso la stessa direzione viaggia il progetto di Genuino Clandestino. Nato nel 2010 come campagna di comunicazione per denunciare quei sistemi di produzione agricola poco rispettosi dell’ambiente e della salute pubblica e per «sostenere e diffondere – come si legge dal loro statuto – le agricolture contadine che tutelano la salute della terra, dell’ambiente e degli esseri viventi, a partire dall’esclusione di fertilizzanti, pesticidi di sintesi, diserbanti e organismi geneticamente modificati; che riducono al minimo l’emissione di gas serra, lo spreco d’acqua e la produzione di rifiuti, e che eliminano lo sfruttamento della manodopera».

Oggi, Genuino Clandestino, è diventa una rete, composta da agricoltori, artigiani e consumatori, che sostiene attraverso eventi (come mercatini di vendita diretta e gruppi di acquisto) il diritto ad accedere ad un cibo genuino, economicamente accessibile e locale. Inoltre il progetto lavora per salvaguardare il patrimonio agro-alimenrare  arrestando il processo di estinzione della biodiversità e di appiattimento monoculturale, attraverso l’applicazione di buone pratiche di agricoltura naturale. 

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Vittorio Palmieri

Vittorio Palmieri

Napoletano. Emigrato nell'entroterra irpino-sannita, in controtendenza con l'emorragia dei paesi interni verso la vita metropolitana. Ignoto poeta "prestato alla burocrazia". Nell’entroterra segue percorsi sociali con enti del terzo settore. Ha collaborato ad un progetto di agricoltura sociale con le Associazioni Irpine “Ecopotea Aps” e “Al Centro dei Ragazzi Odv”. Nell’ultimo anno fonda Introterra Aps, nata con lo scopo di rivalutare e riscoprire l'entroterra campano, e con la quale rileva un progetto giornalistico editoriale decennale "bMagazine.it" e fonda l'etichetta "Introterra Edizioni" Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per Buonenotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista

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