La moda sostenibile non è più solo una tendenza, ma sta diventando ormai una scelta per molti consumatori. È accresciuta l’importanza di tutelare l’ambiente anche attraverso acquisti più consapevoli nel settore dell’abbigliamento. Perciò le aziende che producono in maniera ecologica, realizzano capi con materiali di scarto o con fibre ecosostenibili. I tessuti e i metodi di lavorazione sono di qualità superiore rispetto a quelli low cost e questo giustifica i prezzi più elevati. Infatti la moda eco punta sulla qualità a favore di un capo durevole nel tempo, anziché sulla quantità proprio per ridurre l’impatto ambientale. 

Moda sostenibile e fast fashion: due realtà agli antipodi

“Chi più spende, meno spende” recita un detto che oggi suona un po’ anacronistico. Negli anni ‘80, quando l’industria non puntava sul fast fashion e i consumatori compravano quando un capo era necessario, l’acquisto verteva sulla resa del prodotto nel tempo. Negli anni 2000, con l’esplosione della moda veloce, le aziende hanno iniziato a produrre più collezioni nell’anno e non più le tradizionali proposte primavera/estate/autunno/inverno.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Ciò ha generato un cambio dell’offerta: l’industria ha cominciato a vendere capi low cost realizzati con materiali inquinanti. Il fenomeno del fast fashion, dal suo exploit ad oggi è ancora in atto, ma da qualche anno la questione ambientale è diventata di interesse comune e anche i consumatori hanno iniziato a cambiare prospettiva.

Moda sostenibile: un fenomeno in aumento

I consumatori, negli ultimi anni, hanno compreso l’importanza di fare scelte consapevoli nell’acquisto di capi di abbigliamento: la moda sostenibile punta sulla qualità e sull’impiego di fibre naturali e materiali riciclati. Inoltre diverse aziende hanno ridotto le emissioni e il consumo di acqua per la produzione.

Le aziende che producono abbigliamento sostenibile selezionano i materiali impiegati nella realizzazione dei capi: ciò non consente di vendere capi low cost, anche se recentemente, alcune realtà industriali hanno cominciato a lanciare collezioni a prezzi accessibili a un pubblico più ampio.

L’approccio sostenibile non è legato solo agli acquisti: per non impattare sull’ambiente si può puntare al riciclo degli abiti e dare nuova vita a vestiti che sono rimasti a lungo nell’armadio. Ci sono diversi modi per liberarsi di vecchi articoli inutilizzati: dalle App attraverso cui vendere i propri vestiti, ai negozi specializzati nella vendita di capi second hand, dagli swap party dove si barattano vestiti tra amici, alla donazione presso associazioni di volontariato che raccolgono abiti usati da destinare ai meno fortunati.

Moda sostenibile: come acquistare capi consapevolmente

Interno di un negozio di capi e accessori sostenibili

Moda sostenibile: passi importanti contro il fast fashion

Il fast fashion si scontra con le tematiche sostenibili. La moda veloce punta a generare profitto sulla quantità e non sulla qualità. Per immettere sul mercato articoli low cost, l’industria utilizza materiali altamente inquinanti come il poliestere e il poliuretano. Per arginare l’utilizzo di questi prodotti, la Commissione europea ha proposto l’iniziativa “Eu Strategy for Sustainable and Circular Textiles” da attuare entro il 2030.

Tra gli obiettivi, vi è il miglioramento della durata dei capi, l’aumento del contenuto obbligatorio di fibre riciclate e la riduzione al minimo delle sostanze nocive. L’UE mira a limitare gli impatti sfavorevoli sull’ecosistema anche attraverso l’iniziativa del passaporto digitale: l’industria dovrà fornire l’indicazione dei requisiti sulla circolarità e sulla tracciabilità di sostanze pericolose. Il documento permette tramite codice QR di tracciare il percorso di ogni prodotto, dalla creazione alla vendita, per condurre il consumatore a fare scelte informate. 

Leggi anche:

Passione vintage: quando la moda diventa una scelta sostenibile

Upcycling: come è nato il riciclo creativo e perché è importante per l’ecosistema

La storia di Rossella Fiorani, la modella influencer che racconta la moda inclusiva

Condividi su:
Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici