L’upcycling, ovvero il riutilizzo creativo, è un trend nato come fenomeno di nicchia, ma nel corso del tempo si è diffuso sia tra gli appassionati del “fai da te”, sia tra le aziende che utilizzano prodotti di scarto, tessuti e oggetti destinati a essere buttati. Lo scopo è dare vita a nuovi oggetti con funzionalità differenti. Il motto è riciclare per creare oggetti migliori di quelli che erano in origine. L’upcycling spopola soprattutto tra i giovani stilisti e designer di tutto il mondo perché l’attenzione all’ecosistema è di importanza globale.

Oggi il riutilizzo creativo è diventato una necessità per salvaguardare il pianeta, perché il ridotto impatto ambientale è frutto di un minore dispendio di risorse energetiche e di inquinamento: non vengono distrutti gli scarti come nel caso del riciclo.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Upcycling: che cos’è e quali sono le sue origini

Upcycling, letteralmente significa “riciclare meglio” o “recupero migliorativo” quindi riciclare rendendo l’oggetto migliore di prima. Si intende il processo di trasformazione di materiali di scarto, prodotti inutili o indesiderati in nuovi oggetti percepiti come di maggiore qualità, a cui viene attribuito un valore artistico o ambientale.

E’ il 1963 quando appare per la prima volta un oggetto nato dall’upcycling. Questo avviene grazie alla Heineken, azienda olandese produttrice di birra, che, vedendo la quantità di bottiglie lasciate ovunque, crea la campagna Wobo

Wobo è la prima bottiglia di birra progettata per avere un doppio ciclo di vita: prima bottiglia di birra e poi mattone per l’edilizia creata dall’architetto John Habraken. L’idea geniale non ha successo e le bottiglie diventano così semplici suppellettili.

Dopo dieci anni, nel 1973, gli architetti Charles Jencks and Nathan Silver scelgono un nuovo modo di progettare rispetto a quello tradizionale, con lo scopo di impiegare in maniera diversa gli oggetti e i materiali che ci circondano, attribuendo nuovi ruoli e significati.  

Differenza tra upcycling e recycling

L’ upcycling, il riutilizzo creativo è quel processo che dà una nuova vita a un oggetto senza che questo subisca un’ulteriore lavorazione. Attraverso la creatività, la fantasia e un pizzico di buon gusto, si possono realizzare degli oggetti che diventeranno dei pezzi unici, originali e di grande effetto. Il riutilizzo creativo consente di accrescere il valore del prodotto originario trasformandolo in qualcos’altro.

Nel recycling, i componenti di un oggetto per essere impiegati nuovamente necessitano di un processo di conversione. Per questo motivo, è fondamentale il ruolo della ricerca scientifica che, in alcuni casi, consente di poter ripetere questo processo all’infinito.

Quando si affronta il tema della sostenibilità, il mondo del fashion punta spesso a ricoprire i consumatori di termini che si riferiscono a quell’ambito, ma non sempre lo fa in maniera precisa. Upcycling e recycling sono utilizzati sovente come sinonimi perché entrambi sono protagonisti della seconda vita dei prodotti che hanno concluso la loro funzione originaria. In realtà, sono due concetti completamente differenti. Dunque interrogarsi sul significato dei termini legati all’ambito della sostenibilità porta a riflettere sui processi produttivi e sui materiali che stanno alla base di quello che scegliamo di acquistare.

Upcycling: l'importanza del riutilizzo creativo per tutelare il pianeta

Una macchina da cucire che diventa un lavabo da toilette

Upcycling: la diffusione in Italia del riciclo creativo

Ormai la cultura del riciclo è diffusa e nota perciò diventa indispensabile fare un ulteriore passo in avanti e ispirarsi al nuovo concetto di cradle to cradle, secondo cui si tende ad eliminare a priori il concetto di rifiuto. Il prodotto è definito sostenibile solo quando viene provata la sua efficacia nel tempo, oltre che la sua efficienza legata a una fase della sua vita. Riciclare solamente non basta, anzi spesso è controproducente visto che, a volte, si rischia che le industrie manipolino il materiale di scarto inquinante.

Al contrario, con l’upcycling si riutilizzano le materie prime per ottenere altri oggetti, quasi sempre di qualità superiore. In Italia, terra di stilisti e designer tra i migliori al mondo, l’upcycling da fenomeno di nicchia è diventato una strategia economica e innovativa. Infatti molte case di moda e aziende del settore dell’ arredamento hanno fatto il proprio tratto distintivo contrapponendosi al fenomeno dilagante del fast fashion nella moda e del fast furniture nel design.

L’obiettivo è di sensibilizzare il consumatore al fine di acquistare consapevolmente i prodotti, che siano capi di abbigliamento o complementi d’arredo: la “moda veloce” insieme all'”arredamento rapido” riecheggiano come dei fenomeni in controtendenza con il periodo storico che il pianeta sta attraversando. Il riscaldamento globale e gli eventi climatici estremi, a cui ormai troppo spesso assistiamo, sono un segnale esplicito di aiuto che il pianeta ci sta chiedendo.

Condividi su:
Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici