Uno scrittore pieno di idee, una vita passata fra gli Emirati Arabi, la Russia e il deserto. Questa è la storia di Andrea raccontata per Buonenotizie.it: una narrazione in cui rispecchiarsi, per coloro che sono alla ricerca della felicità, con la voglia di avvicinarsi alla “vita vera” per riconnettersi alla natura e alla tradizione.

Andrea, una laurea in lingua e letteratura russa e inglese, un inverno a Mosca a scrivere di bambini nei gulag e l’incontro con il borgo di Trassilico. L’innamoramento dell’Appennino, la creazione di una cooperativa di comunità e la spinta a cercare di riconnettersi alla natura.

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Insieme a lui, la moglie Olga e altri ragazzi che fanno parte della cooperativa, per dare vita a un progetto a lungo termine per vivere in contatto con l’ambiente e la tradizione.

La vita del borgo: una scelta per riallinearsi all’essenza della natura

Il primo contatto con Trassilico nasce da un viaggio in Panda nel maggio 2021: l‘Italia in pandamia. L’idea era quella di viaggiare per l’Italia, vivendo con il baratto e il passaparola, per scoprire l’evoluzione del post pandemia, creando un sistema di scambio inusuale documentato in un blog. Il progetto, durato due mesi, raccontava un’avventura priva di portafoglio, seguito da Radio Deejay e narrato dallo stesso Andrea nel blog “Il vertebrato ragionevole“.

Arrivati a Trassilico in Garfagnana a 720 metri di dislivello sul mare – racconta Andrea – sono stato invitato da una lettrice del mio blog a partecipare, insieme a mia moglie, a un bando di comunità per la gestione di un rifugio in questo borgo. Senza pensarci due volte abbiamo consegnato tutto e, come colpiti dal dardo di Cupido, ci siamo innamorati della Rocca, della Garfagnana e delle piccole case in pietra.

Ci siamo così fermati in questo borgo per riaprire il rifugio e iniziare la nostra avventura. Ci attrae l’idea di lavorare e avviare questo piccolo centro, che tiene in piedi la comunità di autoctoni, circa 60. A poco a poco il borgo ha iniziato ad animarsi, in un’antropologia in simbiosi con la natura. La Garfagnana è una grande selva e già i liguri apuani vivevano in questo ideale di connessione con la natura. Il nostro concetto è quello di vivere la montagna, di imparare dalla storia del borgo, attingendo dall’essenza della tradizione di chi vive nelle aree montane.”

La lontananza dalla civiltà, l’avvicinamento alla natura e al passato

Il 17 luglio 2021 apre così il rifugio nel borgo di Trassilico. Il progetto è una sinergia fra persone predisposte all’incontro diretto con la natura. Ognuno di loro collabora per riqualificare il borgo e il territorio.

“Si rendono produttivi vigneti e castagneti – continua Andrea – creiamo quello che in passato era l’elemento che caratterizzava il nostro territorio: l’accoglienza e la condivisione. Siamo infatti un punto di passaggio fra antiche aree di frontiera e mulattiere, ma anche di pellegrinaggio lungo i percorsi francescani. 

Sono stati mesi molto intensi, ma la scelta di vivere in un borgo così puro è una missione. Non è una migrazione, ma un ritorno alle origini. La voglia di cooperare con la natura e la tradizione è la risposta a una chiamata che è per tutti: bisogna solo saperla ascoltare.

Si coinvolgono enti, università e istituzioni, per far conoscere il borgo, senza svenderlo: non serve uno stravolgimento, ma solo spolverare il passato. Si impara, grazie alla saggezza degli autoctoni, divenendo custodi e portatori di queste testimonianze. Abbiamo molti progetti per il futuro, come quello di realizzare un campeggio sospeso, per impattare il meno possibile sulla natura. Siamo testimonianza del ritorno ad una realtà da riscoprire”.

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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