Ciccio di Cefalù è l’inventore delle scarpe dei piloti da corsa. È Capodanno 2023 quando Francesco Liberto, questo il nome all’anagrafe, trasloca in paradiso. I suoi calzari sono unici. Fatti a mano e su misura, personalizzati nei colori e nei rinforzi, in fior di vitello, morbidissima pelle solitamente usata per i guanti, sono rivestiti con uno strato di Nomex all’interno, per le sue proprietà ignifughe. Niki Lauda li indossa quando porta la Ferrari sul tetto del mondo vincendo il Mondiale di F1 nel 1977. L’estate precedente infatti la Ferrari, in vista del Gran Premio di Monza 1976, commissiona al calzolaio tre paia di scarpe destinate ai suoi piloti: Lauda, Reutemann e Regazzoni.

Francesco Liberto, questo il nome all’anagrafe, è nel REI, Registro delle Eredità Immateriali, della Regione Siciliana come “Tesoro Umano Vivente”. Marco Gentili, suo amico e assistente alle pubbliche relazioni, racconta la storia del calzolaio dei piloti e un suo docu-film ne tramanderà la memoria. Iniziativa a tutela del Tesoro Umano, la cui valorizzazione è prevista anche dalla Finanziaria 2023.

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La storia del calzolaio dei piloti

Ciccio di Cefalù @Gippetto

L’artigiano che ha fatto le scarpe a Lauda e Schumacher

Mi serve un paio di scarpe bianche e rosse!” così è scritto su una cartolina senza firma spedita da Tokyo. Sono gli anni ’80 e il destinatario è “Ciccio di Cefalù-Italy“. La posta arriva regolarmente a Francesco Liberto, questo il vero nome, perché tutti sanno chi è il calzolaio dei piloti di Formula 1. Anche Ciccio indovina il mittente: Clay Regazzoni, il celebre pilota ticinese, suo cliente affezionato. Così come lo sono stati per tanti anni campioni del calibro di Lauda, Mario Andretti, Jacky Ickx, l’eroe dei siciliani Nino Vaccarella, l’asso dei rally Sandro Munari. E in tempi recenti Michael Schumacher e Sebastian Vettel.

Classe 1937, quinto di sei figli, impara il mestiere del ciabattino dallo zio paterno, dove viene portato per evitagli la cattiva strada. Nato a Cefalù non si sposterà mai da lì, semmai è il mondo ad arrivare da lui. Negli anni ’60 c’è un treno diretto che unisce Parigi direttamente alla Sicilia voluto dal Club Mediterranee (oggi Club Med). Ciccio, dopo aver appreso l’arte dei calzolai di Capri, diviene famoso per i suoi sandali da passeggio venduti ai molti turisti. La Sicilia grazie alla Targa Florio, la corsa più antica del mondo, è terra di motori e negli anni d’oro i team della Ferrari e della Porsche risiedono a Cefalù. Le famose racing shoes nascono in quel periodo.

La Porsche gli dedicherà un documentario, definendolo “Leggenda vivente”, Enzo Ferrari lo inviterà Maranello. Oggi le sue creazioni sono esposte in diversi musei tra cui quello della Porsche di Stoccarda e della Ferrari a Maranello. Nel film Rush del 2013, che racconta la rivalità in Formula 1 fra Niki Lauda e James Hunt, il regista Ron Howard, ha voluto le sue scarpe.

Ciccio di Cefalù, il calzolaio dei piloti

Ciccio di Cefalù @Gippetto

L’eredità di Ciccio di Cefalù

Ho voluto portare nella sua bottega i miei figli. Si è comportato come un nonno e ha spiegato tutta la storia, mostrando foto di famosi piloti e come fare le sue scarpe” racconta l’ingegner Alfredo Gippetto, corridore per passione, e ammiratore di Ciccio di Cefalù.

Sono andato da Ciccio una prima volta perché ne avevo sentito parlare” racconta Daniel Müller, figlio del pilota Herbert, tragicamente morto nel 1981 durante i 1000 chilometri del Nürburgring. “Quando vi ritornai mi volle regalare un paio di scarpe con il ritratto di mio padre. Un gesto bellissimo da parte sua“.

Tanti i racconti documentati che hanno segnato un’epoca. Le sue scarpe, acune serigrafate con volti di noti piloti, e la sua arte sono sotto gli occhi di tutti. “Molti sono gli attestati di stima che ha avuto in vita e anche adesso che non c’è più” racconta Marco Gentili, amico e addetto alla sua comunicazione.Qualche anno fa, il compianto Paolo Morigi, esperto d’arte legato al Museo della Cultura di Lugano, ha progettato una statua a lui dedicata, ma mai autorizzata dalle autorità“.

Ciccio di Cefalù

La storia del calzolaio dei piloti, un docu-film per ricordarlo

Ciccio di Cefalù non aveva figli né apprendisti, ma a mettere al riparo la sua eredità è stato proprio Gentili, produttore televisivo. “Il negozio di Ciccio è stato affittato e tutto il materiale lì contenuto portato in un deposito dal nipote, Vincenzo, l’erede. C’è da capire l’intenzione da parte della Giunta e del Sindaco di Cefalù se concedere a Ciccio uno spazio, anche se uno spazio c’è ed è dove Ciccio creava le sue scarpe”. A futura memoria del calzolaio dei piloti, “sto realizzando un docu-film” conclude Marco Gentili.

Proprio la conservazione della memoria storica è tutelata anche nella Finanziaria 2023 e nei progetti Pnrr dedicati alla cultura. Nel Fondo cultura, sono previsti 100 milioni di euro per  il 2023 per la valorizzazione, tutela, fruizione e digitalizzazione del patrimonio culturale, materiale e  immateriale, come il Tesoro Umano Vivente.

Le scarpe di Ciccio di Cefalù

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Anna Restivo

Anna Restivo

Editor e creator freelance nel motorismo sportivo e storico.  Ho collaborazioni in F1 dal 2014, passando anche dalla Motogp, e dal 2019 in manifestazioni di auto e moto d'epoca. Mi piace raccontare il motorismo e le sue connessioni con società, arte, ambiente, creando format e progetti. Attualmente collaboro con BuoneNotizie.it, grazie al quale ho avuto l'opportunità di conoscere il giornalismo costruttivo.

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