Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky sono gli uomini più conosciuti del momento. In queste settimane hanno messo in secondo piano i leader di tutto il mondo, che cercano di mediare: sabato 5 marzo, il premier israeliano Naftali Bennett ha parlato con Putin della situazione, Joe Biden ha iniziato un dialogo con la Cina per creare alleanze e Mario Draghi ha dato pieno appoggio all’apertura di corridoi umanitari in Italia. 

In attesa che si compiano i negoziati fra Putin e Zelensky e che si delineino le reazioni degli altri Paesi, tracciamo un profilo dei due presidenti. Per comprendere chi sono i protagonisti della crisi fra Russia e Ucraina e analizzare, in modo neutrale, la loro storia. I rapporti fra Zelensky e Putin erano già noti: nel 2019, infatti, erano stati attuati fra i due, degli accordi che prevedevano lo scambio di prigionieri in Crimea, in cambio di un cessate il fuoco nella regione filorussa. 

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Nel 2020, Zelensky aveva annunciato il fatto che un gruppo di sabotatori russi, stesse cercando di dar vita ad un golpe. Notizia smentita da Putin, ma che segnò il preludio della richiesta formale della Russia di escludere l’Ucraina di Zelensky dall’ingresso nella NATO. Da allora la situazione ha inziato ad infiammarsi, sino allo scoppio del conflitto. 

I 23 anni della Russia di Putin 

Putin, 70 anni di cui 23 dedicati alla guida della Russia, è la figura più emblematica di questa guerra. Le sue origini hanno un forte legame con la storia dell’URSS: Putin era il nipote del cuoco personale di Lenin e, poi, di Stalin, elemento che, indirettamente, sembra aver attirato il Carma e reso Putin leader del Paese. Lavorò per parecchi anni nel KGB, la polizia segreta di Stato, e questo elemento emerge in ogni sua scelta tattica, dettata da precisione e freddezza. La sua storia lo vede legato al mondo dello sport, in particolare delle arti marziali. La sua passione per il Judo lo ha reso autore, nel 2013, di un libro sulle pratiche della disciplina “Judo: History, Theory, Practice” e vincitore di competizioni di alto livello.

Nel 1999 divenne Primo Ministro, accusò i separatisti ceceni di essere terroristi: questo scatenò una nuova guerra nel territorio ceceno e, con la chiusura del conflitto, gli garantì un’ampia popolarità. I mandati di Putin sono quattro, intervallati a due da Primo Ministro. Nel 2020, un cambio costituzionale ha reso possibile la sua elezione fino al 2036. 

Sotto il suo governo la Russia è cresciuta economicamente, rendendo il Paese un leader mondiale in vari ambiti, economico, militare e sportivo. Olimpiadi, Mondiali di Calcio, F1: tutti passavano in Russia, sinonimo di prestigio. 

Zelensky il comico eletto dal popolo 

Una delle ultime fotografie scattate a Zelensky lo ritrae con un elmetto in testa, in una strada ucraina, determinato a difendere il suo Paese. Il suo nome ha avuto una forte rilevanza in questo contesto bellico: ma chi era Zelensky prima del 27 febbraio 2022? Il presidente ucraino è stato eletto nel 2019, vincendo con il 70% dei voti; è considerato un uomo del popolo che ha dovuto gestire in questi due anni: la pandemia, la fine della guerra in Crimea e, ora, un nuovo conflitto che rischia di creare una delle più grandi crisi nella storia dell’Ucraina. La sua, però, non è la storia di un politico, ma quella di un attore comico: interpretava, in una serie TV, proprio il ruolo di presidente eletto dal nulla, combattendo contro la corruzione. 

Zelensky ha 44 anni, 2 anni di esperienza politica e una grande popolarità sia da parte ucraina che filorussa. Appena eletto, era stato accusato di essere filorusso, in quanto la sua prima lingua era proprio quella degli zar. Era stato inoltre votato in gran percentuale nelle regioni filorusse.

Nonostante ciò, Zelensky, ha puntato su una politica di avvicinamento all’Europa, cercando di allontanarsi dalle avances di Putin. Si sospetta che ci possano essere stati anche dei suoi coinvolgimenti nell’Impeachemet contro Donald Trump, durante il suo mandato. Anche se, ad oggi, tutto sembra essere stato smentito. Zelensky ha da sempre dimostrato la volontà di far entrare il suo Paese all’interno della NATO e all’interno dell’UE, nonostante le perplessità di Bruxelles. 

Putin e Zelensky una rivalità nuova in una storia antica

Prima dell’avvento di Zelensky, il presidente era Petro Porosenko, eletto dopo le proteste nei confronti del presidente filorusso Viktor Yanukovych; l’avvicinamento alla NATO e l’allontanamento da Putin era quindi già in atto. I dissapori fra Porosenko e Putin sono culminati nel 2014, con la guerra in Crimea e nel Donbass. Nel 2015 i due presidenti firmarono in Bielorussia una serie di trattati, gli accordi di Minsk, che prevedevano amnistia e scambi di ostaggi, oltre al cessate il fuoco nel Donbass. 

I trattati non sono mai stati rispettati del tutto e l’attacco alle regioni del Lugansk e del Donetesk del mese scorso, hanno riacceso le ostilità. Putin, nella sua visione, ha definito l’Ucraina “una periferia della Russia” (la parola russa Ucraina, indicherebbe appunto periferia); le motivazioni sono quindi state quelle di voler riunire gli abitanti filorussi sotto il governo russo. Oltre a questo le richieste di entrare nella NATO hanno allarmato Putin, che si è sentito decentrato, in questa volontà di molti paesi ex-sovietici e ora atlantisti, di espandersi verso Est. 

Zelensky, Putin e la NATO: una triade in bilico

La possibile presenza dell’Ucraina di Zelensky nella NATO e, come richiesto il 1 marzo dal presidente stesso, nell’Unione europea, non è così scontata: innanzitutto la NATO non può accogliere uno Stato in guerra e ci vorrebbero parecchi standard per l’accettazione dell’Ucraina nell’Alleanza Atlantica. L’ingresso nell’UE deve essere formalizzato e rispettare dei canoni di adesione molto stringenti, che riguardano la forza economica e il rispetto dei valori democratici dell’UE. 

L’Ucraina è giovane: solo dal 1991 ha raggiunto l’indipendenza dall’URSS; questo la rende un Paese in cui moltissime persone parlano russo e molte altre sono filorusse; nel contempo si tratta di un Paese ancora lontano da un ingresso immediato nell’UE, perché acerbo su alcuni punti descritti dai “Criteri di Copenaghen”, come l’economia di mercato funzionante e la stabilità istituzionale. 

Putin e Zelensky sono quindi presidenti di due Paesi che hanno più note in sinfonia che disaccordi, ma la volontà dell’Ucraina di essere più vicina all’Occidente ha creato una nota stonata che echeggerà ancora per giorni.  

 

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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