La guerra tra Ucraina e Russia ha determinato cambiamenti geopolitici in tutto il mondo con dinamiche internazionali diverse e ogni Paese ha delineato la sua posizione schierandosi al fianco di una delle due potenze coinvolte. Il conflitto ha così prodotto reazioni in materia di difesa e sicurezza nazionale, mobilitando anche la Nato: che cos’è e quali sono le attività della più grande organizzazione intergovernativa del mondo è tra gli argomenti di maggiore interesse visto che, nonostante se ne parli spesso, molti non ne conoscono bene le caratteristiche. Tra i suoi scopi principali, ad esempio, c’è non solo la salvaguardia dell’area nord-atlantica ma anche un’alleanza politica e militare di tutti i suoi membri.
Vari Stati fuori dalla Nato hanno avviato procedure di adesione, in particolare Svezia e Finlandia, ma per diventarne membro vi sono diversi criteri di natura politica, economica e militare. L’ingresso dei due Paesi nell’Alleanza Atlantica, che ha palesato il suo appoggio all’Ucraina con aiuti militari e trattative diplomatiche, segna una svolta storica considerando la politica tendenzialmente neutrale da sempre avuta da entrambi e al contempo la richiesta di adesione fa avanzare riflessioni profonde sulle modalità di adesione e sull’importanza per la Nato di allargarsi con nuovi membri che possano garantire sostegno reciproco.
Cos’è la Nato e quali sono le sue origini
L’Organizzazione intergovernativa nasce ufficialmente nel 1949, dopo la seconda guerra mondiale, con la sottoscrizione del Trattato del Nord Atlantico a Washington e ha come obiettivo principale la salvaguardia della libertà degli stati firmatari, che si impegnano a loro volta a risolvere controversie internazionali con mezzi pacifici e amichevoli. I Paesi membri sono inoltre tra loro legati dall’articolo 5 del trattato, che prevede l’assistenza e l’intervento immediato nel caso di attacco diretto a uno dei firmatari, adoperando se necessario anche risorse militari.
La Nato si presenta dunque come un sistema volto a garantire la sicurezza collettiva dei membri stessi e ad assicurare il mantenimento della pace ed è formata da un’assemblea parlamentare costituita da 269 rappresentanti nazionali dei 30 paesi membri, che si riuniscono in sede plenaria due volte l’anno per affrontare argomenti chiave dell’Organizzazione e per rafforzare i rapporti transatlantici.
Nato, caratteristiche e modalità di adesione
Tra le dinamiche internazionali determinate dalla guerra in Ucraina, c’è un interesse maggiore nei confronti della Nato da parte dei Paesi che non ne sono membri. La modalità di ingresso prevede la stesura di un atto di adesione depositato al governo degli Stati Uniti d’America in conformità con quanto dettato dal regolamento, essere un Paese europeo, avere un sistema democratico e garantire l’impegno nel sostegno militare reciproco.
Inoltre c’è bisogno dell’unanimità dei trenta alleati e i Paesi candidati dovranno seguire il Piano d’azione per l’adesione (MAP), un programma che serve a valutare se si è in grado di rispettare gli obblighi e i doveri legati all’organizzazione.
Nato, l’ingresso di Svezia e Finlandia
Dalla fondazione della Nato, nuovi Stati si sono aggiunti, a partire da Grecia e Turchia nel 1952 a cui sono seguiti 9 allargamenti nella storia. Per questo, l’ingresso di Svezia e Finlandia rafforzerebbe anche la sovrapposizione con l’Unione Europea, considerando che dei 27 Paesi europei solo 4 rimarrebbero fuori.
Foreign Affairs, autorevole rivista statunitense dedicata alle relazioni internazionali, ha intervistato diversi esperti specializzati sull’argomento chiedendo loro quale possa essere l’impatto dell’allargamento della Nato sull’Europa e sulla sicurezza globale: su 61 esperti, ben 39 sono d’accordo con l’ingresso di nuovi Paesi nella Nato, 19 lo considerano un errore e solo 3 invece sono neutrali.
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