Migliorano i numero dell’abbandono scolastico: in dieci anni il numero di ragazzi con diploma e laurea è cresciuto. C’è, però, ancora molto da fare per colmare le distanze, soprattutto geografiche e sociali.

Abbandono scolastico: migliorano i numeri

Il Sole 24 Ore ha evidenziato, con un’inchiesta capillare frutto di un lavoro di pulitura dei dati Istat relativi al censimento del 2011 e del 2020, che in dieci anni il numero dei ragazzi tra 20 e 24 anni con diploma è passato dal 23% al 17%. Questo dato si ripercuote anche sul numero dei laureati triennali, che sono passati dal 6,5% al 9,8%.

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L’abbandono scolastico è tuttavia ancora un’emergenza sociale nel nostro Paese, anche se questi dati sono incoraggianti: secondo gli ultimi dati Eurostat, relativi al 2020,  la dispersione scolastica in Italia è pari al 13,1%.

Sempre relativi al 2020 sono i dati che collocano l’Italia al sesto posto in Europa per abbandono scolastico, dopo Bulgaria, Romania, Malta, Spagna e Islanda. Sul fronte universitario l’Italia è indietro rispetto agli altri paesi UE: il nostro Paese conta un 27,8% di laureati contro un 41% di media europea.

Nonostante questi aspetti, i dati sono senz’altro incoraggianti, perché fotografano la situazione attuale di una fascia di popolazione che rappresenta l’attuale forza lavoro e che era adolescente nei primi anni Duemila. Al momento della scelta tra terminare gli studi e proseguire iscrivendosi a licei o istituti professionali, molti più giovani hanno optato per la seconda opzione e, di conseguenza, molti di più hanno proseguito fino alla laurea.

L’impatto del Covid-19

Cruciale è capire quali saranno le scelte dei ragazzi nati a inizio millennio e ora ventenni, su cui si è aggiunto il fattore Covid-19 agli altri di carattere sociale, economico e geografico alla base della dispersione scolastica. Al momento possiamo solamente immaginare l’impatto che la pandemia ha avuto sul fenomeno, basandoci sulle testimonianze di disagio manifestato dagli studenti nelle occasioni in cui hanno rivendicato il diritto all’istruzione, lamentando di essere stati abbandonati.

I dati Invalsi relativi al 2019 rilevano che la dispersione implicita (che non implica necessariamente l’abbandono della scuola ma una oggettiva difficoltà a seguire le lezioni) si attestava al 7%. Nel 2021 ha raggiunto il 9,5%, con percentuali a doppia cifra in zone d’Italia già storicamente interessate dal fenomeno dell’abbandono scolastico, come il Meridione. In Calabria e in Campania la dispersione implicita si attesta rispettivamente al 22,4% e al 20,1%.

Le soluzioni

L’inclusività della scuola è uno dei temi centrali per garantire a tutti gli studenti la possibilità di proseguire gli studi. Spesso, infatti, all’origine della dispersione scolastica non c’è un oggettivo disinteresse nei confronti dello studio, ma una sensazione di scoraggiamento derivante da una carenza di mezzi e possibilità. La scuola pubblica, un tempio fiore all’occhiello del nostro Paese e modello di inclusione, è diventata sempre più ingestibile, affollata, carente e cadente nei mezzi e nelle opportunità che fornisce ai ragazzi. Questo ha comportato, negli ultimi anni, il ricorso di molti genitori a soluzioni alternative come l’homeschooling o le scuole parentali (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo).

Che prospettive può offrire una scuola sempre più disorganizzata e caotica, che non ha le risorse per assumere i suoi docenti e che prepara all’ingresso in un mondo del lavoro sempre più precario? La soluzione non è istruirsi di meno, ma di più. Oltre al lavoro strutturale e colossale che è necessario fare per ridimensionare totalmente la scuola e prevenire l’abbandono scolastico, le soluzioni possono e devono essere anche territoriali.

Sul fronte delle risposte, anche il digitale offre alcuni strumenti utili. Sopra Steria, big europeo nella consulenza, nei servizi digitali e nello sviluppo di software ha ideato, in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio un’app per combattere l’abbandono scolastico. L’applicazione funziona da segnalatore sul territorio delle situazioni di disagio o dispersione, indirizzandole ai volontari della Comunità che assisteranno i ragazzi nel loro percorso scolastico.

Emanuela Carminati, direttrice Marketing,comunicazione e CSR Italia: “Il digitale è uno strumento fondamentale nel percorso educativo delle nuove generazioni ma presenta ancora troppe barriere. Il pubblico, il privato e il terzo settore devono agire insieme per consegnare ai giovani competenze e abilità dalle quali dipende un domani più sostenibile”.

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Giulia Zennaro

Giulia Zennaro

sono una giornalista freelance di cultura e società, scrivo come ghostwriter, insegno in una scuola parentale e tengo laboratori di giornalismo per bambini. Scrivo per Hall of Series e theWise Magazine e, naturalmente, BuoneNotizie.it: sono diventata pubblicista grazie al loro laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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