L’Asia è la scacchiera su cui le potenze NATO ed “extra” NATO si stanno muovendo: il Pakistan ha un ruolo da re in questa sfida sul nucleare, avanza ora verso la Cina, ora verso gli USA. Chi darà scacco matto? E soprattutto: quanto le scelte del Pakistan influiranno nella guerra fra Russia e Ucraina e sulle alleanze internazionali?

Il Pakistan è entrato al centro delle polemiche mondiali, a causa del suo arsenale nucleare che spaventa sia i Paesi della NATO che quelli “extra” NATO. I sistemi di controllo e la gestione di queste risorse sembrano infatti  inadeguati e la corruzione, che da anni ha attecchito su un sistema politico impreparato, solleva parecchi timori.

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Il programma nucleare del Pakistan visto dal Punjab

Per comprendere questo fenomeno, un’intervista direttamente da Lahore, capitale del Punjab. Elisabetta Campagni, ricercatrice della università Ca’ Foscari di Venezia, ci aiuta a comprendere il valore del nucleare in Pakistan.

Sono ricercatrice di attivismo digitale – spiega Elisabetta dalla sua stanza del college pakistano – mi sono trasferita a Lahore per studio. Qui in Pakistan la questione del nucleare è molto sentita, ma ci sono grandi lacune su quello che accade nel resto del mondo. L’obiettivo del programma nucleare pakistano è nato nel 1972 in seguito alla scissione del Bangladesh, con l’intento di rafforzare la difesa contro l’India. Dagli anni Settanta ad oggi, il Pakistan si sta dunque adoperando all’acquisizione delle capacità nucleari e ha avviato la costruzione di due reattori. Uno serve per produrre plutonio e l’altro per riprocessare i materiali nucleari. 

Oltre a questo aspetto, il Pakistan rimarca spesso il suo status di Paese detentore delle armi nucleari: pensate che qui è sempre pieno di miliari. Sono un numero eccessivo, ma l’immagine che vuole dare il Pakistan al mondo è quella di essere iper difeso e pronto all’attacco. I leader pakistani ribadiscono, da sempre, che l’intero programma nucleare è di carattere esclusivamente difensivo. Nonostante ciò, nel college dove sono in Punjab, non si parla mai di alleanze internazionali per il nucleare, come se la popolazione non avvertisse alcuna minaccia”.

I corteggiamenti delle potenze internazionali al Pakistan

Giovanni De Michelis, studente di relazioni internazionali alla Federico II di Napoli, vede nel nucleare un’attrazione per le autorità internazionali, ma sorgono nuovi rivali.

Il Pakistan è una pedina fondamentale per i negoziati politici internazionali – spiega Giovanni – potrebbe diventare uno dei principali protagonisti nei negoziati internazionali. Islamabad è ora in bilico fra due potenze: gli USA e la Cina, quindi le potenze NATO e quelle fuori dalla NATO. Questo aspetto è da monitorare perché segnerà anche una svolta nella guerra fra la Russia e l’Ucraina. In base a chi eserciterà maggiore fascino sul Pakistan, fra Cina o USA, ci sarà un maggiore o minore appoggio economico alla Russia.

Non dimentichiamo però gli altri contendenti. Ci potrebbe essere un coinvolgimento da parte dell’Afghanistan: i talebani da anni corteggiano il Pakistan, tentando di avvicinarsi ad Islamabad, per accrescere il loro controllo dei territori afghani al confine. La presenza talebana potrebbe non solo incrementare il terrorismo, ma impoverire del tutto l’Afghanistan, ormai allo stremo”.

Il nucleare e l’ingresso nella NATO di Svezia e dalla Finlandia

“Questo stato di tensione e l’instabilità politica mondiale accentua le già numerose diatribe con l’India – aggiunge Elisabetta – Il Kashmir e la dottrina sul nucleare pakistano, sono quindi l’apice di un conflitto che si ripercuote sulla popolazione, che versa in uno stato di povertà e le tensioni fra i Paesi intra ed “extra” NATO. Sicuramente il Pakistan fa gola all’Europa, ma nello stesso tempo il suo legame con la Cina potrebbe allontanare possibili negoziati”.

Questi mesi saranno decisivi per alleanze e nuove prospettive sul futuro del nucleare – conclude Giovanni – L’ingresso nella NATO di Svezia e Finlandia segnerà una nuova svolta per l’organizzazione mondiale. Lo stesso avverrà con l’avanzata della Turchia nelle proposte di mediazione per il conflitto fra Zelensky e Putin. Tutto ciò potrà dare un nuovo indice di popolarità al Pakistan, che potrebbe davvero diventare una pedina dominante nella scacchiera internazionale e ricevere proposte da Europa, Cina o USA.”

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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