Un lungo sciame sismico dovuto al bradisismo dei Campi Flegrei da alcuni mesi desta la preoccupazione dei cittadini ma vulcanologi e amministrazioni si muovono per salvaguardarli. Mentre l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) monitora strettamente le attività sismiche nell’area, amministrazioni comunali, regionale e Protezione Civile si coordinano per aggiornare quei piani di evacuazione che tutti sperano di non dover mai arrivare ad applicare.

Cosa sono i Campi Flegrei

I Campi Flegrei sono un campo vulcanico attivo che copre una vasta area a nord-ovest della città di Napoli fino a lambire la città partenopea. La caldera è vasta 15 chilometri quadrati ed è in parte ricoperta dal mare. Questo supervulcano può provocare sia eruzioni pliniane super colossali  con ‘indice di esplosività vulcanica Vei 7 (attualmente non ipotizzate come realistiche), sia eventi minori come l’eruzione (poco probabile) del 1538.

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Cos’è il bradisismo

I terremoti degli ultimi mesi per l’INGV derivano dal bradisismo che è dovuto al contatto tra magma e rocce che genera flussi idrotermali o di gas la cui pressione innalza il livello del tetto della caldera, creando piccole fratture nella crosta le quali alimentano l’attività sismica e delle fumarole. L’attività dell’area dei Campi Flegrei non si è mai davvero fermata del tutto. Dopo il fenomeno bradisismico degli anni ’80 che aveva sollevato il suolo di 108 cm in due anni, il suolo è tornato a salire nel 2005 superando il livello del ciclo precedente, ma più lentamente.

Da alcuni mesi l’attività è aumentata con una serie di sciami sismici che hanno superato le 60 scosse al giorno, raggiungendo picchi di 4,2 gradi Richter e un sollevamento della superficie di 15 mm al mese. Sollevamenti comunque non paragonabili agli oltre 7 metri che altri super vulcani produssero prima delle proprie eruzioni catastrofiche.

Le cause di questo bradisismo

Le attività telluriche hanno generato comunque un contesto allarmante, che potrebbe generare danni e disagi ad infrastrutture e persone. L’INGV ha ipotizzato che alla base dei terremoti odierni e del sollevamento del suolo sia “dovuta a una forte risalita di gas e ad una maggiore pressurizzazione del sistema idrotermale profondo”, oppure “che si stiano iniettando nel sottosuolo delle lingue di magma”.

L’aumentare in intensità e frequenza delle scosse nell’area della caldera e che da pochi giorni hanno prodotto il sisma più potente degli ultimi 40 anni, per l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia non ha una durata prevedibile. Per i vulcanologi l’attualità ha similitudini con quanto accadde durante gli anni ’80 ma rispetto ad allora, oltre ad una diversa intensità, l’area è molto più monitorata.

Lo status del supervulcano

Uno studio condotto dai ricercatori dell’University College London (UCL) e dell’INGV ha rivelato che la crosta della caldera sta perdendo elasticità ed è più propensa alla rottura. Motivo per cui una eruzione sarebbe possibile ma dovrebbe verificarsi la risalita del magma in superficie come lava.

Come viene monitorato

Campi Flegrei e Vesuvio sono i vulcani più monitorati d’Italia. La loro attività è controllata da Osservatorio Vesuviano, Irea e Plinius, le deformazioni del suo suolo, invece, tramite la Rete GNSS, quella Tiltmetrica e la rete multiparametrica MEDUSA.

Giovanni Macedonio, dell’Osservatorio Vesuviano, a Repubblica ha descritto il monitoraggio come strettissimo: “Con satelliti e GPS notiamo anche minime deformazioni del suolo. Misuriamo temperatura e composizione dell’acqua e del gas[… ]Se lo scenario dovesse cambiare e il vulcano entrasse in crisi, molto probabilmente ce ne accorgeremmo. Campi Flegrei e Vesuvio […] hanno il condotto lavico tappato, coperto da strati di roccia. Questo rende meno improvvisa un’eventuale eruzione. Avremmo probabilmente qualche giorno per dare l’allarme”.

I Comuni vogliono i piani di evacuazione aggiornati

Data l’entità delle scosse, molti comuni hanno rispolverato i propri piani di evacuazione. Questi piani non tengono conto degli aggiornamenti giunti dallo studio della Regione Campania. I sindaci di Napoli, di Pozzuoli, Bacoli, Quarto e Monte di Procida hanno chiesto al Ministro per la Protezione civile Nello Musumeci di integrare un nuovo Piano con questo studio che permette di rivedere le vie di fuga, di monitorare la rete stradale e di controllare la stabilità degli edifici.

Gli obbiettivi di Regione Campania e Protezione Civile

Il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha inviato una lettera alla Presidenza del Consiglio e ai ministri Fitto e Musumeci per chiedere lo sblocco dei Fondi di sviluppo e coesione per interventi di assoluta urgenza sulle reti e la viabilità.

L’aggiornamento del piano di emergenza, che il ministro Musumeci vorrebbe far rientrare all’interno di una legge ad hoc, è, inoltre, uno dei tre obbiettivi fissati dalla Protezione Civile nazionale come risposta alla crisi dei Campi Flegrei. Gli altri due prevedono un’approfondita analisi della vulnerabilità del territorio ed un piano di comunicazione per orientare al meglio la popolazione.

 

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Pasquale De Salve

Pasquale De Salve

Sono laureato in Filosofia e scrivo per passione. Qui scrivo di ambiente, politica, diritti e qualche volta anche di altro. Cerco di intendere il mondo per quello che è, ma di utilizzare quelle poche parole che ho a disposizione perché possa migliorare. Il suo cambiamento, però, dipende dallo sforzo di ognuno di noi!

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