La recente crisi geopolitica sta riducendo la produzione dell’energia e alzando i prezzi in bolletta. L’UE sta valutando un piano di razionamento dell’energia elettrica, per fronteggiare il problema, riducendo il consumo pro-capite. Un provvedimento di austery energetica che ridurrà del 5% il consumo dell’energia elettrica nelle fasce orarie di punta, e del 10% complessivo a livello mensile. Il provvedimento integrerà misure per livellare i profitti delle compagnie energetiche riducendo i costi a carico dei consumatori in difficoltà.

Il piano di razionamento dell’energia elettrica, UE: «il contesto economico richiede una risposta rapida e coordinata»

Il provvedimento che la Commissione Europea sta stilando prima di divenire operativo dovrà essere recepito dai singoli governi degli Stati membri. In Italia, sarà il governo che uscirà dalle urne il 25 settembre a dover effettuare e rendere operativo il piano di riduzione dei consumi. Sarà onere del nuovo governo stabilire, in accordo con l’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), le fasce d’intervento sui contatori ed i criteri di modulazione della potenza erogata: nonché la scelta delle imprese, particolarmente energivore, sui cui calerà la scure del razionamento. Il controllo dell’energia elettrica erogata sarà gestito dal distributore tramite il contatore che applicherà la riduzione di carico così come avviene in caso di morosità dell’utente.

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La domanda di energia elettrica nel 2021 ha subito un incremento del 6,2% rispetto al 2020 pari a 319,9 TWh, come rivelano di dati rilasciati dall’Arera, soddisfatto per l’86,6% da produzione nazionale, per un valore di 277,1 TWh (+3,0%) e per la quota restante (13,4%) dalle importazioni nette dall’estero per un ammontare di 42,8 TWh, in aumento del 32,9% rispetto al 2020. Pur essendo in aumento la produzione tramite fonti rinnovabili (nel 2021 il 24,6% rispetto al 16,7 % del 2020) non è sufficiente a coprire le previsioni di richiesta energetica. Il razionamento dell’energia elettrica appare, in questo contesto, una misura necessaria per far fronte alla crisi attuale ma sarà necessario investire su un piano, a medio termine, per raggiungere l’indipendenza energetica.

Come potrebbe funzionare in Italia

Per ora l’idea è di ridurre i consumi nelle ore di picco, quindi “selezionare 3-4 ore ogni giorno della settimana” in cui effettuare il razionamento dell’energia elettrica. Molto probabilmente si metteranno in atto anche campagne di sensibilizzazione per spingere verso un razionamento e un risparmio individuale dei consumi domestici. Ma se le misure di razionamento del gas sono “prive di controllo” con l’energia elettrica il controllo dei consumi sarà più semplice tramite il monitoraggio del contatore attraverso cui si potrà limitare l’erogazione di energia. Non si è ancora parlato di intervento sulle bollette pur essendo stata avanzata dalla Commissione Europea una norma che imporrà un tetto ai ricavi delle compagnie energetiche che rivendono elettricità mediante l’utilizzazione del nucleare, del geotermico, delle rinnovabili, dei rifiuti e, forse, del petrolio molto simile al PriceCap proposto sull’acquisto del Gas.

Nel concreto – se il razionamento dell’energia elettrica dovesse entrare effettivamente in vigore – la riduzione del 5% non dovrebbe essere troppo impattante sulle nostre abitudini considerando che un’utenza domestica è di 3,3 kilowatt, si tratta di una riduzione di 0,15 kilowat. Molto influirà la tipologia di classe energetica degli elettrodomestici: ma si dovrà tenere presente che non ci si potrà asciugare i capelli mentre una torta cuoce in forno oppure tenere molte luci accese contemporaneamente. Sarà necessario tener ben presente quali sono gli elettrodomestici più energivori ed imparare che è necessario – razionamento o meno – razionalizzare i propri consumi quanto meno per incidere meno sulla bolletta.

Non dovranno inoltre essere dimenticati quegli irrazionali sprechi – che sono sotto gli occhi di tutti – dall’illuminazione pubblica accesa tutta la notte o delle luci all’interno di negozi e centri commerciali che illuminano d’immenso aree vuote e solitarie. La parola d’ordine deve essere lotta agli sprechi e razionalizzazione delle risorse.

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Vittorio Palmieri

Vittorio Palmieri

Napoletano. Emigrato nell'entroterra irpino-sannita, in controtendenza con l'emorragia dei paesi interni verso la vita metropolitana. Ignoto poeta "prestato alla burocrazia". Nell’entroterra segue percorsi sociali con enti del terzo settore. Ha collaborato ad un progetto di agricoltura sociale con le Associazioni Irpine “Ecopotea Aps” e “Al Centro dei Ragazzi Odv”. Nell’ultimo anno fonda Introterra Aps, nata con lo scopo di rivalutare e riscoprire l'entroterra campano, e con la quale rileva un progetto giornalistico editoriale decennale "bMagazine.it" e fonda l'etichetta "Introterra Edizioni" Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per Buonenotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista

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