Sono diversi anni, ormai, che le piattaforme streaming dominano la scena audiovisiva mondiale. Film, documentari, serie tv: milioni di prodotti a disposizione, tutti a portata di un click. Se all’inizio la comodità del piccolo schermo poteva rappresentare una minaccia per i colossi cinematografici, oggi le carte in tavola sono totalmente cambiate. L’economia ha promosso a pieni voti questo modello di business, al punto da convincere anche i cinefili più diffidenti, tanto affezionati alle proiezioni in sala.

Netflix guarda tutti dall’alto, ma occhio a Disney+

Dati alla mano, la regina indiscussa delle piattaforme streaming rimane Netflix. La società statunitense, fondata nel 1997, ha superato i 200 milioni di abbonati in tutto il mondo, confermandosi leader anche nel mercato europeo, dove l’Italia è la quarta nazione con più utenti.

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Suscita altrettanto interesse la crescita di Disney+, il servizio di video on demand fondato dalla “The Walt Disney Company” nel 2019. Secondo un report della Digital TV Research, azienda di ricerche audiovisive, la piattaforma supererà la stessa Netflix nell’arco di cinque anni, con 140 milioni d’iscritti tra il 2021 ed il 2026.

Qualità e grandi nomi: nessuno investe come le piattaforme streaming

L’audience del nuovo millennio, gioco-forza, è cambiata, desiderando sempre più prodotti, nel minor tempo possibile e nel comfort più totale. Inizialmente le piattaforme streaming venivano accusate di poca qualità, a fronte di cataloghi infiniti, ma oggi il gap pare ampiamente colmato.

Diverse icone del grande schermo sono state coinvolte in produzioni distribuite dai vari Netflix, HBO Max o Disney+ come Scarlett Johansson, Leonardo DiCaprio, Martin Scorsese, Meryl Streep, solo per citarne alcuni.

Ultima, ma non meno importante, l’affermazione sul banco di prova più difficile: l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, ovvero la giuria dei Premi Oscar. L’indifferenza iniziale dell’Academy è acqua passata, come testimoniano le premiazioni dei film originali Netflix Mank, di David Fincher, e Ma Rayne’s Black Bottom, di George C. Wolfe, entrambe avvenute lo scorso anno.

Piattaforme streaming: il cinema si prepara ad una nuova era

Photo by Unsplash – Malthe Helmhold

Le piattaforme streaming derivano dall’evoluzione del cinema

Spesso l’opinione pubblica ha messo a confronto sale cinematografiche e piattaforme streaming, quasi a voler evidenziare un dualismo tra il bene ed il male.

A tal proposito, diversi critici hanno rifiutato questa tesi, suggerendo di rivalutare il concetto di film in quanto tale, soprattutto ai giorni nostri. È il caso di Anthony Oliver Scott, critico cinematografico del New York Times, il quale ha sottolineato come certi cambiamenti siano inevitabili.

Come esempio immediato, il critico ha riportato alla luce lo scetticismo generale riguardante l’introduzione del sonoro nei cinema, sul finire degli anni ’20. Un altro elemento molto importante, secondo Scott, è la costante ricerca d’attenzione, fattore determinante nel mercato globale del ventunesimo secolo. Ed è questa ricerca d’attenzione che porta diversi canali ad evolversi in maniera più accurata. Basti pensare ai social media, capaci di offrire contenuti che catturano l’interesse degli utenti, anche per ore intere.

Il confronto tra sale cinematografiche e piattaforme streaming, quindi, si può ricondurre alle abitudini della società, piuttosto che ad una minaccia vera e propria per il cinema. Ci sarà chi troverà piacere nell’esperienza stessa di andare in sala, come chi potrà guardare un film nella più totale riservatezza.

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Francesco Cretella

Francesco Cretella

Innamorato della comunicazione in ogni sua forma, specialmente se cinematografica e sportiva. Scrivo per passione e ambizione, rifacendomi ai sei elementi più importanti dell'umanità: chi, cosa, quando, dove, come e perché.

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