La guerra in Ucraina ha comportato l’espatrio di più di 1 milione di persone verso i Paesi di Polonia, Moldavia e Romania. La tragica migrazione ucraina segna inevitabilmente un momento storico importante, secondo solo all’esperienza di rifugiati e migranti della Seconda guerra mondiale. La letteratura expat (letteratura dell’espatrio) è un vero e proprio genere che, in casi come questo, aiuta a comprendere le difficoltà della vita da profughi. Quali problemi cioè passa una popolazione in espatrio.

Rivolgendosi principalmente a chi decide di andare a vivere in un’altra Nazione, il genere expat racconta anche i tristi casi in cui si espatria in modo forzato e a causa delle guerre. Non solo, diviene una preziosa testimonianza storica sulle migrazioni. Quali sono gli autori expat del passato e quali i migliori scrittori contemporanei?

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Cos’è la letteratura expat?

Espatriare è una condizione faticosa, a volte dolorosa, che molte persone affrontano o sono costrette ad affrontare. Chi vive un’esperienza simile va incontro a cambiamenti drastici della propria esistenza. Cambiamenti che riguardano, oltre lo spostamento geografico verso un altro Paese, anche la sfera sociale, culturale e professionale.

La letteratura dell’espatrio ha spesso affrontato tematiche belliche e tutto quello che la vita da profughi porta dietro. Spesso raccontando storie devastanti. Già in passato la letteratura expat dedicata alle guerre aveva aperto gli occhi alla gente su ciò che accade in queste tristi esperienze. Il più delle volte rendendo una quadra su ciò che la maggior parte del popolo non sapeva accadesse durante gli avvenimenti bellici.

È Ovidio lo scrittore di letteratura antica che più si avvicina a questa tematica. Il tema dell’esilio è infatti uno dei suoi temi centrali, trattato in modo lirico e non cronachistico. Un tema che sin dai suoi scritti sensibilizza il mondo. Nell’attuale conflitto tra Russia e Ucraina troviamo lo stesso intento da parte degli autori contemporanei.

Dissidenti ucraini e dissidenti russi: tra passato e presente

Lo scrittore ucraino Andrei Kurkov è tra i più noti e migliori scrittori contemporanei, famoso per i suoi libri/denuncia sulla condizione degli ucraini dal 2014 ad oggi. Nei suoi ultimi lavori letterari come “Diari ucraini” – avvalendosi inoltre della sua attività giornalistica – racconta quanto il suo popolo sia disposto a sacrificare tutto per la libertà e quanto sia complessa la sua storia.

Il suo lavoro intellettuale tuttavia non è così distante da quello dei dissidenti russi del Novecento. Dall’altra parte della barricata, abbiamo infatti stesse storie e stessi valori raccontati da scrittori dell’epoca. Lia Wainstein fu una intellettuale di origine russa che, così come fa oggi Kurkov, lottò per una informazione lucida e oculata su ciò che accadeva in Unione Sovietica. Soprattutto sulla cultura del popolo russo e sui suoi intellettuali costretti ad emigrare.

Lia Wainstein, autrice e giornalista cosmopolita, è ricordata in Italia soprattutto durante la seconda parte della sua vita trascorsa a Roma dal secondo dopoguerra al 2002. Una vita passata a scrivere per i più importanti giornali nazionali, presso una villa che accentrava molti dissidenti russi ed intellettuali dell’epoca. In tutta la sua attività, spicca l’esigenza di legare i popoli, mai schierandosi o rinchiudendosi nei recinti della polarizzazione. Difese fino alla fine il popolo russo e la sua cultura, da sempre connessa con quella di altri Paesi come l’Ucraina.

Vita da profughi di altre guerre

Scrittori che si dedicano alla letteratura expat sono presenti anche oltre i confini occidentali: il siriano Yousef Wakkas ne è un esempio. Espatriato dalla sua terra d’origine, Wakkas è considerato uno dei più importanti scrittori translingui. Pubblica in Italia dal 1996 ed è vincitore di concorsi per scrittori migranti.

Il suo principale lavoro riguardante la vita da profughi siriani è “Sulla via di Berlino”. Metafore e personaggi allusivi raccontano con puntigliosa lucidità cosa è accaduto e accade in Siria, nonché le barbarie dei più forti verso i più deboli.

Infine, sul fronte libico, colui che maggiormente ha narrato l’inferno della guerra in Libia e i viaggi della speranza via mare è Alpha Kaba. Giornalista e scrittore, il giovane Kaba è inoltre un rifugiato della Guinea. Col suo esordio letterario “Schiavi delle milizie” descrive ciò che non si può più negare, ossia le atrocità che i migranti della sua terra subiscono per tentare di espatriare.

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Martina Tolaro

Martina Tolaro

Martina Tolaro, curator ed editor freelance. Ho collaborato con imprese culturali creative nazionali e artisti internazionali. Scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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