Jacopo Tissi, 27 anni, primo ballerino del teatro Bolshoi di Mosca, ha lasciato il suo ruolo per protestare contro la guerra in Ucraina. E non è il solo: il mondo dell’arte protesta silenziosamente ma fermamente.

Un italiano a Mosca

Immaginate di avere 27 anni e di aver studiato tutta la vita, facendo immensi sacrifici, per diventare un ballerino di danza classica. Immaginate di essere riusciti a coronare quel sogno, diventando un ballerino professionista: ma non per un teatro qualunque, per il Bolshoi di Mosca, una vera leggenda. E non un ballerino di fila, ma una étoile, un ballerino solista, la stella dell’intero corpo di ballo del teatro più importante del mondo per la danza.

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Questa era la vita di Jacopo Tissi, 27 anni, nato in provincia di Pavia e diplomato all’Accademia della Scala, fino a qualche giorno fa. A dicembre 2021 Jacopo aveva raggiunto un traguardo incredibile, un vero record per un ballerino italiano: era stato nominato étoile del teatro Bolshoi di Mosca. Si tratta del primo italiano a venire promosso a primo ballerino nel teatro russo: congratulazioni erano arrivate anche dal Ministro della Cultura Dario Franceschini. Jacopo Tissi, su Instagram, aveva espresso così il suo entusiasmo:

“Solo con il cuore si può toccare il cielo. Grazie mille a tutti per i messaggi, le congratulazioni, per questa bellissima ondata di energia positiva e di affetto. È per me una grande felicità e un grande onore ricevere questa nomina.
Il mio pensiero e la mia gratitudine vanno a tutte quelle persone che mi hanno sostenuto e che ho incontrato durante il mio cammino: la mia famiglia, i maestri, il teatro, gli amici e le persone vicine da sempre. Un nuovo capitolo comincia già”.

La scelta di Jacopo

La guerra in Ucraina, però, ha reso impossibile per Jacopo rimanere indifferente. A poche ore dall’annuncio dell’abbandono della direzione del Bolshoi da parte del direttore Tugan Sokhiev, per protesta contro la guerra, anche Jacopo ha lasciato il suo ruolo. L’ex primo ballerino del Bolshoi ha motivato così la sua decisione, affidando questa riflessione ai social:

“Sono scioccato da questa situazione che ci ha colpito da un giorno all’altro e, onestamente, per il momento, mi ritrovo impossibilitato a continuare la mia carriera a Mosca. Non riesco a descrivere quanto sia stato triste per me lasciare i miei insegnanti, i miei colleghi e amici; persone speciali che mi hanno fatto crescere come artista e come persona a cui sono e sarà sempre grato. Come essere umano provo empatia verso tutte le persone e le loro famiglie che stanno soffrendo. Nessuna guerra può essere giustificata. Mai. E io sarò sempre contro ogni tipo di violenza. non possiamo lasciare che l’odio si diffonda, anzi, il nostro mondo dovrebbe essere pieno di armonia, pace, comprensione e rispetto. Spero davvero e prego che tutte le guerre e sofferenze cessino al più presto”.

Il mondo dell’arte condanna la guerra in Ucraina

Jacopo Tissi non è stato l’unico artista a condannare fermamente la guerra, giocandosi la carriera per un ideale. Molte altre stelle hanno condannato l’invasione dell’Ucraina. Elena Kovalskaya, direttrice dal 2020 del Meyerhold Center, il teatro statale di Mosca, è stata la prima a dimettersi: “Amici, in segno di protesta contro l’invasione russa dell’Ucraina mi dimetto. È impossibile lavorare per un assassino e ricevere uno stipendio da lui”.

Alexei Ratmansky, coreografo ed ex direttore del Bolshoi, era a Mosca quando è cominciata l’invasione, per preparare un balletto che avrebbe debuttato il 30 marzo. Nato a San Pietroburgo ma cresciuto, anche artisticamente, a Kiev, ricevuta la notizia dell’invasione ha fermato i lavori ed è tornato a New York con i suoi ballerini.

Anna Netrebko, una delle cantanti liriche più celebri dei nostri giorni, ha scritto un lungo post di condanna della guerra in Ucraina e ha annullato tutti i suoi impegni con il Teatro alla Scala. “Sono russa e amo il mio Paese ma ho molti amici in Ucraina e la loro pena e sofferenza mi spezzano il cuore. Obbligare gli artisti o qualsiasi personaggio pubblico a dar voce alle proprie opinioni politiche e a denunciare la propria patria non è giusto”.

La Netrebko si riferisce alla polemica emersa dal rifiuto del direttore d’orchestra Valery Gergiev, noto per le sue simpatie per Putin, di condannare apertamente l’invasione dell’Ucraina, che gli è costato il posto al Teatro alla Scala. A schierarsi in prima persona contro la guerra anche una vera leggenda della danza come Mikhail Baryshnikov, fuggito come Rudolf Nureyev dall’Unione Sovietica. “Gli artisti di ogni parte del mondo conoscono quanto la libertà politica, personale e artistica, sia essenziale per una società in salute e piena di vita. Questo è quello che il popolo ucraino vuole e che merita”.

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Giulia Zennaro

Giulia Zennaro

sono una giornalista freelance di cultura e società, scrivo come ghostwriter, insegno in una scuola parentale e tengo laboratori di giornalismo per bambini. Scrivo per Hall of Series e theWise Magazine e, naturalmente, BuoneNotizie.it: sono diventata pubblicista grazie al loro laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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