100 anni fa, il 18 novembre 1922, ci lasciava Marcel Proust, uno degli autori più importanti del Novecento. Nacque nel 1871 in una famiglia facoltosa, condizione che gli permise di dedicarsi alla letteratura, ma anche a molte esperienze mondane. Crebbe e studiò nella capitale francese, frequentando i rampolli delle famiglie altolocate e gli ambienti più intellettualmente stimolanti.

Questo, unito alla sua ampia riflessione sul tempo, contribuirono a creare il mito, suggestivo ma non del tutto corretto, dell’autore che trascorse metà della vita solo a divertirsi e metà solo a scrivere. In realtà, per tutta la vita Proust cercò di avvicinarsi al nodo centrale di quello che lui sentiva essere la vera spinta vitale che lo aveva guidato: il tema del desiderio. Un autore versatile la cui ricercata scrittura sembra tendere al lirismo, un uomo curioso ma insicuro e fragile, un romanziere la cui opera è destinata a lasciare il segno nella letteratura contemporanea.

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100 anni dalla morte di Marcel Proust: vita e opera dell’autore

Marcel Proust non si dedicò esclusivamente alla letteratura: furono molti i periodici e le riviste con i quali collaborò fin da giovanissimo (tra cui Le Figaro). Provò anche a lavorare come bibliotecario, ma la polvere dei libri acuiva i suoi problemi respiratori, e quindi si sostentò principalmente grazie all’eredità di famiglia. Era molto legato alla madre, la cui morte – avvenuta nel 1906 – contribuì a sbloccare in parte l’autore e a regalargli la prima persona; scelta che, in modo anti-intuitivo, gli darà quella libertà di inventare e insieme di inserire elementi d’ispirazione autobiografica nella sua scrittura.

Ma è solo tra il 1907 e il 1908 che iniziò la stesura del suo lavoro più prestigioso, “Alla ricerca del tempo perduto”. La struttura del romanzo è “a cattedrale”, cioè caratterizzata da un’alternanza di pilastri e spazi vuoti che possono essere riempiti da vari dipinti. La Recherche – come viene oggi chiamata l’opera – è formata da sette libri: “Dalla parte di Swann”; “All’ombra delle fanciulle in fiore”; “I Guermantes”; “Sodoma e Gomorra”; “La prigioniera”; “La fuggitiva”; e “Il tempo ritrovato”. A 100 anni dalla sua morte, Marcel Proust, e in particolare La Recherche, continua a essere studiato in tutto il mondo.

Cos’altro resta da scrivere dopo di lui?” – Virginia Woolf

Alla ricerca del tempo perduto

La stesura della Recherche – peraltro incompiuta – costò all’autore i suoi ultimi tredici anni di vita. La storia parla della vita di Marcel da Albertine, protagonista del romanzo, che vuole diventare uno scrittore ma non ci riesce perché soffre la competizione. Allo stesso tempo, però, La Recherche è anche una raffinata riflessione epistemologica sul tempo, un’analisi sul tema a lui molto caro del desiderio e in particolare del desiderio inafferrabile, e sulla memoria – famoso in questo senso è il riferimento alle madeleine, il cui sapore rievocava nell’autore un ricordo della sua infanzia (fenomeno che lui chiama memoria involontaria). 100 anni fa ci lasciava Marcel Proust, non solamente uno scrittore di talento, ma anche un filosofo che ha dato un grande contribuito al dibattito sul tempo e sulla memoria.

Il suo romanzo ha una struttura circolare: nelle ultime pagine, protagonista e narratore si riuniscono. Questi diventa quello che aveva sempre voluto essere, e cioè narratore, e può quindi scrivere la sua storia. L’epilogo della storia dà vita al suo inizio: il romanzo finisce nel momento in cui il protagonista capisce come deve scrivere il suo romanzo. Ecco che il concetto di tempo perduto affiora nel senso di tempo passato, che si è perso, ma anche di tempo che tende al presente, e ancora dell’inesorabilità del tempo e del valore dei ricordi.

100 anni dalla morte di Marcel Proust: cosa ci ha lasciato

La Recherche è anche un romanzo di formazione, perché il protagonista, infine, scopre i meccanismi del desiderio (l’inarrivabile è desiderabile); è un romanzo lirico, dove la metafora ha un’importanza decisiva; è un romanzo realista, perché si libera dagli stereotipi. È un’opera che parla di letteratura, di verità, di felicità. I temi trattati da Marcel Proust nella Recherche sono diversi ma in qualche modo collegati tra loro in un romanzo che diventa una grande esperienza letteraria.

A 100 anni dalla sua morte, ricordiamo Marcel Proust come uno degli autori francesi più importanti in epoca contemporanea; un autore complesso e sfaccettato che perseguì la sua vocazione con dubbio ma dedizione; un autore la cui opera, per usare le parole di Roland Barthes, è “Il mandala di tutta la cosmogonia letteraria”.

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Sofia Greggio

Sofia Greggio

Sofia Greggio. Correttrice di bozze, editor e ghostwriter, ho seguito corsi di editoria come lettura professionale, scouting e consulenza editoriale e un master in scrittura creativa. Oltre al mondo dei libri, sono appassionata di civiltà orientali e infatti studio Antropologia all'Alma Mater Studiorum Università di Bologna.

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