La favola del gioco più popolare del pianeta, il calcio, è stata raccontata in ogni modo e maniera dal cinema. Commedia e dramma, insomma, al servizio del pallone: il lato positivo di uno sport raccontato dalla settima arte.

Non solo un gioco

Unire ambiti apparentemente distanti fra loro come calcio e cinema non è più mera utopia. Sul grande schermo, infatti, campi e campioni sembrerebbero aver trovato il proprio posto in maniera alquanto semplice. Lo sport più famoso del mondo, forte del grande seguito rappresentato dalle quasi quattro miliardi di persone appassionate in tutto il globo, ha trovato terreno fertile dinnanzi alla macchina da presa. Dopotutto, questo binomio sui generis e perfetto ha prodotto negli anni figure entrate nell’immaginario collettivo o popolare in modo silenzioso, ma permanente. Come, ad esempio, lo sgangherato Oronzo Canà (interpretato da Lino Banfi) ne “L’allenatore nel pallone” di Sergio Martino (1984).

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Indugiare sulle emozioni suscitate dal calcio giocato e, contemporaneamente, mettere a fuoco vite o storie al di fuori del rettangolo verde è la spina dorsale di un progetto vincente. Raccontare lo spettacolo di uno sport che, non è solamente un gioco, è la vera mission. Del resto, come disse Nelson Falcao Rodrigues: “Nel calcio, la peggior cecità è vedere solo la palla“. In un contesto fatto di sogni inseguiti e cultura popolare, il cinema è stato capace di raccontare lo spettacolo nello spettacolo. Intimo, a tratti drammatico, spesso comico ma mai banale, il mondo del pallone vive di sfumature e persone non solo interessate a un punteggio finale.

Il successo di “Holly e Benji”

Prima di citare esempi concreti di lungometraggi in cui calcio e cinema hanno saputo presentare veri e propri capolavori, torniamo indietro nel tempo. Più precisamente, immergiamoci in un cartone animato che ha segnato generazioni di ragazzi e ragazze che amano e seguono lo sport più famoso del mondo. Stiamo parlando, ovviamente, di “Holly e Benji” (“Capitan Tsubasa” nella versione originale dell’anime trasmesso per la prima volta il 10 ottobre 1983 in Giappone). Quel giorno, prese avvio un successo planetario che, ancora oggi, appassiona milioni di fan in tutto il globo con le vicende tratte dall’omonimo manga di Yoichi Takahashi.

La storia che vede come protagonisti Oliver (Holly) Hutton e Benjamin (Benji) Price, dipanata su tre archi narrativi, ha avuto un’influenza immensa nella cultura popolare italiana. L’aspetto positivo emerso da questo capolavoro d’animazione è sicuramente racchiuso nel valore dell’amicizia. Pur esaltando le singole doti dei diversi personaggi, infatti, le partite vengono vinte dalle squadre maggiormente abili nel saper giocare insieme. Oltre all’esaltazione di concetti fondamentali quali l’impegno e la perseveranza, dunque, il sapersi mettere a disposizione dell’altro appare predominante alla banale classe individuale. Insomma, un cult in cui calcio e “cinema” (seppur si tratti di serie televisiva), hanno saputo interagire alla perfezione.

Quando il calcio è cinema

Quando il cinema incontra il calcio è sempre un successo. Filosoficamente parlando, potremmo dire che assistiamo ad uno spettacolo nello spettacolo dove vengono raccontati sogni e obiettivi. Il mondo del pallone, dopotutto, ha spesso contribuito alla creazione di caratteri entrati di diritto nell’immaginario collettivo di un’intera generazione. In tal senso, vien difficile non citare “Fuga per la vittoria” di John Huston. Il lungometraggio del 1981, infatti, gode della prestigiosa presenza di Pelè, e viaggia lungo dinamiche legate alla seconda guerra mondiale, ispirandosi inoltre a fatti realmente accaduti.

Un altro capolavoro che è giusto citare si intitola “Sognando Beckham” di Gurinder Chadha. Uscito nelle sale cinematografiche nel 2002, il film narra le vicende di Jess, una ragazza indo-britannica con la passione per il calcio. La protagonista, nonostante varie vicissitudini, sogna di diventare una stella del football come David Beckham. Vincitrice di un Golden Globe nel 2004, l’opera merita quantomeno di essere gustata almeno una volta. Le ragazze dovranno dimostrare impegno e tenacia per vincere il sogno: una borsa di studio sportiva per l’università americana di Santa Clara.

Riassumendo, la simbiosi creata da calcio e cinema ha spesso portato a prodotti di ottima qualità cinematografica. Del resto, il pallone funge da collante sociale di passioni e interessi presenti nell’immaginario comune. Esistono, infatti, decine di lungometraggi in cui lo sport più famoso del pianeta è la star dell’opera audio-visiva realizzata dal lavoro di attori e registi. Insomma, opere in cui emerge il lato positivo di un gioco basato su valori applicabili alla vita quotidiana. E se è vero che la “settima arte” è in grado di rappresentare la realtà in modo diretto e immediato, allora quanto detto da Jean-Luc Godard è vero: “La fotografia è verità. E il cinema è verità ventiquattro volte al secondo”.

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Antonio Di Bello

Antonio Di Bello

Studente universitario con esperienze lavorative in ambito comunicativo e giornalistico. Amo raccontare tutto ciò che circonda il mondo del calcio, della pallavolo e della Formula Uno. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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