Tra i bonus rinnovati nella legge finanziaria 2023 c’è anche quello per l’installazione di pannelli solari, prorogato fino alla fine dell’anno. Puntare su fonti di energia rinnovabile non è soltanto una scelta ambientale, ma anche una necessità, alla luce della recente crisi energetica. L’installazione di pannelli solari in Italia continua a crescere e il Paese si sta attrezzando per rendersi indipendente anche nella loro produzione.

Il settore dei pannelli solari in Italia si sta sviluppando da molti anni e grazie alla recente spinta del superbonus, il fotovoltaico in Italia ha conosciuto una vera e propria accelerazione negli ultimi due anni. A fine 2021 gli impianti erano più di un milione e nei primi sei mesi del 2022 ne sono stati installati quasi settantaduemila, un aumento del 149% rispetto al primo semestre del 2021.

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Questo è stato possibile soprattutto per i lavori portati avanti dai privati e dalle piccole e medie imprese, che hanno optato per la via dell’autoconsumo. Un aspetto da sottolineare è che la crescita delle installazioni sta interessando molte zone d’Italia, tanto al nord quanto al sud.

La produzione di pannelli solari in Italia può essere competitiva investendo nell'innovazione

Foto di Florian Savatry su Unsplash

La filiera dei pannelli solari in Italia si sta sviluppando al sud

Per quanto riguarda la produzione, a Catania si sta avviando il progetto Tango, presso l’azienda 3Sun Gigafactory di Enel Green Power, in attività dal 2010. Dei 600 milioni di euro necessari all’iniziativa, 188 sono stati stanziati nel contesto del Piano Nazionale di ripresa e resilienza e attraverso il primo bando europeo Innovation Fund. L’obiettivo è la produzione di massa di pannelli solari in Italia, con una struttura bifacciale.

Questi pannelli fotovoltaici hanno la peculiarità di poter catturare la radiazione solare anche dalla superficie posteriore e garantire quindi una maggiore produzione di energia, fino al 30% superiore rispetto ai modelli tradizionali. Entro luglio 2024 la 3Sun Gigafactory dovrebbe essere in grado di produrne quindicimila al giorno. L’obiettivo è rendere l’Italia indipendente anche da Paesi come la Cina, che controllano in parte la filiera della produzione di tecnologie nel campo delle rinnovabili.

Una possibilità è quella di estendere la vita dei prodotti della filiera dei pannelli solari in Italia. Gli attuali pannelli fotovoltaici durano in media fino a 25 anni, mentre i moduli bifacciali potrebbero superare i 35 anni di vita. In virtù della loro robustezza, consentono inoltre di mantenere elevato il livello delle loro prestazioni, anche in situazioni climatiche difficili.

Per centrare questi obiettivi occorrerebbe una filiera completa matura, che in Italia manca. Infatti, se si risale la produzione fino alle materie prime, è evidente che nelle attuali condizioni la sfida con la Cina sia ancora impari. Mentre l’Italia e l’Europa sono costrette a importare gran parte dei materiali che occorrono alla costruzione di pannelli solari, la Cina vanta il 97% della produzione dei wafer di silicio, il 79% delle celle fotovoltaiche, il 67% del polisilicio e detiene per questo il 41% delle esportazioni nel mercato globale dei pannelli solari.

Innovare nella produzione potrebbe accelerare il processo di indipendenza

Il settore dei pannelli solari in Italia si sta interrogando su come efficientare i pannelli, in modo che facciano parte sempre più di un processo produttivo in economia circolare, specialmente per quanto riguarda i materiali che si potrebbero usare per crearli. Una possibilità è quella del riuso dei materiali.

Considerando che secondo i dati di Italia Solare (un ente del terzo settore che sostiene la difesa dell’ambiente e della salute umana supportando modalità intelligenti e sostenibili di produzione, stoccaggio, gestione e distribuzione dell’energia da fonti rinnovabili) la produzione dei rifiuti da pannelli solari in Italia passerà dalle cento tonnellate del 2015 a più di un milione nel 2040, appare evidente la potenzialità del riciclo. Sviluppare un’industria all’avanguardia nel riuso del fotovoltaico potrebbe infatti permettere al Paese di recuperare materiali che sarebbe altrimenti costretta a importare.

Se poi si guarda in modo completo al settore dei pannelli solari in Italia, le possibili innovazioni non starebbero solo nel recupero di materiali per i pannelli quando possibile, ma anche nello studio di nuove soluzioni. Queste sarebbero possibili tanto nella realizzazione di pannelli in plastica, e non più in vetro, quanto nella produzione di sistemi di accumulo innovativi.

In Italia negli ultimi anni si è infatti sperimentato anche nella produzione di batterie diverse da quelle al litio, per un immagazzinamento migliore dell’energia. Si va dalle soluzioni al sale, meno inquinanti, meno costose e meno impattanti nello smaltimento, fino a quelle a sabbia silicea, ideata dalla start up Magaldi Green energy di Salerno, in grado di trasformare l’energia elettrica in calore e mantenere la distribuzione di energia elettrica più costante nel tempo. Un obiettivo importante sarà infatti il contenimento della dispersione, attualmente pari quasi al 70% negli impianti domestici.

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Giovanni Beber

Giovanni Beber

Giovanni Beber. Studio Filosofia e Linguaggi della Modernità presso l'Università di Trento e sono il responsabile della comunicazione di un centro giovanile a Rovereto. Collaboro con alcuni blog e riviste. Mi occupo di sostenibilità, ambientale e sociale e di economia e sviluppo.

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