Pochi giorni fa l’Istat ha pubblicato il report sui consumi energetici delle famiglie nel 2021. Questo mette in luce le scelte energetiche più autentiche degli italiani, quelle della dimensione privata, in cui ognuno è libero di gestire autonomamente e senza vincoli cosa, come e quanto consumare.

I risultati del report sui consumi nel 2021

Il campione analizzato ha coinvolto 54 mila famiglie, per un totale di oltre 25 milioni di cittadini residenti in Italia, quasi la metà dell’intera popolazione.

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Di queste, quasi la totalità assoluta ha accesso in casa propria a un sistema di riscaldamento e acqua calda che nella maggior parte dei casi vengono alimentati da impianti autonomi. Sugli impianti di condizionamento la percentuale si dimezza (48,8%) con egual distribuzione tra le varie aree del Paese, a differenza del riscaldamento.

tabella grafica su consumi energetici

Fonte: Istat, Consumi energetici delle famiglie, Anno 2021.

La fonte di alimentazione più diffusa resta il metano sia per il riscaldamento che per l’acqua calda (quasi al 70%) ma rispetto agli anni precedenti si fanno strada anche l’energia elettrica e le biomasse: la prima più per la produzione di acqua calda (16%) rispetto all’8,5% del riscaldamento, mentre all’inverso le seconde, più usate per il riscaldamento (15%) e molto per l’acqua calda (poco più del 5%). Proprio le biomasse – da cui l’energia si ricava grazie a materiali di origine organico-vegetale – sono le più utilizzate per gli apparecchi singoli fissi come camini e stufe (64,4%).

tabella grafica su consumi energetici

Fonte: Istat, Consumi energetici delle famiglie, Anno 2021.

Tirando le somme, in ottica di sprechi energetici

Complessivamente oltre tre quarti del campione accende il riscaldamento quasi ogni giorno nei mesi freddi (78,5%) per una media di circa 8 ore e mezza, mentre solo il 28,5% fa lo stesso con il condizionamento nei mesi caldi per circa 6 ore in media. In entrambi i casi gli impianti centralizzati portano a un uso più prolungato e quindi a uno spreco maggiore.

A tal proposito, i grandi elettrodomestici come frigoriferi e lavatrici sono alla portata di tutte le famiglie  mentre lavastoviglie e asciugatrici sono perlopiù utilizzate nelle regioni settentrionali. Infine le lampadine a risparmio energetico – non più in commercio dal 2009 – rappresentano una maggioranza (80,7%) ma non esclusiva: il 45,2% ne possiede ancora almeno una tradizionale.

tabella grafica su consumi energetici

Fonte: Istat, Consumi energetici delle famiglie, Anno 2021.

Come riportato nel Rapporto annuale sull’efficienza energetica dell’ENEA, le detrazioni fiscali del 110% per la riqualificazione degli edifici (Superbonus et similia) ha fatto registrare a settembre 2021 oltre 40 mila interventi per un totale di circa 6 miliardi di investimenti ammessi a finanziamento, confermato dal dato che più di 6 famiglie su 10 hanno installato doppi o tripli vetri.

Il valore dell’energia con una pandemia e una guerra in corso

Il report Istat acquisisce poi maggior rilevanza se contestualizzato con le contingenze che coinvolgono il pianeta: la pandemia e la guerra, due fattori intimamente interconnessi tra loro e con il dibattito sul fabbisogno energetico in relazione ai consumi.

In primo luogo, la pandemia ha rappresentato un grande destabilizzatore – sia in positivo che in negativo – delle abitudini dei consumatori, nella quantità e qualità. In particolare, ha prodotto come effetto immediato l’intensificarsi dell’uso di forniture ed elettrodomestici casalinghi e come effetto di medio periodo, ha determinato con la “ripartenza”, una grossa impennata dei prezzi delle materie prime e i relativi costi energetici; di conseguenza un grosso rincaro sulle bollette.

Questo stato di cose, avvertito a partire all’autunno scorso con il tanto invocato “ritorno alla normalità”, è stato fagocitato poi dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina che ha evidenziato ancor più la nostra condizione di fortissima dipendenza dalle importazioni di gas, per il 45% dalla Russia; un trend aumentato negli ultimi 10 anni del 27%.

L’urgenza di trovare soluzioni a questo problema è ciò che anima ormai da mesi il dibattito pubblico e ha spinto il nostro governo a puntare sull’energy mix, ovvero sulla diversificazione delle risorse energetiche. Questa necessità diviene imprescindibile se calata nella quotidianità che viviamo, costellata da manifestazioni sempre più frequenti del cambiamento climatico, con eventi estremi e violenti che sconvolgono l’equilibro tra domanda e offerta del mercato.

Per tutti questi motivi, il settore energetico rappresenta al momento una base informativa indispensabile al monitoraggio della Strategia nazionale di sviluppo sostenibile nel PNRR e del Piano per la transizione ecologica.

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Roberta Nutricati

Roberta Nutricati

Laureata in Lettere Moderne a Siena e in Relazioni Internazionali a Torino. Dopo aver vissuto e lavorato in Spagna per un anno, ho conseguito un master in Europrogettazione e il riconoscimento alla Camera dei Deputati come Professionista Accreditata presso la Fondazione Italia-USA a Roma. Collaboro con il settimanale TheWise Magazine e scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista.

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