Cercare lavoro nel 2022 non è semplice. La concorrenza fra i candidati, la situazione economica non propizia e le competenze in continuo cambiamento sono elementi, che possono destabilizzare la persona alla ricerca di un’occupazione. Il momento cruciale che ogni candidato deve affrontare è il colloquio di lavoro con un incaricato della selezione del personale. In ogni incontro conoscitivo con un potenziale datore di lavoro si possono identificare tre diverse fasi: la presentazione del candidato, la presentazione della posizione lavorativa, le conclusioni. 

Zety, il sito di informazione che offre consigli di numerosi esperti di reclutamento di risorse umane, ha effettuato uno studio incentrato sullo svolgimento dei colloqui di lavoro. Conoscere prima quali sono le domande più comuni poste da un intervistatore pone l’aspirante lavoratore in una posizione di vantaggio, permettendogli di riflettere in anteprima sulle risposte, vincendo le emozioni di una situazione d’esame e ponendo enfasi sui propri punti di forza.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

La presentazione del candidato

Secondo gli esperti di risorse umane intervistati da Zety la richiesta in assoluto più probabile che verrà fatta a un candidato è “Parlaci di te”. Molto probabilmente la persona che affronta il colloquio ha già inviato un documento riepilogativo sulle proprie esperienze, di studio e di lavoro, arricchite di tutti gli elementi che compongono un curriculum vitae ben scritto. Rispondendo alle richiesta di parlare di se stessi è importante risultare coerenti con quanto scritto nel cv, sottolineando le competenze tecniche o i punti di contatto tra le proprie esperienze passate e il ruolo per cui si è inviata la candidatura. 

Il recruiter potrebbe porci delle domande sul nostro vissuto lavorativo e Zety segnala che è molto frequente chiedere come si è affrontata una certa problematica, in modo da capire come la persona ragioni di fronte a situazioni sfidanti e impegnative. Un grande classico è anche la segnalazione di quali siano i propri punti deboli e quelli di forza. Non sono domande con una risposta giusta o sbagliata, tuttavia l’atteggiamento con cui si replica può dare importanti indizi sul tipo di personalità. 

La presentazione della posizione lavorativa

Durante la fase di presentazione della posizione lavorativa, l’intervistatore entrerà nei dettagli del ruolo e della figura professionale che l’azienda sta cercando. Oltre al focus tecnico, si parla spesso delle soft skill che il candidato deve possedere e usualmente si conclude la spiegazione chiedendo se ci sono domande o curiosità sulla mansione rappresentata. Fare domande è interpretabile come un segno di interesse, di proattività e anche di intelligenza del candidato. Il consiglio è quindi quello di cogliere al volo questa opportunità.

Sul porre un quesito al recruiter, Zety offre molti spunti di riflessione. Ad esempio si può optare per: “Può mostrarmi un esempio di progetto a cui potrei lavorare?” oppure all’alternativa: “Come è una giornata tipo di lavoro?”. Queste domande dimostrano un autentico interesse per il ruolo e per l’azienda e sono un valido aiuto per fare una buona impressione all’intervistatore.

Le conclusioni del colloquio di lavoro

La parte finale del colloquio è riservata a comprendere quali saranno i prossimi passi della selezione. Inoltre potrebbero esserci degli ultimi quesiti di rifinitura, che solitamente sono un po’ più particolari di quelli della prima parte dell’incontro.

È utile prepararsi in anticipo anche a possibili domande scomode, che hanno la finalità di vedere come l’aspirante lavoratore reagisce in contesti fuori dalla propria comfort zone. Le interviste condotte da Zety mostrano i casi più frequenti di domande inusuali.

“Se fosse un dio, cosa farebbe?” o “Le hanno donato un elefante. Non può venderlo o regalarlo. Cosa ne farebbe di lui?” sono esempi reali di domande poste da esperti HR durante il colloquio. Provare a rispondere ad alcuni di questi quesiti può aiutare ad allenarsi a reagire anche alle richieste più strampalate, ricordando che in questi casi non è tanto la risposta che si fornirà, quanto il nostro atteggiamento a fare la differenza.

Leggi anche:

Smart working: un cambio di paradigma sociale

Come è cambiato il mercato del lavoro italiano nel 2021?

Condividi su:
Chiara Bastianelli

Chiara Bastianelli

Laurea in Economia e Direzione Aziendale. Project manager in una società di consulenza strategica per le imprese. Appassionata di aziende, finanza e letteratura.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici