Dopo essere stata fortemente danneggiata dalle alluvioni nell’arco di due settimane, l’Emilia Romagna è pronta a ripartire. Lo spirito tenace dei romagnoli dimostra quanto siano più forti del disastro e pronti a ricostruire quello che le inondazioni hanno distrutto.

Oltre alla perdita di vite umane, si contano anche i danni all’ambiente, all’agricoltura e alle infrastrutture. Allagamenti, frane e siccità sono i fenomeni che si ripetono sempre più spesso e per questo è necessario attuare strategie di prevenzione che salvaguardino le aree urbane e le zone montane e di pianura per cercare di limitare i danni che le alluvioni possono provocare. Interventi che devono avvenire in tempi rapidi: il 94% dei comuni della nostra penisola è interessato dal rischio di dissesto idrogeologico.

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Alluvioni in Italia: gli eventi climatici estremi in Emilia Romagna

Le recenti piogge alluvionali che hanno interessato l’Emilia Romagna hanno nuovamente acceso i riflettori su un problema che ormai è diventato sempre più frequente in Italia: l’aumento di eventi climatici estremi. Già colpita all’inizio del mese di maggio, l’Emilia Romagna è stata investita nuovamente nei giorni scorsi da una violenta alluvione che ha distrutto infrastrutture, abitazioni, campi agricoli e attività produttive.

Secondo Pierluigi Randi, presidente dell’Associazione meteo professionisti: “In meno di due settimane in determinate aree della regione, è caduta oltre la metà della pioggia che solitamente è attesa in un anno. “Dobbiamo preparaci, questa è la crisi del clima”. 

Ieri il Consiglio dei Ministri si è riunito per fare il punto della situazione e una prima stima dei danni per definire una serie di provvedimenti d’urgenza. Il governo aveva già stanziato 10 milioni per i danni del maltempo in Romagna del 4 maggio scorso. “Il governo valuta di chiedere alla Ue gli aiuti del Fondo di solidarietà”, ha affermato Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente.

Sugli interventi, Pichetto Fratin e il ministro dell’Interno Piantedosi hanno sollevato la questione dei ritardi burocratici. Secondo il ministro dell’Ambiente, la burocrazia richiede troppi pareri. “Spesso sono solo moltiplicazioni di medesime valutazioni. Si perde tempo prezioso con monitoraggi e costituzioni di commissioni e valutazioni. Occorre snellire”.

Incremento delle alluvioni: quanto e dove sono aumentate

Dal 2010 al 2020, l’Italia ha visto crescere i danni dovuti a eventi meteorologici estremi causati dal cambiamento climatico. In un decennio si sono verificati 946 eventi estremi in 507 Comuni diversi. 416 Comuni, 319 dei quali erano città sono stati colpiti da danni alluvionali. Precipitazioni sempre più intense hanno provocato 347 interruzioni di fornitura di servizi essenziali come lo stop di metropolitane e treni urbani per 80 giorni complessivi, 257 eventi con danni dovuti a trombe d’aria; 35 casi di frane causati da piogge intense e 118 esondazioni fluviali e 14 casi di danni al patrimonio storico-artistico.

Andrea Minutolo, responsabile dell’ufficio scientifico di Legambiente, riguardo al rischio idrogeologico in Italia sostiene che qualsiasi pianificazione territoriale dovrebbe tenere in forte considerazione la componente climatica, che amplifica eventi naturali come frane e alluvioni.

Spesso sono le città che devono fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico in mancanza di una corretta pianificazione territoriale. Secondo Legambiente, eclatante è il caso di Roma, dove dal 2010 a ottobre 2020 sono avvenuti 47 eventi alluvionali. Altro caso importante è quello di Bari, dove le precipitazioni estreme sono state 41, soprattutto allagamenti da piogge intense e trombe d’aria. Infine Milano che con 29 eventi in totale conta 20 esondazioni dei fiumi Lambro e Seveso.

Alluvioni, gli eventi climatici estremi aumentano sempre di più

Nubifragio in città

Eventi climatici estremi: soluzioni rapide per intervenire

Il clima non è l’unica causa degli eventi estremi che si abbattono sul nostro Paese. Il rischio idrogeologico in Italia è noto e ci sono le conoscenze per realizzare piani di adattamento alla crisi climatica, ma ad oggi manca l’attuazione di interventi per limitare la fragilità del territorio. Tra questi occorrono provvedimenti preventivi come le delocalizzazioni degli insediamenti residenziali e produttivi più a rischio.

Per Legambiente occorre:

  • prevedere il divieto di edificazione nelle aree a rischio;
  • vietare l’intubamento dei corsi d’acqua;
  • il recupero della permeabilità del suolo attraverso la diffusione di Sistemi di drenaggio sostenibile che sostituiscono l’asfalto e il cemento;
  • lo stop al consumo di suolo e il ripristino delle aree di esondazione naturale dei corsi d’acqua laddove possibile,
  • la creazione di vasche sotteranee di trattenimento delle acque piovane in spazi pubblici come piazze e parcheggi e il divieto di utilizzo dei piani interrati per abitazione.

L’aumento degli eventi estremi degli ultimi anni comporta, inoltre, la necessaria informazione e formazione dei cittadini sui comportamenti da adottare in caso di eventi calamitosi come ad esempio salire ai piani superiori se ci si trova al piano terra o in un locale seminterrato, evitare l’uso dell’ascensore, allontanarsi dalle zone allagate e limitare l’uso del cellulare perché tenere libere le linee facilita i soccorsi. Si tratta di norme pratiche per impedire che si ripetano drammi che possano costare sia vite umane sia disastri ambientali.

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Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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