L’Italia è in emergenza siccità. Il governo a breve varerà un decreto per arginare la situazione a sostegno delle regioni. In particolare quelle del Centro-Nord: Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna,  Marche e Lazio. Alcuni Comuni hanno già provveduto a misure restrittive sull’utilizzo dell’acqua. Il decreto potrebbe vietare l’uso dell’acqua nelle ore notturne oltre a sospendere l’erogazione delle fontane e di tutte quelle risorse idriche non indispensabili.

La siccità in Italia: quanto bisogna preoccuparsi?

L’emergenza siccità ha portato il governo Draghi e la Protezione Civile verso la decisione dell’emanazione di un decreto di emergenza per creare una cabina di regia con i governatori delle regioni più colpite per stabilire le misure da adottare. Tra gli obiettivi, la necessità di garantire una risorsa idrica sufficiente nei periodi di siccità e adottare una pianificazione dell’economia idrica. Nella bozza del decreto è previsto l’avvio o la prosecuzione dei lavori anche sospesi legati alla realizzazione delle opere strutturali. Il governo infine prevede un piano di regolamentazione per la distribuzione dell’acqua da adottare al di fuori dell’emergenza.

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La piovosità tra autunno e primavera nel nostro Paese è stata del 44% in meno rispetto alla media del periodo, con il massimo raggiunto nel Nord-Ovest dove è mancato il 70% di pioggia e neve. Il Sud preoccupa meno, in particolare la Sicilia dove le piogge nelle scorse settimane sono state solo di poco inferiori a quelle registrate nello stesso periodo dello scorso anno.

Il bacino del fiume Po, a causa della mancanza di precipitazioni significative, resta un sorvegliato speciale. Secondo Meuccio Berselli, segretario generale dell’autorità di bacino, è necessario che nella zona del Delta del Po ci sia una portata minima garantita: per contrastare la risalita del cuneo salino che danneggerebbe l’irrigazione dei campi e per assicurare l’acqua a circa 800mila persone che risiedono in quell’area e che usufruiscono degli impianti di potabilizzazione.

Emergenza siccità: la situazione in Italia

Fontanelle pubbliche a rischio chiusura

Emergenza siccità: la situazione attuale

Accanto al problema della scarsa piovosità, si registrano anche temperature molto elevate come spiega Ramona Magno, ricercatrice dell’Osservatorio Siccità dell’Istituto di Bioeconomia del Cnr. Secondo l’esperta, tra l’autunno e la primavera, le temperature di circa 2 gradi superiori alle medie hanno aumentato l’evaporazione dell’acqua e portato un’eccezionale scarsità di neve. Senza la fusione della neve, zone come la Pianura Padana tradizionalmente ricche di acqua, rimangono a secco in primavera.

La siccità nel Mediterraneo è sempre esistita, ma sta diventando un fenomeno sempre più frequente. Gli episodi più recenti sono avvenuti nel 2006, nel 2011 e nel 2017. Ciò dimostra che il cambiamento climatico è in atto già da diversi anni: porterà più siccità e temperature più elevate nel Mediterraneo, mentre il Nord Europa sarà soggetto a maggiori precipitazioni.

La siccità non è un problema nuovo: come si può fronteggiare la crisi?

I cambiamenti climatici sono la conseguenza di una gestione poco attenta delle risorse naturali abbondantemente presenti sulla Terra, una su tutte l’acqua. L’Italia è uno dei Paesi europei più ricchi di risorse idriche. Secondo Erasmo D’Angelis, segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Italia centrale, l’acqua è un bene pubblico ma è esclusa dai finanziamenti statali da oltre 30 anni. I governi fino ad ora non avevano mai preso in considerazione la necessità di investire in campo idrico a causa dell’abbondanza di acqua di cui il nostro Paese dispone.

In Italia piovono in media ogni anno 302 miliardi di metri cubi di acqua: solo nella Capitale 800 millimetri di pioggia contro Londra che è toccata da 760 millimetri. Occorrerebbe tornare allo stoccaggio, come afferma D’Angelis, praticato negli anni ’70 quando si riuscivano a immagazzinare 9 miliardi di metri cubi in più rispetto a oggi.

È necessario migliorare la qualità e l’efficienza delle infrastrutture idriche obsolete che causano, secondo l’ultimo rapporto Istat 2021, ogni anno in Italia, una perdita pari al 40%.

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Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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