Mentre si è in piena crisi militarista globale, un’applicazione dei ricercatori di Deep Mind AI, l’azienda inglese per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale legata a Google, finalmente è riuscita a controllare il plasma necessario per le reazioni all’interno del Tokamak, un dispositivo che permette di produrre l’ambiente adatto per la fusione nucleare ed estrarne energia.

Ne è stata data notizia in una pubblicazione scientifica su Nature il 16 febbraio: i ricercatori di Deep Mind AI in collaborazione con il Politecnico federale di Losanna (Epfl) ne descrivono i risultati ottenuti utilizzando il Tokamak a Configurazione Variabile (TCV) svizzero.

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Attraverso il Deep Reinforcement Learning RL, ossia un meccanismo di apprendimento dell’intelligenza artificiale (AI) che permette al flusso d’informazioni che giunge alla AI di trasformarsi in una conoscenza pratica e quindi di agire in base al contesto, Deep Mind AI ha dimostrato di poter elaborare i dati necessari sia per mantenere il plasma stabile, che per configurarlo diversamente dalla sua forma standard. 

L’importanza di Deep Mind AI

Con le evoluzioni dell’applicazione del think tank di Google all’interno dei Tokamak (scartati negli anni Cinquanta perché la fissione costava meno e dava il potere dell’atomica) oggi sembra essere finalmente possibile controllare efficacemente le bobine che mantengono stabile il campo magnetico necessario per far scorrere il plasma senza farlo collidere con le pareti di metallo mantenendo il processo di fusione attivo nel tempo e, si spera in un prossimo futuro, anche energeticamente produttivo.

Il passo in avanti compiuto permette di rendere le prospettive della produzione energetica da fusione nucleare ancora più concrete soprattutto considerando gli ulteriori sviluppi in quest’ambito provenienti, oltre che dall’Europa, anche da Stati Uniti e Cina.

Schema campi magnetici tocamac

Come si sviluppa il campo magnetico in un Tokamak

 

La Fusione Nucleare nel Mondo

Sia dal gigante orientale che da quello occidentale a gennaio sono giunte notizie che fanno ben sperare sullo sviluppo di quest’energia dal bassissimo rischio ambientale. Nel Tokamak Cinese EAST è stata mantenuta per circa 20 minuti una reazione di fusione nucleare a 126 milioni °F (70 milioni °C) ad una temperatura 5 volte più alta di quella del Sole.

Negli Usa il Lawrence Livermore National Laboratory ha reso noto che una reazione nucleare, anche se per pochi nanosecondi, ha prodotto più energia di quella richiesta per avviarne il processo: una capsula di idrogeno di un millimetro ha generato l’equivalente del 10% della quantità di energia solare che colpisce la Terra ogni istante.

 Il progetto internazionale ITER

Gli sviluppi sulla fusione nucleare sono importanti perché possono essere messi a disposizione del grande progetto ITER, International Thermonuclear Experimental Reactor, che prevede l’avvio della prima centrale a fusione nucleare sperimentale in Francia e che, dato fondamentale, prevede lo sforzo di ben 35 Paesi tra cui anche Russia, Cina, Usa, Giappone, India, Italia e Corea del Sud, in un unico grande progetto di collaborazione internazionale in cui la concorrenza non diviene elemento di conflitto.

 

La fusione nucleare rispetto alla fissione non può essere considerata solo una energia pulita, la sua natura intrinseca, infatti, la rende energia profondamente pacifica. Sino ad oggi l’energia è sempre stata uno strumento di controllo e di guerra. Nel nucleare in particolare, l’opposto della fusione, cioè la fissione, il non plus ultra della logica del divide et impera perché applicata all’atomo, ha trasformato il mondo in un luogo di certo più pericoloso. Non sono di certo solo Chernobyl e Fukushima a dimostrarlo: si aggiungano invece gli ordigni nucleari, il tipo di guerre e le logiche di supremazia che la fissione permette.

Un grande strumento di pace

D’altro canto, la fusione non produce esplosioni né scorie radioattive. Le ricadute sulla popolazione non sono fall out radioattivi (la ricaduta di particelle contaminanti su terreno e popolazione). La sua tecnologia, se frutto di collaborazione, diviene cooperazione e, dato che con pochissimi grammi di semplice idrogeno si otterrebbe un’enorme quantità di energia, la sua distribuzione potrebbe essere alla portata potenziale di tutti.

La fusione nucleare rende obsoleta sia la divisione degli atomi e l’energia prodotta da essi, sia il paradigma ed il suo uso, civile o militare che sia, e dopo aver fatto sparire la produzione di energia fissile, è più facile farne sparire anche gli ordigni. In tempi che potrebbero farci virare verso una nuova guerra fredda lo sviluppo della fusione, rispetto agli appetiti generati da gas e fissione, diviene uno strumento di pace.

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Pasquale De Salve

Pasquale De Salve

Sono laureato in Filosofia e scrivo per passione. Qui scrivo di ambiente, politica, diritti e qualche volta anche di altro. Cerco di intendere il mondo per quello che è, ma di utilizzare quelle poche parole che ho a disposizione perché possa migliorare. Il suo cambiamento, però, dipende dallo sforzo di ognuno di noi!

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