Che impatto ha l’uso della voce sullo stato d’animo dei nostri figli?

Buongiorno e bentornati al nostro incontro settimanale dedicato ai genitori. Oggi intervistiamo Sabina Bonardo, voice coach, per scoprire come l’uso della voce consapevole abbia un impatto positivo sui bambini.

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Ciao Sara. Sono donna, mamma e libera professionista. Sono Founder di Io CreoEmozione – Voice Talent Coach – Official Fourvoicecolors®Trainer e da molti anni affianco regolarmente le persone e le aziende interessate al miglioramento degli aspetti psicologici legati alla sfera paraverbale (la voce).

Come influenza noi stessi e gli altri l’uso della voce e in particolare il nostro tono di voce?

Il tono di voce è uno degli elementi di maggiore influenza nella comunicazione. Racchiude una serie di parametri sonori che danno un senso, a livello cosciente o incosciente, al messaggio trasmesso. Tra questi troviamo: il timbro, l’intensità del suono, la velocità, la della dizione, la chiarezza, la proiezione, il tono, il ritmo, etc.

Varie persone possono dire la stessa identica frase. Tuttavia, il tono di voce che viene utilizzato da ciascuna comunica un’informazione psicologica diversa.È allora che si scopre che nelle parole vi è un contenuto verbale e uno paraverbale. La sfera paraverbale (la voce) è meno controllabile e, di conseguenza, più autentica ed è per questo che dico che la voce di una persona si può “guardare”. A seconda di come usiamo il tono possiamo influenzare l’altro e noi stessi nel comportamento.

Alcuni esempi di tono:

  • Il tono di voce grave suggerisce maturità e genera fiducia negli altri
  • Se il tono di voce è molto grave, rimanda a sensazioni nefaste
  • Una voce un tono medio-basso, ritmato e con volume medio, risulta decisa e sicura
  • Parlare con un tono di voce basso e usare “parole di riempimento” (oohh, ehm, aahh) ci suggerisce che la persona è impacciata
  • Chi utilizza un tono di voce molto acuto trasmette poca credibilità e risulta aggressivo o simpatico a seconda della presenza o meno del sorriso nel suo volto.

Che effetto hanno toni di voce o rumori troppi alti per un neonato o un bambino in generale?

Ai bambini di solito piacciono le voci acute ma accompagnate dal sorriso. Un fatto che la maggior parte degli adulti sembra capire intuitivamente rispondendo di conseguenza, senza nemmeno rendersene conto.

Se ti ascolti, la prossima volta che parli con la tua bambina piccola, probabilmente noterai che alzi il tono, rallenti il ​​linguaggio, esageri le sillabe e allarghi gli occhi e la bocca più del normale. Questo approccio drammatico è garantito per catturare l’attenzione di quasi tutti i bambini e di solito farli sorridere.

Se la mamma usa invece un tono alto con un volume alto della voce o il papà un tono basso e un volume alto della voce, vuol dire che stanno “urlando”. Questa sonorità spaventerà il vostro bambino. Probabilmente piangerà quando è molto piccolo e quando sarà un po’ più grande fare molti capricci fino a diventare un adulto evitante.

I suoni ambientali troppo alti (una porta che sbatte, un temporale) sicuramente spaventano il nostro bambino mentre se ci sono troppi rumori di fondo il bimbo piange o si addormenta.

Se piange vuol dire che è spaventato, irritato o arrabbiato; se si addormenta è perché il cervello del neonato non riesce a distinguere i suoni e decide di spegnersi.

Ecco perché l’uso della voce in modo consapevole è così importante.

Come possiamo usare /modulare la nostra voce per ottenere risultati diversi ad esempio essere assertivi e fermi quando serve o amorevole e accoglienti?

Dipende molto dall’età del nostro cucciolo. Se il nostro bimbo ha da 0 a 3 anni ci vuole pazienza e occorre alternare la voce simpatica alla voce amorevole ed empatica. Il nostro cucciolo ha bisogno di sicurezza. L’autorevolezza si esplica nell’insegnare al piccolo cosa può fare e cosa non può fare, distraendolo. Mi spiego meglio: se il nostro bimbo sta compiendo qualcosa di sbagliato o pericoloso occorre mostrare il disappunto con l’espressione facciale e poi occorre invitarlo con una voce empatica (tono basso, sorriso dolce, volume basso, tempo lento) e simpatica (tono alto, sorriso grande, tempo veloce e volume medio) a fare un’altra cosa.

Dai 3 ai 6 anni quando il bambino ha maggior padronanza del lessico, della cognizione di sé e del comportamento, si può aggiungere la voce dell’autorevolezza (tono medio-basso, pause nette, volume medio, assenza di sorriso) quando gli si forniscono delle informazioni, si impartiscono dei comandi o gli si fanno delle obiezioni. Ma occorre usare anche la voce della simpatia e dell’empatia

Dai 6 ai 12 anni progressivamente utilizzeremo meno la voce della simpatia perché tenderemo a giocare meno con i nostri figli e loro vorranno stare sempre di più con i loro pari. Ma questa voce non deve sparire. Durante questo periodo dovremmo usare molto invece la voce dell’empatia e della autorevolezza. I nostri figli in questa fase hanno bisogno di rassicurazione e amore ma anche di fermezza e sicurezza.

Quanto vale nella comunicazione il tono di voce? Più o meno delle parole usate?

Ti rispondo con una frase che mi piace molto e che è molto vera: il 50 per cento di tutte le comunicazioni umane è non verbale, linguaggio del corpo, il 40 per cento è nel tono. Vale a dire che il 90 per cento di quello che si comunica… non esce dalle nostre parole!

Cosa può fare ognuno di noi e in particolare un genitore per allenarsi e rendersi conto dei propri toni e modularli al bisogno?

Quello che propongo sempre è di provare a filmarsi o registrarsi in un momento quotidiano. Invito a mettere distrattamente una telecamera accesa da qualche parte o un registratore vocale. Appena si ha un po’ di tempo, consiglio di riascoltarsi e di osservare e sentire come nostra figlia o nostro figlio ha reagito alla nostra voce o come noi abbiamo reagito.

Iniziate a capire ciò che vi piace e ciò che non vi piace.

Questo è il primo passo per entrare in contatto consapevole con la nostra voce migliore, quella che ci fa vivere una relazione, per quanto possibile, armoniosa.

 

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Sara Propoggia

Sara Propoggia

Sara Propoggia, sono una Parent Coach: facilito la vita ai genitori che scelgono la consapevolezza e agiscono per creare un mondo pacifico e armonico, un giorno alla volta.

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