Recuperare il senso del rispetto e acquisire consapevolezza sono fondamentali per contrastare il cyberbullismo nello sport.  Un fenomeno diffuso dove le vittime, sopratutto minorenni, sono bullizzate online. Nella Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, celebrata il  7 febbraio 2023, sono scesi in campo anche gli sportivi come Marcel Jacobs, campione dell’atletica azzurra e Linda Cerruti, campionessa di nuoto sincronizzato. A loro il compito di stimolare reazioni costruttive contro gli attacchi virtuali del cyberbullismo. Meno parole ostili e più denunce: questo invece è il cuore del progetti di Parole_O_Stili e della piattaforma “Chi odia paga”.

Contro il cyberbullismo nello sport? Più denunce

Il più delle volte quando si parla cyberbullismo nello sport, si pensa alla violenza espressa online tra tifoserie. Questo perché lo sport, da sempre strumento di inclusione e aggregazione sociale, può diventare elemento divisivo e scivolare nel fanatismo.  La Global Online Safety Survey 2023 fa sapere che tra i ragazzi l’hate speech è il rischio più comune – vissuto dal 28%,  mentre le forme di sollecitazione sessuale sono il pericolo che colpisce di più le ragazze, in particolare il 9% del campione.

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Denunciare i commenti sessisti sui social non è facile, ma è l’unica cosa da fare

Lo dice con forza la campionessa di nuoto sincronizzato Linda Cerruti durante l’evento nazionale in diretta streaming con Istituzioni scolastiche organizzato in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza in Rete. Nel 2022 ha festeggiato le sue vittorie con uno scatto pubblicato sui social. Un’immagine con le otto medaglie conquistate nel campionato europeo, la ritrae in una posa artistica: a testa in giù e in spaccata. La foto diventata virale e putroppo bersaglio di messaggi volgari e sessisti.

Linda Cerruti ha sporto denuncia alla polizia postale, che ha individuato 12 persone responsabili di commenti inopportuni. A farle eco nello stesso evento #Cuoriconnessi nella lotta contro il cyberbullismo, Marcel Jacobs, campione dell’atletica azzurra. “Non va mai dimenticato – dice Jacobs che c’è chi può vivere dei momenti difficili, chi è più sensibile di un altro e soprattutto che quello che può sembrare uno stupido scherzo può trasformarsi in qualcosa di molto più serio“.

Contro il cyberbullismo nello sport, meno parole ostili e più denunce

Il Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport

Il Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport è un impegno di responsabilità condivisa ideato nel 2016 dall’associazione Parole_o_Stili. È una carta che elenca dieci princìpi di stile utili a migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in Rete. Promuove un contatto diretto, sincero e fondato sui valori nobili dello sport, così da evitare un linguaggio ostile nel tifo e nella comunicazione. A orientare la declinazione del Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport sono stati i contributi di oltre 100 fra atleti, club, squadre, federazioni, aziende, giornalisti e comunicatori legati al mondo dello sport. L’intento è favorire comportamenti rispettosi e civili e rendere la Rete un luogo accogliente e sicuro per tutti.

Contro il cyberbullismo nello sport, per promuovere parole meno ostili, dal 6 febbraio, Parole_O_Stili in partnership con Huaway, è in tour in giro per l’Italia a bordo dello “SmartBus”. 15 città e 5 diverse regioni, per raccontare a studenti e studentesse delle scuole secondarie di I grado, cittadini e famiglie l’importanza di vivere online in modo sicuro.

Odiare non è uno sport

L’avvento degli sport elettronici rende più vulnerabili sia chi pratica attività sportive che i supporter online. Vivere la realtà virtuale in sicurezza in campo sportivo, diventa una urgenza: ben il 60% dei giovani conosce gli sport elettronici e ci vuole giocare. Gli illeciti più diffusi tra i giovani italiani sono diffusione di fake news, contenuti violenti e rischi per la persona – come hate speech (parole di odio), cyberbullismo, minacce . Solo il cyberbullismo annovera ben 7 reati: conflitti verbali, molestie, fake news, terrorizzare le vittime, furto di identità, diffusione informazioni carpite, esclusione da un gruppo. Chi ne è vittima ha il diritto di difendersi attraverso la denuncia.

La Legge 29 maggio 2017, n. 71 per la prevenzione e il contrasto al  bullismo online, garantisce a scuola la presenza di una persona di riferimento per contrastarlo, come un professore. Negli ambienti sportivi a raccoglierne la segnalazione sono allenatore e dirigenza. Spesso alla denuncia presso la Polizia Postale si rinuncia per via delle  spese legali. Per questo, la piattaforma Chi Odia paga (COP) offre assistenza in tempi brevi e a costi contenuti, alle persone vittime di odio online. COP fa parte della Repubblica Digitale istituita dal Dipartimento della trasformazione Digitale. Ogni cittadino italiano che  usa COP riceve un feedback automatizzato per capire se le condotte subite sono legalmente sanzionabili o meno. Gli vengono poi forniti  strumenti tecnici e legali necessari per difendersi dai reati d’odio online in modo facile, veloce, sicuro ed economico.

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Anna Restivo

Anna Restivo

Editor e creator freelance nel motorismo sportivo e storico.  Ho collaborazioni in F1 dal 2014, passando anche dalla Motogp, e dal 2019 in manifestazioni di auto e moto d'epoca. Mi piace raccontare il motorismo e le sue connessioni con società, arte, ambiente, creando format e progetti. Attualmente collaboro con BuoneNotizie.it, grazie al quale ho avuto l'opportunità di conoscere il giornalismo costruttivo.

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