Il pensiero divergente indica la capacità di proporre differenti possibili soluzioni originali e inusuali di fronte a un determinato quesito. Diversi studi hanno evidenziato la correlazione fra tale modalità di pensiero e sviluppo di creatività e capacità di problem solving. I benefici del pensiero divergente sono stati indagati non solo nei campi applicativi di matrice umanistica, ma anche nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), al fine di incoraggiare l’interdisciplinarietà con le arti e favorire l’apprendimento.

Pensiero divergente: sinonimo di creatività?

Il pensiero divergente rappresenta per eccellenza la modalità di fornire feedback originali e non convenzionali di fronte a un certo input. Il termine è stato coniato dallo psicologo statunitense Joy Paul Guilford nel 1967, in contrapposizione al pensiero convergente, che si focalizza sul giungere a un’unica risposta corretta. Il ragionamento divergente permette di superare i confini delle soluzioni tradizionali ed esplorare molteplici possibilità.

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Si può misurare in base a quattro parametri. In primis, la fluidità è intesa come capacità di generare quante più idee nel minor tempo possibile, vi è poi la flessibilità, prerogativa tipica dei multipotenziali, da interpretare come la capacità di adottare strategie differenti e creare connessioni tra elementi apparentemente distanti. Il terzo indice è l’elaborazione, ovvero l’abilità di dare concretezza alle idee, infine vi è l’originalità, caratteristica attribuibile alla capacità di formulare pensieri unici ed innovativi.

Secondo Guildford, la creatività si interconnette al pensiero divergente ma non è innata, bensì va consolidata attraverso esercizio costante. Per stimolare il pensiero divergente, e quindi creativo, vi sono approcci come il brainstorming, i giochi di ruolo, la scrittura libera, il mapping dei propri pensieri e lo sviluppo di associazioni libere, auspicabilmente in un ambiente sicuro in cui formulare idee in libertà. Inoltre, risulta uno strumento prezioso la possibilità di esplorare nuovi territori mentali attraverso diverse esperienze di vita.

Attestati i vantaggi connessi a tale modalità di ragionamento, molte scuole stanno emulando il modello finlandese. I ragazzi, oltre allo studio tradizionale, sperimentano una componente di attività laboratoriali, promuovendo l’affettività e la cooperazione. L’apprendimento pratico e metacognitivo ha il vantaggio di enfatizzare i talenti e attivare la memoria a lungo termine.

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Unsplash- Rain Bennett.

Pensiero divergente e convergente a confronto

La ricerca ha confermato i benefici del pensiero divergente circa l’incremento della creatività e delle capacità di problem solving e decision making. La maggior parte degli studi si sono però focalizzati sul pensiero divergente in quanto fonte di ispirazione nel campo artistico-letterario. Lo studio delle discipline STEM, per le quali esiste ancora un gender gap, sembrerebbe invece associato principalmente al pensiero convergente.

Il pensiero divergente coinvolge l’immaginazione senza preoccuparsi inizialmente della fattibilità delle soluzioni. Segue un’ottica più aperta e flessibile, utile per affrontare problematiche complesse e ambigue. Il pensiero convergente è invece associato alla logica e punta a risposte univoche, servendosi di approcci quali la deduzione, l’induzione e l’analisi critica. Nel risolvere un’equazione matematica o svolgere un esperimento, questo pensiero risulta particolarmente utile perché conduce a una risposta accurata.

Ciononostante, uno studio della Queensland University of Technology ha portato a riconsiderare l’apprendimento delle materie STEM. Al fine di favorire l’interdisciplinarietà, molti educatori punterebbero ad integrare allo studio di materie scientifiche quello di discipline artistiche e umanistiche, sfruttando approcci legati al pensiero divergente. Abbattendo le barriere fra arti e scienza, gli studenti sarebbero quindi più predisposti a comprendere i processi innovativi, incrementare le capacità metacognitive e attuare metodi risolutivi basati sull’esperienza.

In conclusione, non esiste un metodo migliore dell’altro. La scelta di applicazione dipende dall’area tematica. Tuttavia, il vantaggio dell’intersezione fra pensiero divergente e convergente potrebbero tradursi nel potenziamento multidisciplinare e nell’implementazione di strategie di collaborazione inter-curriculare.

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Giulia Polito

Giulia Polito

Mi piace considerarmi una persona multipotenziale: sto seguendo una carriera in ambito scientifico, ma ho anche una passione per la scrittura e credo fermamente nel potere della divulgazione. Scrivo di tutto ciò che mi incuriosisce e mi appassiona, soprattutto legato a società, cognitive skills e questioni di genere. Collaboro con BuoneNotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista.

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