L’industria del turismo sta aspettando con impazienza la riapertura dei confini internazionali per tornare a poter viaggiare senza restrizioni, dopo oltre due anni di pandemia. In questo contesto di ritorno alla normalità si fa strada un nuovo modo di viaggiare e di fare turismo. Il turista post-pandemia è diventato più un viaggiatore e questo lo porta a percorrere sentieri invece che strade. Lo stesso spirito di viaggiare all’avventura sta portando alla scoperta di società e culture in maniera più autentica e approfondita, specialmente dal punto di vista enogastronomico.

La crisi del settore turistico

Stando ai dati del rapporto annuale sul 2021 del World Travel & Tourism Council il settore dei viaggi ha subito una perdita di quasi 4,5 trilioni di dollari a livello mondiale. Il rapporto prende in esame 185 Paesi e 25 regioni geografiche del globo. Nel 2019 i viaggi incidevano per il 10,4% del PIL mondiale, nel 2020 si è attestato al 5,5%. I posti di lavoro persi sono oltre 62 milioni.

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Restando in Italia il quadro non è differente. I turisti internazionali sono scesi del 62%, quelli nazionali del 49,6% e il 9,6% sono coloro che hanno dovuto cambiare lavoro. Ma il turismo enogastronomico può essere una delle soluzioni nel prossimo futuro, specialmente per una terra come l’Italia che non ha eguali nel settore alimentare.

Turismo enogastronomico

La pandemia ha modificato il nostro modo di viaggiare. Il turista, o meglio il viaggiatore, ha più interesse a vivere la cultura locale che i monumenti e i luoghi più turistici. Il turismo enogastronomico punta a esperienze immersive, come l’etnogastronomia: ovvero il ricercare il contatto di una cultura, un popolo o una società attraverso i suoi cibi e piatti tipici. La cucina dei popoli diviene un fondamento per il visitatore. Il patrimonio culturale immateriale culinario diventa decisivo nella scelta del viaggiatore moderno.

Il Comitato per il Turismo e la Competitività (CTC) del World Tourism Organization (UNWTO) definisce il turismo gastronomico come un tipo di attività turistica caratterizzata dall’esperienza del visitatore legata al cibo e ai prodotti e alle attività correlati durante il viaggio. Infatti questo tipo di turismo può coinvolgere anche altre attività correlate come visitare i produttori locali, partecipare a sagre gastronomiche e frequentare corsi di cucina. Lo stesso comitato sottolinea che l’Enoturismo è un sottotipo di quello gastronomico e ha il suo focus nel vistare vigneti, cantine e degustare vini dove vengono prodotti.

Il prodotto di entrambi è il turismo enogastronomico che si sta evolvendo, senza dimenticare di prestare attenzione alla sostenibilità, al digitale, all’innovazione e all’internazionalizzazione.

Turismo enogastronomico, si torna a viaggiare con gusto

Un esempio di turismo enogastronomico: visita, magari con degustazione, di un pastificio.

TasteAtlas: un viaggio esperienziale nel gusto

Nell’ambito del turismo enogastronomico risulta molto interessante l’iniziativa di TasteAtlas. Una piattaforma che racchiude recensioni di critici gastronomici e ricette sui piatti tipici popolari. Fondata nel 2015 dalla giornalista croata Matija Babić è entrata in funzione nel 2018, ricevendo anche una menzione d’onore nel concorso per migliori e innovativi siti web in circolazione (Awwwards).

TasteAtlas si definisce “un atlante mondiale di piatti tradizionali, ingredienti locali e ristoranti autentici”. Interessante anche come si presenta, infatti mostra la mappa globale interattiva con delle icone su ogni Paese (al momento oltre 10mila) che rappresentano i piatti tipici più popolari di esso. Questa piattaforma non va però intesa come un competitor dei più blasonati Tripadvisor o la celebre Guida Michelin. Infatti nessuno dei due più celebri si concentra esclusivamente sulla tradizionalità e tipicità dei piatti.

Il turismo enogastronomico: paradiso dei sensi

Forse anche a causa delle restrizioni della pandemia i momenti conviviali della tavola sono divenuti protagonisti nel settore turistico. Sono infatti sempre più in voga i viaggi di gruppo che vanno a esplorare le grandi tradizioni dei popoli in giro per il mondo. Magari per circuiti ed esperienze meno turistiche e commerciali, ma più autentiche e anche più sostenibili. Come il piacere di assaggiare nuovi piatti e sapori esotici direttamente alla fonte.

Viaggi che avranno un impatto positivo nelle culture locali e che lasceranno anche nel visitatore un sapore più genuino, non solo dei piatti, ma della stessa cultura locale. Infatti ogni ricetta a volte può narrare meglio la storia di un passato, di un popolo, di un paesaggio o di un clima più di molte parole.

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Riccardo Pallotta

Riccardo Pallotta

Laureato in comunicazione e marketing con una tesi sul brand journalism. Attore e speaker radiofonico in Italia e all'estero. Social media manager. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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