La patologia che colpisce 16 milioni di donne in Europa è molto complessa da diagnosticare. Buone notizie dai nuovi test diagnostici

L’endometriosi è una malattia cronica ginecologica invalidante di cui si parla ancora troppo poco. Si rende manifesta con dolori correlati al ciclo mestruale e ai rapporti sessuali. In alcuni casi, è così persistente da compromettere lo svolgimento delle attività quotidiane. La patologia è ancora poco studiata e non essendo abbastanza conosciuta dalle donne che ne ignorano l’esistenza, è spesso confusa con sofferenze legate al periodo mestruale: per questo ha un ritardo diagnostico elevato. La malattia è inserita nei Lea – Livelli essenziali di assistenza – dando il diritto all’esenzione per alcune prestazioni specialistiche alle pazienti più gravi, circa 300mila su 3 milioni di malate in Italia.

Dopo anni di silenzi e disinformazione però qualcosa sta cambiando: basti pensare ai numerosi centri specialistici nati per formare ed informare medici ed operatori sanitari in tutt’Italia, alla ricerca scientifica sostenuta dalle donazioni della Fondazione Italiana Endometriosi, nata nel 2007, che sta mettendo a punto un test diagnostico salivare, attraverso il quale si può arrivare velocemente all’individuazione della patologia. L’organizzazione supporta inoltre il Centro Italiano Endometriosi, primo istituto specializzato nato in Europa per questa malattia femminile, che si avvale di professionisti esperti e di tecnologia di assoluta avanguardia.

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Endometriosi, cos’è e quali sono i campanelli d’allarme?

Con il termine endometriosi si intende una presenza dell’endometrio, tessuto che normalmente si trova solo all’interno della cavità uterina, al di fuori dell’utero, su altri organi genitali femminili. La malattia – secondo il Ministero della Salute colpisce le donne in età fertile e circa il 10-15% hanno un’età compresa tra i 25 e i 35 anni, ma può comparire anche con il primo ciclo mestruale. Le donne che ne soffrono hanno dolori al basso ventre che diventano rilevanti e fastidiosi durante le mestruazioni, i rapporti sessuali, la minzione e la defecazione, spesso con tracce di sangue in urine e feci. Questi sintomi sono talvolta accompagnati da stanchezza fisica, emicrania e una febbricola costante durante il periodo mestruale. L’intensità del dolore ed il perdurare dei sintomi è causa di fenomeni depressivi e di sub-fertilità o infertilità nel 30-40% dei casi.

La tendenza della donna a considerare il dolore come qualcosa di normale, a confonderlo con sofferenze legate al ciclo e la difficoltà a inquadrare i sintomi, fanno sì che la patologia venga diagnosticata anni dopo la sua effettiva manifestazione, arrivando a un ritardo diagnostico pari a circa 7 anni dall’insorgenza della sintomatologia. Riconoscere l’endometriosi tardivamente ha conseguenze fortemente negative sulla qualità della vita e può provocare danni anche molto importanti e permanenti, come la sterilità.

Endometriosi, tra terapie che danno speranza e sensibilizzazione

Il trattamento dell’endometriosi varia in base alla gravità dei sintomi: in generale i possibili approcci terapeutici sono due: conservativo, basato sull’impiego di farmaci, oppure chirurgico. A scegliere di andare sotto i ferri è il 5-10% delle donne, ovvero quando ci sono complicanze, come compressione degli organi o il sanguinamento. Dinanzi a terapie efficaci si assiste a un progressivo miglioramento del quadro sintomatologico e, in molte donne ancora in età fertile, a un ripristino della capacità di concepimento.

I Ginecologi italiani della Sigo (Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia) hanno lanciato di recente un appello alle Istituzioni affinché in tutte le Regioni siano identificati e supportati economicamente i centri dedicati alla malattia. L’argomento è stato oggetto di discussione anche in sede europarlamentare, dove è stata avanzata la richiesta di promuovere la ricerca sulla patologia nel quadro del Programma UE per la salute 2021-2027.

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Antonella Acernese

Antonella Acernese

Antonella Acernese, aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it da settembre 2020 grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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