Perché un bambino, varcata la soglia dell’ospedale, dovrebbe rinunciare al suo essere bambino?” È questa la domanda che muove l’agire di LILT Giocare in Corsia (GiC) e altre importanti realtà del Paese che si occupano di creare spazi di ascolto, divertimento e gioco nei reparti pediatrici degli ospedali italiani. L’obiettivo è quello di umanizzare momenti che risultano spesso complessi da decifrare per i più piccoli. La stessa Costituzione della Carta dei Diritti del Bambino in Ospedale del 1989 sancisce alcuni fondamentali diritti dei minori nel contesto di cura, che pongono l’accento sull’importanza di valorizzarne e proteggerne l’essenza. Il gioco offre un’opportunità in tal senso, e la mediazione dell’adulto apre alla relazione e all’accoglienza, essenziali per affrontare momenti di dolore e sfide personali.

LILT Giocare in Corsia

Il viaggio di LILT Giocare in Corsia inizia nel 1994 presso l’Ospedale Cà Foncello di Treviso. Un incontro con una piccola paziente che dà il via ad un progetto divenuto oggi un riferimento per il Paese. Dal Convegno Nazionale sul dolore del bambino del 1995, nasce il Comitato Assistenza Bambini poi trasformato in Giocare in Corsia. “Il grande sviluppo ha avuto luogo dopo gli anni 2000 con molti volontari che hanno iniziato a portare il gioco in ospedale” racconta Roberto Michielon, Responsabile GiC e Consigliere LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori).

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Oggi questa realtà conta 156 volontari, impegnati a riportare i bimbi al centro grazie al gioco, rendendo meno estraneo e difficile l’ambiente ospedaliero. Il personale opera in maniera gratuita e viene formato durante l’anno con corsi obbligatori a scelta: lettura fiabe, clown, corso per la creatività e giochi. “Il valore del progetto è immenso – continua Michielon – perché permette a bambini e ragazzi di riempire tutto quello spazio che, cure mediche escluse, viene lasciato vuoto e soprattutto è in grado di far cambiare aria alla stanza in ogni senso, consentendo anche ai genitori di usare parole nuove e costruire momenti di relazione estremamente importanti”. L’aspetto della socialità per i ragazzi è fondamentale; favorisce uno scambio di conoscenza e complicità che va oltre lo svago e il gioco in ospedale, aiutando inoltre a semplificare e ammorbidire il rapporto con i medici.

Giocare-in-ospedale--un-ambiente-sereno-aiuta-la-cura-LILT-Giocare-in-Corsia

GiC in Italia e nel mondo

Il progetto LILT Giocare in Corsia è cresciuto negli anni, avviando dal 2007 un percorso analogo presso il reparto di Pediatria di Conegliano e di Latina e dando vita a Treviso, nel 2009, al progetto “Isola Serena“, un servizio di accoglienza dei bimbi in day surgery e ad attività di I.A.A. (Interventi Assistiti con gli Animali). Dal 2011 le attività si sono spostate anche all’estero, grazie ad una collaborazione con gli ospedali tumorali di Kiev in Ucraina e di Novosibirsk in Siberia per formare personale in loco in grado di offrire ai bimbi ricoverati spazi preziosi di gioco e condivisione.

Giocare in ospedale: altre esperienze in Italia

Altre importanti realtà a livello nazionale che a differenza di GiC lavorano principalmente con personale dipendente e professionisti, sono la Fondazione Mayer di Firenze e la Fondazione Theodora di Milano, entrambe caratterizzate da competenza e attenzione ai piccoli pazienti.

La Fondazione Meyer si occupa degli interventi di animazione in ospedale: il gioco, la lettura, il teatro, l’Ortogiardino, i clown in corsia, la Pet Therapy e il progetto Meyermusica, che coinvolge bimbi, genitori e operatori stemperando stress e tensioni. La LudoBiblio è lo spazio centrale dove poter giocare, rilassarsi, partecipare a spettacoli teatrali, concerti e immergersi in favole e racconti.

La Fondazione Theodora di Milano è presente, con 32 Dottor Sogni, in 41 reparti di 18 ospedali in 11 città italiane, tra cui Roma (Ospedale Bambino Gesù, San Raffaele Pisana, Policlinico), Napoli (A.O.R.N Santobono Pausilipon), Livorno (Presidio Ospedaliero Spedali riuniti) e Bologna (Policlinico Sant’Orsola Malpighi e Ospedale Bellaria). Attiva dal 1995, Theodora si occupa di portare spazi di gioco e condivisione ai bambini ricoverati in ospedale con le visite d’eccezione dei Dottor Sogni, artisti professionisti, assunti e formati per operare in reparti pediatrici in collaborazione con il personale ospedaliero. Al centro vi è sempre un processo di cura integrato rivolto ai piccoli pazienti e alle loro famiglie.

Leggi anche:

Pediatria in tempi di Covid: ecco come le associazioni possono aiutare gli ospedali

Parchi gioco inclusivi: l’Italia finalmente si mette in moto

Condividi su:
Giulia Angelon

Giulia Angelon

Mi piace esplorare l’esistenza, osservandone i misteri e sperimentando la forza creatrice che genera l'atto di comunicare quando nasce dall’ascolto e dal dialogo. Per BuoneNotizie.it scrivo di benessere e innovazione in chiave culturale, imparando l’arte di esserci nelle cose con intensa leggerezza.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici