Negli ultimi anni, in Italia, si è assistito a un progressivo invecchiamento della popolazione: attualmente il 23,2% dei cittadini italiani ha un’età superiore ai 65 anni. Secondo l’Istat, nel 2050, l’età media della popolazione sarà di 50,7 anni, con un rapporto tra giovani e anziani di 1 a 3.

A questa maggiore longevità si correla un aumento delle patologie tipiche dell’invecchiamento, in particolare quelle neuro-degenerative, come la demenza: una malattia che provoca un decadimento della memoria e di altre funzioni cognitive. Secondo il World Alzheimer Report, la demenza rappresenta uno dei principali motivi di disabilità in età avanzata, nonché la settima causa di mortalità a livello globale.

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Data la sua natura progressiva e irreversibile, nonché la scarsa reazione ai farmaci, le linee guida per la diagnosi, il trattamento e il supporto dei pazienti con demenza affermano che, per ottenere maggiori benefici, sia necessario integrare la terapia farmacologica con trattamenti psicosociali.

Questi interventi non includono prodotti chimici e prestano maggiore attenzione alla cura della persona, piuttosto che alla malattia in sé. Attualmente, il trattamento psicosociale più raccomandato in letteratura è la Terapia di Stimolazione Cognitiva o CST, da Cognitive Stimulation Therapy.

La Stimolazione Cognitiva nella Demenza

La Terapia di Stimolazione Cognitiva è un trattamento breve per persone con demenza lieve-moderata e comprende un insieme di attività che, pur non fermando la malattia, possono potenziare le funzioni mentali residue della persona, rallentandone il decadimento cognitivo.

Il trattamento coinvolge il paziente nella sua globalità e prevede sia esercizi di potenziamento della memoria, dell’attenzione, del linguaggio, delle funzioni esecutive e dell’orientamento spazio-temporale, sia strategie atte a ridurre i momenti di inattività, isolamento e apatia, creando e rafforzando le relazioni sociali.

La Stimolazione Cognitiva si avvale dei punti di forza di tecniche già note, come: la ROT o Terapia di Ri-orientamento della Realtà, la Terapia della Reminescenza, la Stimolazione Multi-sensoriale e la Terapia della Validazione.

La ROT ha lo scopo di modificare i comportamenti scorretti di un soggetto, riducendone l’isolamento e rinforzando le conoscenze rispetto alla sua identità, al contesto ambientale e alla propria storia, mentre la Terapia della Reminescenza si focalizza sulla memoria a lungo termine, in particolare quella autobiografica e prevede la discussione di eventi passati con gruppi o individui.

Per Stimolazione Multi-sensoriale si intende la sollecitazione dei sensi attraverso il suono, il gusto, il tocco, l’olfatto e le immagini visive, mentre la Validation Therapy o Terapia della Validazione, è incentrata sul significato emotivo di ciò che le persone fanno o dicono: questo metodo invita il paziente a parlare dei propri sentimenti in un ambiente contenuto come il gruppo di terapia, favorendone l’interazione e la comunicazione verbale e offrendogli un’occasione per sentirsi riconosciuto, sperimentarsi in un ruolo sociale e aumentare la consapevolezza di sé e della propria storia personale.

Migliorare la qualità di vita con la CST

Tra i numerosi interventi esistenti per anziani con demenza, la Terapia di Stimolazione Cognitiva è tra quelli evidence-based, cioè basati su evidenze scientifiche che ne confermano l’efficacia.

In Italia, il Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università degli Studi di Padova ha realizzato uno studio dedicato alla persistenza dei benefici della stimolazione cognitiva in persone con diagnosi di demenza lieve-moderata: l’indagine ha coinvolto 225 anziani ed è stata condotta in 16 strutture sanitarie sull’intero territorio nazionale. I pazienti hanno svolto test cognitivi e compilato questionari inerenti al loro tono dell’umore, alla frequenza e alla gravità dei disturbi comportamentali e psicologici, sia prima della terapia, sia poco dopo averla conclusa, nonché a distanza di tre mesi dalla fine dell’intervento.

I risultati ottenuti, in linea con le precedenti evidenze, hanno confermato che la Terapia di Stimolazione Cognitiva ha effetti benefici sulla qualità di vita dei pazienti, sia nel breve che nel lungo periodo. Tale intervento può ridurre i disturbi comportamentali di queste persone, preservandone il funzionamento cognitivo ed emotivo, limitando sia il rischio di isolamento sociale, sia lo stress dei caregiver, cioè di coloro che le assistono.

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Brunella Mascolo

Brunella Mascolo

Logopedista e aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al progetto formativo realizzato dall'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. Come professionista sanitario, nonché persona molto empatica e introspettiva, scrivo principalmente di tematiche inerenti alla crescita personale e alla prevenzione e alla tutela della salute e del benessere mentale.

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