La pandemia mondiale ha avuto un impatto altissimo sulla sanità nazionale italiana. L’emergenza ha richiesto un impiego maggiore di risorse economiche e personale sanitario al fine di arginare i contagi e distribuire i vaccini alla popolazione, ma ci sono anche impatti invisibili, come il rallentamento degli screening dei tumori e la tardiva diagnosi di cancro

La relazione “I numeri del cancro in Italia” presentata il 19 dicembre 2022 al Ministero della Salute  da diverse organizzazioni attive nel campo della ricerca oncologica sostiene che nel corso del 2021 in Italia si è tornati ai livelli dei controlli preventivi sulle malattie neoplastiche pari a quelli pre-Covid. Particolare attenzione è stata posta allo stile di vita e sui fattori di rischio prevenibile.

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I principali screening dei tumori

La riorganizzazione del sistema sanitario nel 2020 ha avuto come obiettivo il contrasto della pandemia, la gestione dei malati di Covid nelle terapie intensive e la copertura vaccinale. Questa diversa allocazione delle risorse ha determinato un ritardo negli esami oncologici, che ha avuto come conseguenza l’osservazione di un calo nelle diagnosi di tumore a livello mondiale. Questa diminuzione ha comportato una rilevazione maggiore dei casi nel 2021 e nel 2022, una volta ripristinate le routine di accertamento sanitario.

Gli screening principali sono legati ai tipi di cancro più diffusi, in primis al tumore al seno e poi a seguire quello al colon-retto e cervice uterina. Per i controlli mammografici si registra nel 2020 una incidenza di donne partecipanti agli esami diagnostici del 30%, mentre nel 2021 il dato ritorna alla normalità della pre pandemia, aggirandosi intorno al 46%.

La tendenza delle percentuali a riposizionarsi sui valori pre-Covid è rispettata anche per gli altri controlli oncologici: gli screening colorettali hanno raggiunto l’apice minino del 17% nel 2020 per poi risalire nel corso del 2021 al 30% e i controlli cervicali hanno subito un calo del 20% nel 2020 e un aumento fino al 35% per il 2021.

Lo stile di vita come variabile chiave nella lotta al tumore

Il Ministro della Salute Orazio Schillaci sostiene che “il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati intervenendo su fattori di rischio prevenibili, soprattutto sugli stili di vita” e la letteratura scientifica sostiene la sua tesi. I fattori principali da monitorare per avere uno stile di vita sano solo il fumo, il consumo di alcol, la sedentarietà, la quantità di grasso corporeo oltre le soglie considerate fisiologiche e le abitudini alimentari, come il consumo quotidiano di frutta e verdura.

Quello che emerge dalle statistiche è un quadro peggiorativo negli ultimi anni, con il 33% degli adulti italiani che riporta una situazione di sovrappeso e il 10% di obesità. Tra gli individui di età compresa fra 18 e 69 anni, il 24% dichiara di essere un fumatore e il 16% di essere un ex-fumatore. Le persone che sostengono di avere uno stile di vita sedentario sono il 31% nel 2021, aumentando di otto punti percentuali rispetto allo stesso dato del 2008.

Il Covid ha determinato un peggioramento della qualità della vita degli italiani, ma le dinamiche di maggior sedentarietà e di rifugio nel cibo come unico sfogo, imposte dai lunghi lockdown e dall’isolamento in casa, possono essere archiviate per far spazio ad attività fisica, sana alimentazione e riduzione dei consumi di sostanze dannose.

Saverio Cinieri, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) sostiene che: “Più di un caso di cancro su tre potrebbe essere evitato e prevenuto soltanto evitando questi comportamenti pericolosi“.

Prevenire e guarire dal cancro è sempre più possibile

Grazie agli screening dei tumori, alla maggiore consapevolezza sullo stile di vita adeguato e alle cure erogate dal sistema sanitario, oggi in Italia sono oltre 3,6 milioni le persone che continuano a vivere dopo una diagnosi di cancro. Il dato rappresenta il 37% in più rispetto a dieci anni fa, testimoniando gli enormi passi in avanti fatti dal nostro Paese nella lotta contro i tumori

L’introduzione dello studio sulle malattie neoplastiche presentato al Ministero della Sanità si conclude con un messaggio di speranza.

Il cancro – recita la frase finale – è, infatti, la patologia cronica potenzialmente più prevenibile ed oggi anche più curabile rispetto al passato.”

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Chiara Bastianelli

Chiara Bastianelli

Laurea in Economia e Direzione Aziendale. Project manager in una società di consulenza strategica per le imprese. Appassionata di aziende, finanza e letteratura.

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