Nella maggior parte dei casi quando sentiamo parlare di inquinamento, pensiamo a quello delle nostre città. Lo smog, tipico dei contesti urbani, è provocato dai veicoli a diesel o benzina e dalle industrie. Ma l’inquinamento è anche ambientale ed è quello provocato dalle plastiche che danneggiano le acque marine e dall’utilizzo dei pesticidi nell’agricoltura a discapito del benessere dell’ecosistema.

Esiste anche un altro tipo di inquinamento che spesso viene sottovalutato: l’inquinamento acustico. L’emissione di suoni e rumori nel contesto urbano provengono da diverse fonti, principalmente dai mezzi di trasporto, ma anche dalle industrie. Attualmente in Europa, il tasso di inquinamento acustico è elevato, ma l’Unione europea sembra decisa ad attuare delle soluzioni per contrastarne gli effetti.

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Inquinamento acustico: di che cosa si tratta?

L’inquinamento acustico si determina nell’ambiente quando vengono emessi suoni di elevata intensità. L’impatto acustico può essere di vari tipi: continuo o discontinuo, costante o variabile. In tutti questi casi si tratta di un rumore che provoca una sensazione di disturbo.

Le zone più colpite sono i contesti urbani e quelli industriali. La legge italiana individua la soglia di decibel al di sopra della quale si verifica l’inquinamento da rumore: un massimo di 65 decibel durante il giorno e 55 durante la notte. Il valore ottimale è inserito in una fascia che va dai 35 ai 45 decibel.

Le fonti di inquinamento possono essere di varie origini. Tra queste vi sono i rumori provocati dai mezzi di trasporto, come il traffico veicolare provocato da clacson, dai motori, pneumatici sul suolo, dalle ruote dei tram. Anche i treni e gli aerei sono una sorgente di forte rumorosità. Inoltre anche i rumori causati dalle attività industriali sono una causa di inquinamento acustico.

Inquinamento acustico: la sua diffusione e le possibili conseguenze

Si stima che 113 milioni di europei siano esposti a lungo termine a livelli di rumore del traffico, di almeno 55 decibel nelle fasce diurna e notturna. Inoltre, 22 milioni di europei sono esposti a livelli elevati di rumore ferroviario, 4 milioni a livelli elevati di rumore provocato dagli aerei e meno di 1 milione a livelli elevati di rumore dovuto alle attività industriali.

L’esposizione prolungata, ai livelli cui siamo abituati nelle aree urbane, ha un impatto rilevante sulla salute. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), l’esposizione a lungo termine a questo livello potrebbe avere un impatto negativo sulla salute.

Tra le conseguenze negative sulla salute vi possono essere danni uditivi temporanei oppure cronici se l’esposizione è prolungata nel tempo. Questi possono causare vertigini, ronzii e insensibilità uditiva. Ma non solo. Si possono presentare anche danni extra uditivi come lo stress, l’aumento della pressione arteriosa, alterazioni del sistema nervoso, del sistema immunitario e della tiroide.

A queste problematiche può essere aggiunta una sensazione di malessere generale che interferisce nello svolgimento di attività quotidiane come il lavoro e lo studio. In più, questo inquinamento può causare disturbi del sonno.

Inquinamento acustico: cos'è e quanto è diffuso

Persona infastidita dall’inquinamento acustico

Inquinamento acustico: quali soluzioni possibili?

Riguardo all’inquinamento acustico, il Parlamento Ue ha più volte evidenziato la necessità di ridurre ulteriormente i valori soglia dei decibel ad oggi consentiti e di inserire procedure di rilevamento del rumore più avanzate rispetto a quelle attuali.

Per questo, il 20 marzo 2023 la Commissione europea, organo esecutivo delle decisioni del Parlamento Ue, ha pubblicato una relazione sull’attuazione della direttiva sul rumore ambientale, che illustra come ridurre ulteriormente il rumore. La relazione spiega i progressi compiuti rispetto alla seconda relazione sull’attuazione del 2017, che comprende una valutazione più sistematica dei livelli di rumore e l’adozione di piani d’azione per la gestione del rumore da parte degli Stati membri.

Il Parlamento ha approvato poi l’introduzione graduale di nuovi e più bassi limiti di rumorosità ad esempio quella prodotta dai pneumatici. Invece, per quanto riguarda il traffico aereo, ha promosso la riduzione del rumore all’atterraggio e al decollo e l’estensione delle misure per la riduzione dell’inquinamento acustico agli aerei militari.

In attesa di una modifica alla normativa vigente, le misure che possono essere adottare per contrastare l’inquinamento acustico dagli amministratori politici a livello locale potrebbero essere quelle di utilizzare l’asfalto fonoassorbente, oppure pianificare le aree urbane prevedendo alberi e piante ai bordi delle strade.

Esse infatti forniscono una barriera efficiente contro il rumore. Inoltre, incentivare la cittadinanza ad una mobilità alternativa può essere un valido rimedio all’inquinamento acustico. La pedonalizzazione delle strade, le piste ciclabili, ridurre gli spostamenti in auto prediligendo l’uso dei mezzi pubblici. Anche adottare la mobilità sostenibile attraverso il car sharing, cioè un sistema mobilità urbana condivisa o attraverso l’uso di veicoli elettrici, non migliora solo l’inquinamento atmosferico, ma anche quello acustico.

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Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi

Elisabetta Majocchi, laureata in Informazione ed Editoria ho collaborato con testate scrivendo di cultura, costume e società. Appassionata di attualità, politica e sostenibilità, oggi scrivo per BuoneNotizie.it grazie al Laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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