Le punture di insetti sono un fastidio comune che può colpire chiunque, in qualsiasi momento dell’anno, in particolar modo durante l’estate o l’autunno. La maggior parte delle punture di zanzare, api, vespe o moscerini sono innocue e possono provocare semplicemente bruciore, rossore, dolore e prurito. In questo caso, si tratta di reazioni del tutto normali. Altre volte, invece, possono causare reazioni allergiche più serie, come come lo shock anafilattico nei soggetti predisposti. È possibile adottare determinati comportamenti in caso di una condizione lieve e prevenire quella più seria, grazie ad una terapia salvavita .
Punture insetti: reazione normale o allergica?
Distinguere una reazione normale da una allergica è importante per salvaguardare la vita. Diversi insetti con pungiglione come calabroni, vespe, api, quando pungono iniettano sostanze nocive, che possono provocare bruciore, rossore, dolore e prurito e quindi rientra in una condizione normale e passeggera.
Altre volte, invece, la reazione locale si presenta in modo abbastanza importante, a tal punto che il rigonfiamento può avvenire immediatamente oppure nell’arco di 48 ore e può durare fino a dieci giorni; in altri casi può insorgere febbre, spossatezza e nausea: in questo caso si parla di reazione allergica o shock anafilattico.
Come riporta il magazine Fondazione Veronesi, ogni anno in Italia muoiono da cinque a venti persone, tra adulti e bambini, per una conseguenza legata ad una puntura di insetto; una situazione da non sottovalutare, considerando che l’Ospedale Bambino Gesù di Roma ha registrato 625 accessi per punture di insetti con pungiglione nei primi sette mesi del 2023.
Come intervenire e prevenire una reazione da puntura di insetto
La prima manovra da eseguire in caso di puntura di un insetto è quella di rimuovere tempestivamente il pungiglione, se è visibile, con le unghie o le pinzette; successivamente applicare del ghiaccio nella zona colpita oppure fare impacchi freddi ed eventualmente somministrare analgesico per calmare il dolore. È anche possibile somministrare un antistaminico per bocca e applicare localmente una pomata cortisonica. In questi casi è sempre meglio consultare prima un medico.
Invece, lo shock anafilattico è possibile prevenirlo grazie all’immunoterapia desensibilizzante, una sorta di vaccinazione che consiste nell’inoculazione sottocutanea di piccole dosi del veleno dell’insetto a cui si è allergici, in modo tale l’organismo si abitui progressivamente al veleno fino a tollerarlo. Il vaccino va proseguito per almeno tre anni e l’effetto mantiene a lungo, ma il trattamento è pienamente efficace già a partire dal dodicesimo mese di nascitaI
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