Il papilloma virus umano (HPV) è l’infezione sessualmente trasmissibile più comune nel mondo e si contrae attraverso il contatto fra le mucose, fra gli organi genitali e anche tramite la bocca. Questa problematica è molto diffusa nelle persone sessualmente attive ed è per lo più asintomatica: si stima infatti che fino all’80% delle donne si infetti nel corso della vita con un picco intorno ai 25 anni di età, mentre un terzo dei maschi venga infettato da almeno un tipo di HPV e un quinto da almeno un tipo di HPV ad alto rischio.

Oggi, questo tipo di infezione è una delle cause dei tumori della cervice, anali, del pene, della vagina, della vulva, oltre ai tumori dell’orofaringe, come tonsille e lingua. La vaccinazione contro HPV attualmente non è obbligatoria, ma è raccomandata e gratuita per entrambi i sessi a partire dal dodicesimo anno di età. Secondo alcuni studi riportati, il vaccino contro il papilloma virus umano è la strategia più efficace per prevenire le neoplasie.

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Il papilloma virus umano: cosa sapere sull’infezione

Ad oggi sono stati identificati oltre 100 tipi di HPV che infettano l’uomo e, tra questi, circa 40 sono risultati associati a patologie del tratto ano-genitale, sia benigne come i condilomi e le verruche genitali, che maligne.

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha confermato che gli HPV 16 e 18 sono responsabili di oltre il 70% di neoplasie, come quelle citate in precedenza, mentre i tipi di HPV 45, 31, 33, 52, 58 e 35 sono responsabili al 90% dei tumori della cervice uterina.

Sulla popolazione femminile si hanno a disposizione maggiori evidenze, ma ora un dato globale sugli uomini arriva da un’indagine internazionale, pubblicata su “The Lancet Global Health”: un terzo dei maschi è infettato da almeno un tipo di papilloma virus umano, un quinto da almeno un tipo di HPV pericoloso.

HPV: l’importanza della vaccinazione

Da una ricerca condotta dall’Università di Lund e Tampere, in Finlandia, è emerso che, dopo aver monitorato oltre 16mila ragazzi, nati tra il 1992 e il 1994, per quattro e otto anni in seguito alla profilassi con il vaccino bivalente, è stato evidenziato un calo dei ceppi di papilloma virus umano 16 e 18.

Oltre a proteggere dai ceppi più pericolosi, il vaccino bivalente GlaxoSmithKline si è rivelato infatti in grado di assicurare anche una protezione incrociata contro i siero 31 e 45. I risultati che si ottengono in vent’anni di vaccinazione soltanto sulle ragazze possono essere rilevati in meno della metà del tempo vaccinando i giovani di entrambi i sessi.

Come detto in precedenza, la vaccinazione non è obbligatoria, ma rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza su  tutto il territorio nazionale. In conclusione, è consigliato vaccinarsi contro il papillomavirus di alto e basso grado, nonché a una riduzione di alcune patologie non cervicali HPV correlate, sia nelle donne sia negli uomini.

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Mina Del Nunzio

Mina Del Nunzio

Mina Del Nunzio, laureata in scienze della comunicazione e dell'informazione con master in copywriting. Lavoro come blogger e copywriter aziendale. Collaboro con buonenotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista.

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