Il disegno di legge sull’oblio oncologico potrebbe cambiare la vita a un milione di italiani. Il documento passato in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, potrebbe diventare presto legge, come è accaduto in alcuni Paesi, come Francia, Lussemburgo, Olanda, Belgio e Portogallo. Ad oggi, in Italia, un paziente che ha avuto un tumore, anche se è guarito, non può richiedere un mutuo per acquistare una casa o accedere a finanziamenti o decidere di adottare un bambino, oltre a essere discriminato anche nel mondo del lavoro, dove non si ha la possibilità di un avanzamento di carriera.
Con l’approvazione di questo disegno di legge le cose cambieranno, grazie all’oblio oncologico, un diritto soggettivo che permette alle persone guarite dal cancro di scegliere di non fornire informazioni sulla propria malattia pregressa. Quindi, se passerà questa disposizione, chi si è salvato dal cancro avrà una conquista fondamentale, non solo dal punto di vista giuridico, ma anche sociale, in quanto si libererà dallo stigma della malattia oncologica.
Riscopri anche tu il piacere di informarti!
Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.
SostieniciDisegno di legge sull’oblio oncologico: ecco cosa prevede
In Italia, 3,6 milioni i cittadini hanno avuto una diagnosi di cancro, ma il 27% di questi, circa un milione di persone è guarita e non necessita di ulteriori terapie, ma è ancora molto difficile, per chi si è salvato da questa malattia, accedere ad una serie di prestazioni, poiché per molti contratti durante la stipula è richiesta necessariamente la cartella clinica, dove è riportata la storia clinica del soggetto, anche dopo la guarigione, quando i rischi per la salute, ormai, sono gli stessi di tutti gli altri.
La legge sull’oblio oncologico dovrebbe arrivare in aula a fine luglio, anche se ci sono già state altre proposte nella scorsa legislatura, ma quello proposto ora è un testo unico che mette d’accordo maggioranza e opposizione, approvato dalla premier Giorgia Meloni e dal Ministro della Salute Orazio Schillaci.
Il disegno di legge prevede che durante la stipula dei contratti è vietato chiedere informazioni sulle patologie oncologiche pregresse una volta trascorsi dieci anni dalla fine delle cure mediche per gli adulti e cinque per chi si è ammalato prima dei 21 anni, tempi secondo i quali per molti pazienti l’aspettativa di vita si riallinea a quella normale. Per alcuni tumori, invece, come quello alla mammella e alla prostata la tempistica raggiunge i 20 anni, mentre per il cancro alla vescica e le leucemie sono necessari 15 anni.
Una vita oltre il cancro senza discriminazioni
Ogni persona che ha sconfitto un tumore merita di tornare alla propria vita, senza discriminazioni in base alla propria storia clinica. Negli ultimi trent’anni, si è assistito a una crescita costante della popolazione guarita da neoplasie, grazie allo sviluppo di nuovi percorsi diagnostici e di cura.
Oggi si stima che tre persone su cinque siano ancora in vita a cinque anni dalla diagnosi oncologica, mentre i dati relativi ai bambini guariti da un tumore sono ancora più incoraggianti, considerando che un tempo questa malattia dava poche speranze di sopravvivenza.
Oggi, invece, moltissime neoplasie sono curabili e hanno anche un’aspettativa di vita lunga. Il diritto all’oblio oncologico, oltre a essere una battaglia per le condizioni materiali dei cittadini, è anche una sfida culturale per il Paese, come detto in precedenza, smettere di associare il termine “cancro” al concetto di male incurabile, è possibile superare questo stereotipo.
Leggi anche:
Terapie antitumorali oggi: cure mirate e molta ricerca
Training autogeno e salute mentale. Un ulteriore aiuto contro ansia e depressione
La ricetta elettronica diventa definitiva: una semplificazione per cittadini e medici