Un recente studio dell’Università di Bologna ha dimostrato che i bambini che vivono in città, ma stanno a contatto con gli animali, hanno un microbiota intestinale migliore, con tutti i benefici per la salute che ne conseguono. Si tratta dell’ennesima conferma dell’importanza fondamentale di salvaguardare la coesistenza tra uomo e natura.

Interagire con ecosistemi naturali fa bene alla nostra salute, e la modifica del microbiota intestinale ne è la prova.

Cos’è il microbiota intestinale

All’interno del nostro intestino si trovano miliardi di batteri che vivono in simbiosi con noi, formando il microbiota intestinale. La sua composizione è diversa per ciascun individuo ed è influenzata da tutti i fattori ambientali con cui veniamo in contatto nel corso della vita. Il microbiota intestinale inizia a formarsi al momento della nascita, tramite il contatto con i microorganismi presenti nel canale del parto e nel latte materno. La dieta, lo stile di vita e l’ambiente circostante ne modulano la composizione.

Oggi sappiamo che il microbiota intestinale ha un ruolo importantissimo nel mantenimento della salute di ciascun individuo. Interagisce, infatti, con il sistema immunitario, influenzandone lo sviluppo nei più piccoli e mantenendolo allenato. Nel corso della vita si modifica e cresce insieme a noi. Alcune sostanze, come gli antibiotici, possono alterarlo ed indebolirlo. Probiotici e prebiotici, rispettivamente microrganismi vivi e fibre alimentari che nutrono i batteri buoni dell’intestino, aiutano invece a mantenerlo sano.

L’esperimento dell’Università di Bologna

Recentemente è emerso il concetto di “modernizzazione” del microbiota. Si tratta di un fenomeno per cui chi vive nelle città ha un microbiota intestinale più povero di specie rispetto a quello di chi vive in campagna. Questa modernizzazione, legata al cambio di ambiente con cui si viene a contatto, non ha portato grandi vantaggi in termini di salute. Sembra infatti che la modernizzazione del microbiota intestinale sia collegata ad un aumento dell’incidenza di malattie metaboliche come il diabete e l’obesità e delle allergie, soprattutto tra i bambini.

A partire da queste scoperte, gli scienziati dell’Università di Bologna hanno deciso di mettere in atto un esperimento di “rewilding” del microbiota intestinale. Lo scopo era quello di riportare ad un microbiota più ricco di specie e quindi più sano. Hanno coinvolto dieci bambini di età tra i 9 e i 14 anni, residenti in aree urbane. L’attività si è svolta in una fattoria didattica: per quindici giorni, durante un campo estivo, i bambini hanno trascorso circa dieci ore al giorno interagendo con i cavalli della fattoria. Alla fine dell’esperimento gli scienziati hanno potuto notare un notevole arricchimento del microbiota intestinale dei bambini.

Verso un modello di salute globale

Lo studio condotto sul microbiota intestinale dall’Università di Bologna è un esempio formidabile di come la nostra salute sia indissolubilmente legata all’ambiente che ci circonda. Conferma quindi il concetto di “One Health”, un modello di salute globale per cui tutte le specie naturali e vegetali coesistono e hanno bisogno le une delle altre.

L’idea è dimostrare l’importanza dell’interazione con ecosistemi naturali per la nostra salute“, spiega Marco Candela, professore al Dipartimento di farmacia e biotecnologie dell’Università di Bologna. “In questo modo potremo arrivare a promuovere una salute integrata, tra ambiente, animali e uomo, partendo dalla protezione e dal restauro degli ecosistemi naturali”.

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Caterina Poli

Medico Chirurgo con focus sulla salute materno-infantile. Credo in un tipo di informazione chiara e accessibile a tutti, ma sempre rigorosa. Amo parlare di salute, benessere e diritti. Collaboro con Buonenotizie e partecipo al laboratorio di giornalismo costruttivo.

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