L’isola di Poveglia è situata nella laguna sud di Venezia. Nel corso dei secoli è passata da centro di commercio per le imbarcazioni, a lazzaretto e infine a ospedale psichiatrico per anziani. Ma con il passare del tempo, dopo la chiusura delle strutture sanitarie, l’isola è stata completamente abbandonata a se stessa.
Oggi, qualcosa sta cambiando. Grazie alla volontà e all’impegno della cittadinanza attiva, l’isola si è trasformata da luogo dimenticata a bene comune: uno spazio da recuperare insieme, non per il profitto, ma per la comunità veneziana, nel rispetto della sua storia.
Poveglia: un’isola di memorie e speranze
Nota come “l’isola dei fantasmi”, l’isola di Poveglia non è soltanto un luogo fisico: è un pezzo di storia, carico di leggende e miti. Si narra soprattutto dei fantasmi delle persone che vi morirono ai tempi della peste. Ma non mancano neppure leggende legate a noti personaggi che qui vi sarebbero stati sepolti, come ad esempio il noto pittore di epoca rinascimentale, Giorgione.
In epoca più recente, dopo la chiusura dell’ospedale psichiatrico per anziani nel 1968, l’isola venne abbandonata. Il paesaggio, ricoperto dalla vegetazione e dai segni del tempo, che sembrava non avere più alcuna utilità. Eppure, l’isola è sempre stata oggetto di progetti di recupero, che però non sono mai stati attuati. Un primo tentativo di recupero risale al 1997, promosso dal Centro Turistico Studentesco e Giovanile, un’associazione turistica attiva fino al 2017 che presentò un progetto per la realizzazione di un ostello della gioventù. Ma non se ne fece nulla.
Il rischio di privatizzazione e il potere della comunità
Nel 2014, l’agenzia del Demanio inserisce l’isola di Poveglia tra le isole minori da mettere all’asta, con l’obiettivo di concederla per 99 anni al miglior offerente. Per paura che finisse in mano ai privati, un gruppo di cittadini veneziani fonda un’associazione chiamata “Poveglia per tutti”, con l’intento di opporsi alla privatizzazione dell’isola e promuoverne un uso pubblico.
In un primo momento, l’asta viene vinta dalla holding Umana Spa, società dell’imprenditore e attuale sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che aveva presentato un’offerta di 513mila euro. Tuttavia, l’Agenzia del Demanio dichiara la cifra insufficiente rispetto al valore dell’isola, e annulla l’asta. Nel frattempo, l’associazione propone un progetto per far diventare Poveglia un bene comune. Sebbene abbandonata, l’isola ha un forte valore simbolico per i veneziani, che la usavano per rifugiarsi dall’overtourism.

Alcune persone si dirigono verso l’isola con la barca a remi, perché attualmente è l’unico modo per arrivarci (credit – Poveglia per tutti)
Dopo undici anni, tra varie richieste e ricorsi al TAR, alla fine il Demanio si convince di dare in concessione all’associazione la parte nord dell’isola per un periodo di sei anni a un canone di mille euro all’anno. La parte sud, invece, resta ancora inserita nell’elenco dei beni da valorizzare.
La rinascita dell’isola di Poveglia: un progetto partecipato
Con la concessione della parte nord dell’isola “Poveglia per tutti” si impegna a valorizzare questo spazio unico attraverso la creazione di un parco pubblico aperto alla cittadinanza, dove organizzare attività sociali fondate su pratiche di sussidiarietà e partecipazione. Tutto ciò con la collaborazione del Dipartimento di scienze umane dell’università di Verona, che ha avviato una borsa di dottorato puntando a misurare scientificamente l’impatto del progetto di valorizzazione dell’isola.
Come ha raccontato Erika Mattio, tutor del nostro corso di Giornalismo Costruttivo e volontaria del progetto “Poveglia per tutti”, «L‘idea iniziale era quella di vendere Poveglia, e ovviamente la comunità veneziana, che è molto unita da questo punto di vista, ha difeso veramente con le unghie e con i denti la possibilità di gestire quest’isola». Questo spirito di resistenza collettiva si è tradotto in azioni concrete: «noi dell’associazione abbiamo davvero cercato di dare vita al fenomeno che poi si è concluso positivamente, dando tutti quanti il nostro contributo e il nostro tempo per rendere l’isola vivibile».

L`associazione “Poveglia per tutti” ha lottato per far sì che l’isola diventasse un bene per tutti (credit: Ass. Poveglia per tutti)
L’iniziativa ha coinvolto famiglie, bambini e adulti in attività di pulizia, spettacoli e momenti di aggregazione, restituendo alla comunità un luogo profondamente sentito come parte della propria identità. Poveglia diventa simbolo di partecipazione attiva, un’isola dei veneziani, non destinata al turismo di massa, ma alla vita quotidiana. «Saranno creati dei progetti che eviteranno che anche Poveglia sia appannaggio dei turisti», afferma Erika. Tra questi progetti vi saranno la riqualificazione urbana, la creazione di un parco giochi ed eventi di vario genere.

Alcuni attivisti ripuliscono l’isola di Poveglia (credit – Ass. Poveglia per tutti)
Poveglia: un simbolo di identità e partecipazione
La storia di Poveglia racconta molto di più di una semplice disputa su un’isola abbandonata. È la storia di una comunità che ha saputo mobilitarsi per difendere un pezzo della propria identità, opponendosi alla logica del profitto in favore di un bene comune.
È diventata un simbolo di resistenza civile, un esempio concreto di come i cittadini possano farsi protagonisti del cambiamento. Dimostra come, insieme, si possa trasformare l’abbandono in opportunità, restituendo valore ai beni comuni. Un’isola che torna a vivere grazie all’impegno collettivo, trasformandosi in uno spazio pubblico, inclusivo e partecipato.

